Al termine della guerra di Siena (1552-1559) che, dopo un assedio atroce della capitale (1554-1555), aveva ridotto l’antica repubblica a feudo di Cosimo I de’ Medici, le Accademie locali riaprirono i battenti e due giovani fratelli, Girolamo e Scipione Bargagli, si inserirono in quella sorta di “elaborazione letteraria del lutto storico” che costituì una delle principali attività degli intellettuali senesi degli anni Sessanta. Il Dialogo de’ giuochi che nelle vegghie sanesi si usano di fare di Girolamo (edito nel 1572) e i Trattenimenti […] dove da vaghe donne e da giovani huomini rappresentati sono honesti e dilettevoli giuochi, narrate novelle e cantate alcune amorose canzonette di Scipione (stampati solo nel 1587) rappresentano il tentativo sia di creare un vero e proprio genere, le “veglie di Siena”, sia di impostare un codice novellistico moderno e al tempo stesso cittadino, nel quadro della creazione del mito della specificità, rispetto a Firenze, della cultura e della lingua stessa senesi e della continuità di tale specificità nonostante e attraverso la guerra e l’assedio. Il presente studio analizza i modi in cui il trattato sulla novella di Girolamo, inserito nel Dialogo, e le novelle di Scipione, narrate durante tre veglie di carnevale finte nel corso dell’assedio, interpretarono queste esigenze in un momento storico in cui lo stesso Decameron era stato posto all’Indice. At the end of the War of Siena (1552-1559), which, after a bloody siege of the capital (1554-1555), had reduced the ancient Republic to a fief of Cosimo I de’ Medici, the local Academies reopened their doors and two young brothers, Girolamo and Scipione Bargagli, took their place in that sort of “literary elaboration of historical mourning” which constituted one of the main activities of Sienese intellectuals of the 1560’s. Girolamo’s Dialogo de’ giuochi che nelle vegghie sanesi si usano di fare (published in 1572) and Scipione’s Trattenimenti […] dove da vaghe donne e da giovani huomini rappresentati sono honesti e dilettevoli giuochi, narrate novelle e cantate alcune amorose canzonette (printed as late as 1587), were attempts both to create an authentic genre, the “vigils of Siena”, and to outline the norms for the modern novella form and at the same time for the life of the Sienese city-state, in the context of creating a myth of specificity, in relation to Florence, of Sienese culture and its language, and of the survival of that specificity, in spite of and through the war and the siege. The present study examines the ways in which Girolamo’s treatise on the novel, which forms part of his Dialogo, and Scipione’s novellas, narrated during three fictitious carnival vigils in the course of the siege, interpreted these exigencies in a historical period in which the Decameron itself had been placed on the Index.

La novella e l'assedio di Siena: una questione di famiglia fra teoria, prassi e ricezione / Riccò, Laura. - In: STUDI ITALIANI. - ISSN 1121-0621. - STAMPA. - XXVI:(2014), pp. 43-57.

La novella e l'assedio di Siena: una questione di famiglia fra teoria, prassi e ricezione

RICCO', LAURA
2014

Abstract

Al termine della guerra di Siena (1552-1559) che, dopo un assedio atroce della capitale (1554-1555), aveva ridotto l’antica repubblica a feudo di Cosimo I de’ Medici, le Accademie locali riaprirono i battenti e due giovani fratelli, Girolamo e Scipione Bargagli, si inserirono in quella sorta di “elaborazione letteraria del lutto storico” che costituì una delle principali attività degli intellettuali senesi degli anni Sessanta. Il Dialogo de’ giuochi che nelle vegghie sanesi si usano di fare di Girolamo (edito nel 1572) e i Trattenimenti […] dove da vaghe donne e da giovani huomini rappresentati sono honesti e dilettevoli giuochi, narrate novelle e cantate alcune amorose canzonette di Scipione (stampati solo nel 1587) rappresentano il tentativo sia di creare un vero e proprio genere, le “veglie di Siena”, sia di impostare un codice novellistico moderno e al tempo stesso cittadino, nel quadro della creazione del mito della specificità, rispetto a Firenze, della cultura e della lingua stessa senesi e della continuità di tale specificità nonostante e attraverso la guerra e l’assedio. Il presente studio analizza i modi in cui il trattato sulla novella di Girolamo, inserito nel Dialogo, e le novelle di Scipione, narrate durante tre veglie di carnevale finte nel corso dell’assedio, interpretarono queste esigenze in un momento storico in cui lo stesso Decameron era stato posto all’Indice. At the end of the War of Siena (1552-1559), which, after a bloody siege of the capital (1554-1555), had reduced the ancient Republic to a fief of Cosimo I de’ Medici, the local Academies reopened their doors and two young brothers, Girolamo and Scipione Bargagli, took their place in that sort of “literary elaboration of historical mourning” which constituted one of the main activities of Sienese intellectuals of the 1560’s. Girolamo’s Dialogo de’ giuochi che nelle vegghie sanesi si usano di fare (published in 1572) and Scipione’s Trattenimenti […] dove da vaghe donne e da giovani huomini rappresentati sono honesti e dilettevoli giuochi, narrate novelle e cantate alcune amorose canzonette (printed as late as 1587), were attempts both to create an authentic genre, the “vigils of Siena”, and to outline the norms for the modern novella form and at the same time for the life of the Sienese city-state, in the context of creating a myth of specificity, in relation to Florence, of Sienese culture and its language, and of the survival of that specificity, in spite of and through the war and the siege. The present study examines the ways in which Girolamo’s treatise on the novel, which forms part of his Dialogo, and Scipione’s novellas, narrated during three fictitious carnival vigils in the course of the siege, interpreted these exigencies in a historical period in which the Decameron itself had been placed on the Index.
2014
XXVI
43
57
Riccò, Laura
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