Quando si pensa alla Firenze medievale si pensa a quella del Due e del Trecento: a quella gotica di Giotto, di Dante, di Boccaccio e di Villani. Le origini dell’autonomia cittadina, però, sono ben più antiche e affondano nella precedente stagione artistica, forse poco apprezzata per Firenze, quella dei marmi di San Miniato al Monte e del Battistero. Senza dedicare spazio alla storia dell’arte, il volume intende però analizzare il contesto economico e sociale che vide quel primo rigoglio artistico. Un contesto denso di contraddizioni: l’impetuosa immigrazione di povera gente dalle campagne e la perdita di controllo dei Fiorentini sul contado; la nascita di un sistema di gerarchie sociali all’esterno delle mura e il rigoroso egualitarismo lessicale all’interno; la faticosa costruzione di un potere cittadino univoco e il permanere dei molteplici gruppi di interesse dai quali era scaturito il Comune. La Firenze dei secoli XI e XII era un gigantesco laboratorio cui mancò un narratore consapevole e fecondo. Solo migliaia di modesti documenti notarili, passati al setaccio e messi in relazione l’uno con l’altro, ci permettono oggi di comprenderne fino in fondo la forza innovativa.

Firenze nell'età romanica (1000-1211). L'espansione urbana, lo sviluppo istituzionale, il rapporto con il territorio / Faini, Enrico. - STAMPA. - (2010).

Firenze nell'età romanica (1000-1211). L'espansione urbana, lo sviluppo istituzionale, il rapporto con il territorio.

FAINI, ENRICO
2010

Abstract

Quando si pensa alla Firenze medievale si pensa a quella del Due e del Trecento: a quella gotica di Giotto, di Dante, di Boccaccio e di Villani. Le origini dell’autonomia cittadina, però, sono ben più antiche e affondano nella precedente stagione artistica, forse poco apprezzata per Firenze, quella dei marmi di San Miniato al Monte e del Battistero. Senza dedicare spazio alla storia dell’arte, il volume intende però analizzare il contesto economico e sociale che vide quel primo rigoglio artistico. Un contesto denso di contraddizioni: l’impetuosa immigrazione di povera gente dalle campagne e la perdita di controllo dei Fiorentini sul contado; la nascita di un sistema di gerarchie sociali all’esterno delle mura e il rigoroso egualitarismo lessicale all’interno; la faticosa costruzione di un potere cittadino univoco e il permanere dei molteplici gruppi di interesse dai quali era scaturito il Comune. La Firenze dei secoli XI e XII era un gigantesco laboratorio cui mancò un narratore consapevole e fecondo. Solo migliaia di modesti documenti notarili, passati al setaccio e messi in relazione l’uno con l’altro, ci permettono oggi di comprenderne fino in fondo la forza innovativa.
2010
978-88-222-5941-7
Faini, Enrico
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