La neutropenia congenita grave (NCG) è un disturbo eterogeneo della mielopoiesi caratterizzato da valori di neutrofili costantemente <500/mm3, con arresto maturativo a livello dei promielociti, alta incidenza di infezioni batteriche, fatali in era pre-G-CSF. Con l’introduzione del trattamento con G-CSF, la prognosi della malattia, come sopravvivenza e qualità di vita, è radicalmente cambiata mentre l’evoluzione in MDS/AML, descritta anche in era pre-G-CSF, è diventata più frequente. Dai dati del Severe Chronic Neutropenia International Registry l’incidenza cumulativa di MDS/AML in pazienti con NCG dopo un trattamento di 10 anni è del 21%. La comparsa di mutazioni puntiformi del gene per il recettore del G-CSF (GCSF-R), insieme alla comparsa di alterazioni citogenetiche, è stata messa in relazione con l’evoluzione in MDS/AML. Descriviamo una paziente che, a circa 7 anni dalla comparsa di mutazione del GCSF-R, non ha evidenziato segni di evoluzione in MDS/AML. MV, nata il 16/06/81, affetta da NCG con mutazione ELA2 458 T>C, trattata con G-CSF dal 1990 alla dose media di 1.9 microgr/kg/die, con neutrofili mantenuti tra 1500-2000/mm3 e buon controllo delle infezioni; follow-up annuale con mieloaspirato, BOM, citogenetica (FISH con ibridizzazione in situ per asat cr7, 8 e LSI 21) e screening molecolare (CBFB-MYH11, AML1- ETO, PML-RARA). Dal 1999 ha anche effettuato, in occasione di ogni prelievo di sangue midollare, ricerca di mutazioni acquisite di GCSF-R. Nel dicembre 2001, attraverso l’analisi di sequenza del cDNA della porzione intracellulare del gene CSF3R clonato, è stata individuata la mutazione puntiforme acquisita 2390C>T. La mutazione è stata confermata in occasione degli ulteriori controlli. In considerazione delle segnalazioni di aumentato rischio di evoluzione in MDS/AML dopo comparsa di mutazione del GCSF-R, è stato condotto un follow up con mieloaspirato, BOM e valutazione citogenetica ogni 6 mesi. La indicazione ad eseguire un TCSE allogenico non risultata applicabile per mancanza di un donatore compatibile familiare o volontario. Ad oggi non è stata documentata la comparsa di ulteriori mutazioni del GCSF-R, né di alterazioni citogenetiche; da un punto di vista morfologico, la valutazione del mieloaspirato e della BOM non hanno mostrato segni di evoluzione in mielodisplasia/AML. La osservazione di casi come questo potrebbe rimettere in discussione la attuale indicazione al TCSE sulla base della sola comparsa di mutazioni di GCSFR.

Is the experience mutation of G-CSF truly a predictive indicator of trends in early myolodysplasia or leukemia? / Tucci, F; Giunti, L; Gambineri, E; Tondo, A; Giglio, S; Sainati, L; Arico, M. - In: HAEMATOLOGICA. - ISSN 0390-6078. - STAMPA. - 93:(2008), pp. 49-50.

Is the experience mutation of G-CSF truly a predictive indicator of trends in early myolodysplasia or leukemia?

GAMBINERI, ELEONORA;GIGLIO, SABRINA RITA;
2008

Abstract

La neutropenia congenita grave (NCG) è un disturbo eterogeneo della mielopoiesi caratterizzato da valori di neutrofili costantemente <500/mm3, con arresto maturativo a livello dei promielociti, alta incidenza di infezioni batteriche, fatali in era pre-G-CSF. Con l’introduzione del trattamento con G-CSF, la prognosi della malattia, come sopravvivenza e qualità di vita, è radicalmente cambiata mentre l’evoluzione in MDS/AML, descritta anche in era pre-G-CSF, è diventata più frequente. Dai dati del Severe Chronic Neutropenia International Registry l’incidenza cumulativa di MDS/AML in pazienti con NCG dopo un trattamento di 10 anni è del 21%. La comparsa di mutazioni puntiformi del gene per il recettore del G-CSF (GCSF-R), insieme alla comparsa di alterazioni citogenetiche, è stata messa in relazione con l’evoluzione in MDS/AML. Descriviamo una paziente che, a circa 7 anni dalla comparsa di mutazione del GCSF-R, non ha evidenziato segni di evoluzione in MDS/AML. MV, nata il 16/06/81, affetta da NCG con mutazione ELA2 458 T>C, trattata con G-CSF dal 1990 alla dose media di 1.9 microgr/kg/die, con neutrofili mantenuti tra 1500-2000/mm3 e buon controllo delle infezioni; follow-up annuale con mieloaspirato, BOM, citogenetica (FISH con ibridizzazione in situ per asat cr7, 8 e LSI 21) e screening molecolare (CBFB-MYH11, AML1- ETO, PML-RARA). Dal 1999 ha anche effettuato, in occasione di ogni prelievo di sangue midollare, ricerca di mutazioni acquisite di GCSF-R. Nel dicembre 2001, attraverso l’analisi di sequenza del cDNA della porzione intracellulare del gene CSF3R clonato, è stata individuata la mutazione puntiforme acquisita 2390C>T. La mutazione è stata confermata in occasione degli ulteriori controlli. In considerazione delle segnalazioni di aumentato rischio di evoluzione in MDS/AML dopo comparsa di mutazione del GCSF-R, è stato condotto un follow up con mieloaspirato, BOM e valutazione citogenetica ogni 6 mesi. La indicazione ad eseguire un TCSE allogenico non risultata applicabile per mancanza di un donatore compatibile familiare o volontario. Ad oggi non è stata documentata la comparsa di ulteriori mutazioni del GCSF-R, né di alterazioni citogenetiche; da un punto di vista morfologico, la valutazione del mieloaspirato e della BOM non hanno mostrato segni di evoluzione in mielodisplasia/AML. La osservazione di casi come questo potrebbe rimettere in discussione la attuale indicazione al TCSE sulla base della sola comparsa di mutazioni di GCSFR.
2008
Tucci, F; Giunti, L; Gambineri, E; Tondo, A; Giglio, S; Sainati, L; Arico, M
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