Lontano dalle grandi aree metropolitane di Tokyo e Osaka, in un tropicale Giappone del sud, dove nel sedicesimo secolo sbarcarono i primi gesuiti con le loro croci e gli olandesi con i loro archibugi, si é presentata l’occasione di progettare la nuova sede di un’importante azienda di Kagoshima, la piú meridionale delle cittá della grande isola di Kyushu. Compresa fra la linea di costa della grande baia di Kinko dominata da uno dei piú attivi vulcani del Giappone, il Sakurajima, e le pendici dei vicini colli, si distende un’ampia area un tempo liminare al porto merci della cittá, oggi mutata in grande centro commerciale lineare dopo la dismissione di molti docks, magazzini e silos. Qui grandi complessi residenziali e scintillanti Mall si alternano a Pachinko parlour senza soluzione di continuitá. Un panorama al neon sovrapposto brutalmente al vecchio tessuto di abitazioni suburbane, case tradizionali dei primi anni del secolo ventesimo eroicamente sopravvissute ai bombardamenti americani, o dignitose palazzine degli anni sessanta e settanta, espressione ingenuamente Pop dell’ottimismo nipponico nella rapida crescita economica che contraddistinse l’epoca Showa. In questo scenario fluttuante che muta di anno in anno, e dove é possibile fare di tutto poiché non esistono né strumenti di piano o norme che tutelino il paesaggio, né Soprintendenze a dettare prescrizioni, si é costruito sul sedime del precedente quartier generale della ditta, un laconico brano di chiarezza. Un bianco volume scavato da logge che sembrano contenere un’oscuritá profonda, drammaticamente dipinta sulle pareti piú interne cosí da accentuare da un lato i giochi d’ombra e gli effetti di chiaroscuro, dall’altro a nascondere alla vista le nere polveri laviche eruttate in modo pressoché costante dal vulcano. Un edificio memore di un’antica Triennale di Milano, e piú precisamente della XV, la Triennale della Tendenza. La mostra dove Takefumi Aida espose le sue pure ed icastiche architetture cosí paradossalmente simili a quelle di Rossi e Grassi. Silenti oggetti a reazione poetica che pur provenendo da mondi opposti e distanti finivano per parlare una medesima lingua comune, al di lá delle ovvie differenze culturali e  geografiche. Una tangenza/Tendenza al gesto minimo, al sottovoce non timido ma colmo di pregnanza. La traccia di una misura che allora univa Italia e Giappone. Una misura ora nuovamente evocata in un brano periferico di una cittá lontana, il cui paesaggio probabilmente il prossimo anno avrá giá completamente mutato aspetto, caratteri, senso. Ma forse tutto questo non sarà perduto. Far from Tokyo's and Osaka's endless metropolitan areas, in a tropical southern Japan where during the 15th century the first Jesuits brought the cross and Dutch merchants the arquebus, we had the chanche to design the new headquarters for a well known company based in Kagoshima, Kyushu island. The project site is placed in a area comprised by the great Kinko bay coast line and its near green hills. Till the eighties this area used to be part of Kagoshima's commercial harbour with its landscape shaped by the presence of old docks and warehouses. A new landscape has been built in recent years over this historical industrial suburban fabric. An endless strip of neon glittering malls, department stores, pachinko parlours and huge residential blocks, with no architecture quality at all, has been superimposed over the old layer of the old suburb. A fluctuating urbanscape, where ancient traditional houses and showa pop style apartment buildings are even now progressively torn down due to lack of any Prefectural Heritage Autorithy or Urban Plans Projects involving preservation or lansdcape design policies. Using the same ground of the previous headquarters building for the new project, we wanted to build a neat, clear architectural piece. A white cube excavated by a series of loggias, painted in black like the dark powders of the near Sakaurajima volcano. A mute laconical sign standing like a landmark in opposition to the ever changing urban landscape. A building conceived like an homage to a famous venue at 1973 XV Triennale in Milan. The exhibition where the 'Tendenza' was estabilished, and Takefumi Aida's white, icastic, architectures were able to set a dialogue with Aldo Rossi's and Giorgio Grassi's ones. All of them sharing a same architectural language, notwhitstanding the obvious cultural gaps and differencies. A conceptual memory of a time where Japanese and Italian research tendencies in architecture field were almost mutually overlapping. The new headquarters project evokes all these references in the outskirts of a distant city of the far east., standing still into a everchanging landscape which will be completely different the next year. As Aldo Rossi used to say: “Forse tutto questo non sarà perduto”.

SanyoHouse Corporation Headquarters, Kagoshima (Giappone) / Volpe, Andrea Innocenzo. - STAMPA. - 14:(2016), pp. 138-139. (Intervento presentato al convegno 14° Convegno Identità dell'Architettura italiana tenutosi a Firenze, Piazza San Marco 4, Aula Magna dell'Università degli Studi di Firenze nel 13/14 Dicembre 2016).

SanyoHouse Corporation Headquarters, Kagoshima (Giappone)

VOLPE, ANDREA INNOCENZO
2016

Abstract

Lontano dalle grandi aree metropolitane di Tokyo e Osaka, in un tropicale Giappone del sud, dove nel sedicesimo secolo sbarcarono i primi gesuiti con le loro croci e gli olandesi con i loro archibugi, si é presentata l’occasione di progettare la nuova sede di un’importante azienda di Kagoshima, la piú meridionale delle cittá della grande isola di Kyushu. Compresa fra la linea di costa della grande baia di Kinko dominata da uno dei piú attivi vulcani del Giappone, il Sakurajima, e le pendici dei vicini colli, si distende un’ampia area un tempo liminare al porto merci della cittá, oggi mutata in grande centro commerciale lineare dopo la dismissione di molti docks, magazzini e silos. Qui grandi complessi residenziali e scintillanti Mall si alternano a Pachinko parlour senza soluzione di continuitá. Un panorama al neon sovrapposto brutalmente al vecchio tessuto di abitazioni suburbane, case tradizionali dei primi anni del secolo ventesimo eroicamente sopravvissute ai bombardamenti americani, o dignitose palazzine degli anni sessanta e settanta, espressione ingenuamente Pop dell’ottimismo nipponico nella rapida crescita economica che contraddistinse l’epoca Showa. In questo scenario fluttuante che muta di anno in anno, e dove é possibile fare di tutto poiché non esistono né strumenti di piano o norme che tutelino il paesaggio, né Soprintendenze a dettare prescrizioni, si é costruito sul sedime del precedente quartier generale della ditta, un laconico brano di chiarezza. Un bianco volume scavato da logge che sembrano contenere un’oscuritá profonda, drammaticamente dipinta sulle pareti piú interne cosí da accentuare da un lato i giochi d’ombra e gli effetti di chiaroscuro, dall’altro a nascondere alla vista le nere polveri laviche eruttate in modo pressoché costante dal vulcano. Un edificio memore di un’antica Triennale di Milano, e piú precisamente della XV, la Triennale della Tendenza. La mostra dove Takefumi Aida espose le sue pure ed icastiche architetture cosí paradossalmente simili a quelle di Rossi e Grassi. Silenti oggetti a reazione poetica che pur provenendo da mondi opposti e distanti finivano per parlare una medesima lingua comune, al di lá delle ovvie differenze culturali e  geografiche. Una tangenza/Tendenza al gesto minimo, al sottovoce non timido ma colmo di pregnanza. La traccia di una misura che allora univa Italia e Giappone. Una misura ora nuovamente evocata in un brano periferico di una cittá lontana, il cui paesaggio probabilmente il prossimo anno avrá giá completamente mutato aspetto, caratteri, senso. Ma forse tutto questo non sarà perduto. Far from Tokyo's and Osaka's endless metropolitan areas, in a tropical southern Japan where during the 15th century the first Jesuits brought the cross and Dutch merchants the arquebus, we had the chanche to design the new headquarters for a well known company based in Kagoshima, Kyushu island. The project site is placed in a area comprised by the great Kinko bay coast line and its near green hills. Till the eighties this area used to be part of Kagoshima's commercial harbour with its landscape shaped by the presence of old docks and warehouses. A new landscape has been built in recent years over this historical industrial suburban fabric. An endless strip of neon glittering malls, department stores, pachinko parlours and huge residential blocks, with no architecture quality at all, has been superimposed over the old layer of the old suburb. A fluctuating urbanscape, where ancient traditional houses and showa pop style apartment buildings are even now progressively torn down due to lack of any Prefectural Heritage Autorithy or Urban Plans Projects involving preservation or lansdcape design policies. Using the same ground of the previous headquarters building for the new project, we wanted to build a neat, clear architectural piece. A white cube excavated by a series of loggias, painted in black like the dark powders of the near Sakaurajima volcano. A mute laconical sign standing like a landmark in opposition to the ever changing urban landscape. A building conceived like an homage to a famous venue at 1973 XV Triennale in Milan. The exhibition where the 'Tendenza' was estabilished, and Takefumi Aida's white, icastic, architectures were able to set a dialogue with Aldo Rossi's and Giorgio Grassi's ones. All of them sharing a same architectural language, notwhitstanding the obvious cultural gaps and differencies. A conceptual memory of a time where Japanese and Italian research tendencies in architecture field were almost mutually overlapping. The new headquarters project evokes all these references in the outskirts of a distant city of the far east., standing still into a everchanging landscape which will be completely different the next year. As Aldo Rossi used to say: “Forse tutto questo non sarà perduto”.
2016
Identità dell'Architettura Italiana XIV
14° Convegno Identità dell'Architettura italiana
Firenze, Piazza San Marco 4, Aula Magna dell'Università degli Studi di Firenze
13/14 Dicembre 2016
Volpe, Andrea Innocenzo
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