Scopo del lavoro La chirurgia laparoscopica e robotica presentano indubbi vantaggi in termini di mini invasività, in ambito urologico sono diventate il trattamento di scelta di molte patologie neoplastiche, funzionali e malformative; scopo dello studio è valutare la morbilità e l’efficacia di queste tecniche nella correzione delle stenosi ureterali (S.U.) di varia eziologia Materiali e metodi sono stati raccolti retrospettivamente i dati di pazienti affetti da S.U. trattate per via laparoscopica o robot- assistita in 8 centri urologici italiani. Le variabili analizzate sono state: età dei pazienti, sede ed eziologia delle stenosi, tempo operatorio e di permanenza dello stent, le complicanze secondo classificazione di Clavien, e l’efficacia nel trattamento Risultati Tra Gennaio 2008 e Marzo 2013 42 pazienti sono stati operati [(età media 46,2 anni (range 17-74)], tipo e sede della S.U. sono state riportate in tabella 1, la lunghezza media delle stenosi era di 1,8 cm (range 0,5- 4). In 20 pazienti è stata eseguita una resezione ureterale segmentaria con anastomosi termino-terminale, in 16 un’ureterocistoneostomia ed in 5 un’ureterolisi. Tutti gli interventi sono stati eseguiti con approccio trans-peritoneale (29 per via laparoscopica, 13 per via laparoscopica Robot-assistita), 10 pazienti avevano calcolosi associata, ed e’ stata eseguita una litotripsia intraoperatoria. Non sono state registrate conversioni a chirurgia open, il tempo operatorio medio è stato di 229 minuti (range 55-720), in tutti i pazienti è stato posizionato uno stent ureterale doppio J. Il tasso di trasfusione è stato del 4,7% [(2/42 pazienti) Clavien gr. 2], in un caso si è verificata una lesione della vena cava (Clavien gr. 2), un solo caso di fistola ureterale è stata trattata con nefrostomia percutanea (Clavien gr. 3a). La degenza media è stata di 6,6 gg (range 4-16), il tempo medio di permanenza dello stent 34,3 gg (range 3-90). 38 dei 42 pazienti sono valutabili ad un follow up medio di 20 mesi: 36 pazienti (94,8%) sono liberi da stenosi mentre in 2 pazienti (5,2%) si è verificata una recidiva. In un caso la recidiva è stata trattata con dilatazione endoscopica con palloncino, nel secondo caso con nefroureterectomia Discussione La chirurgia laparoscopica e robotica delle S.U. rappresenta spesso un intervento complesso di chirurgia ricostruttiva, in mani esperte presenta basso rischio di conversione, le complicanze nella nostra serie sono state accettabili, il tasso di re-intervento e di recidiva è basso. I tempi chirurgici relativamente lunghi risentono dell’esiguo numero di casi trattati per singolo centro, ed alla necessità di eseguire una litotripsia contestuale Conclusioni Anche con i limiti di uno studio retrospettivo, e con un follow-up ancora non significativo, i nostri dati dimostrano che la laparoscopica e la robotica sono un trattamento promettente delle S.U., in termini di complicanze ed efficacia. idealmente sarebbe auspicabile un prolungamento del follow-up e il disegno di uno studio prospettico di confronto tra le metodiche

TRATTAMENTO LAPAROSCOPICO E ROBOTICO DELLE STENOSI URETERALI (S.U.), RISULTATI DI UNO STUDIO RETROSPETTIVO MULTICENTRICO / Zaramella, S.; Minervini, A.; Cocci, A.; Fantechi, R.; Dente, D.; Parma, P.; Antonelli, A.; Falsaperla, M.; Celia, A.; Rocco, B.; Cindolo, L.; Porreca, A.. - STAMPA. - Unico:(2013), pp. 132-132. (Intervento presentato al convegno 86° Congresso Nazionale SIU).

TRATTAMENTO LAPAROSCOPICO E ROBOTICO DELLE STENOSI URETERALI (S.U.), RISULTATI DI UNO STUDIO RETROSPETTIVO MULTICENTRICO

MINERVINI, ANDREA;
2013

Abstract

Scopo del lavoro La chirurgia laparoscopica e robotica presentano indubbi vantaggi in termini di mini invasività, in ambito urologico sono diventate il trattamento di scelta di molte patologie neoplastiche, funzionali e malformative; scopo dello studio è valutare la morbilità e l’efficacia di queste tecniche nella correzione delle stenosi ureterali (S.U.) di varia eziologia Materiali e metodi sono stati raccolti retrospettivamente i dati di pazienti affetti da S.U. trattate per via laparoscopica o robot- assistita in 8 centri urologici italiani. Le variabili analizzate sono state: età dei pazienti, sede ed eziologia delle stenosi, tempo operatorio e di permanenza dello stent, le complicanze secondo classificazione di Clavien, e l’efficacia nel trattamento Risultati Tra Gennaio 2008 e Marzo 2013 42 pazienti sono stati operati [(età media 46,2 anni (range 17-74)], tipo e sede della S.U. sono state riportate in tabella 1, la lunghezza media delle stenosi era di 1,8 cm (range 0,5- 4). In 20 pazienti è stata eseguita una resezione ureterale segmentaria con anastomosi termino-terminale, in 16 un’ureterocistoneostomia ed in 5 un’ureterolisi. Tutti gli interventi sono stati eseguiti con approccio trans-peritoneale (29 per via laparoscopica, 13 per via laparoscopica Robot-assistita), 10 pazienti avevano calcolosi associata, ed e’ stata eseguita una litotripsia intraoperatoria. Non sono state registrate conversioni a chirurgia open, il tempo operatorio medio è stato di 229 minuti (range 55-720), in tutti i pazienti è stato posizionato uno stent ureterale doppio J. Il tasso di trasfusione è stato del 4,7% [(2/42 pazienti) Clavien gr. 2], in un caso si è verificata una lesione della vena cava (Clavien gr. 2), un solo caso di fistola ureterale è stata trattata con nefrostomia percutanea (Clavien gr. 3a). La degenza media è stata di 6,6 gg (range 4-16), il tempo medio di permanenza dello stent 34,3 gg (range 3-90). 38 dei 42 pazienti sono valutabili ad un follow up medio di 20 mesi: 36 pazienti (94,8%) sono liberi da stenosi mentre in 2 pazienti (5,2%) si è verificata una recidiva. In un caso la recidiva è stata trattata con dilatazione endoscopica con palloncino, nel secondo caso con nefroureterectomia Discussione La chirurgia laparoscopica e robotica delle S.U. rappresenta spesso un intervento complesso di chirurgia ricostruttiva, in mani esperte presenta basso rischio di conversione, le complicanze nella nostra serie sono state accettabili, il tasso di re-intervento e di recidiva è basso. I tempi chirurgici relativamente lunghi risentono dell’esiguo numero di casi trattati per singolo centro, ed alla necessità di eseguire una litotripsia contestuale Conclusioni Anche con i limiti di uno studio retrospettivo, e con un follow-up ancora non significativo, i nostri dati dimostrano che la laparoscopica e la robotica sono un trattamento promettente delle S.U., in termini di complicanze ed efficacia. idealmente sarebbe auspicabile un prolungamento del follow-up e il disegno di uno studio prospettico di confronto tra le metodiche
2013
86° Congresso Nazionale SIU. Libro degli abstracts
86° Congresso Nazionale SIU
Zaramella, S.; Minervini, A.; Cocci, A.; Fantechi, R.; Dente, D.; Parma, P.; Antonelli, A.; Falsaperla, M.; Celia, A.; Rocco, B.; Cindolo, L.; Porreca, A.
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