Oggetto di questo contributo è la traduzione come metafora nella storia dell'arte o, se vogliamo, la tendenza a leggere le opere d’arte come testi letterari. Rudolf Borchardt nel 1932 dedica a Pisa, città "che si nega al mutamento", un lungo saggio con un motto di Arnaut Daniel: "mas mi non camja tems ni luocs". In questo libro, uscito in Italia col titolo Pisa. Solitudine di un impero l'eccentrica città toscana viene accostata alla civiltà provenzale in un'orazione del 1928 significativamente intitolata Arnaut Daniel e Giovanni Pisano come creatori della moderna forma mentis europea. Borchardt condivide con Nietzsche la predilezione per la “causa victa” della civiltà provenzale e, come il filosofo, legge la realtà, in questo caso i monumenti e le opere d'arte, come testi letterari. Nelle sue considerazioni stilistiche osserviamo un continuo innesto del linguaggio letterario in quello delle arti figurative e l'insistita intersezione tra i due ambiti. La "traduzione", termine centrale anche per Nietzsche in quanto legata a un modo diverso di interpretare le cose o leggere la realtà (basti pensare alla ricorrenza di termini che questi adopera soprattutto a partire dagli anni 80 come “um-deuten”, “um-lernen”, “um-denken”, “um-taufen”), diventa pertanto il perno di continui interscambi tra culture diverse.
Il pulpito di Nicola Pisano. Borchardt, Nietzsche e la traduzione come metafora stilistica / Vivarelli, Vivetta. - STAMPA. - (2015), pp. 397-501.
Il pulpito di Nicola Pisano. Borchardt, Nietzsche e la traduzione come metafora stilistica
VIVARELLI, VIVETTA
2015
Abstract
Oggetto di questo contributo è la traduzione come metafora nella storia dell'arte o, se vogliamo, la tendenza a leggere le opere d’arte come testi letterari. Rudolf Borchardt nel 1932 dedica a Pisa, città "che si nega al mutamento", un lungo saggio con un motto di Arnaut Daniel: "mas mi non camja tems ni luocs". In questo libro, uscito in Italia col titolo Pisa. Solitudine di un impero l'eccentrica città toscana viene accostata alla civiltà provenzale in un'orazione del 1928 significativamente intitolata Arnaut Daniel e Giovanni Pisano come creatori della moderna forma mentis europea. Borchardt condivide con Nietzsche la predilezione per la “causa victa” della civiltà provenzale e, come il filosofo, legge la realtà, in questo caso i monumenti e le opere d'arte, come testi letterari. Nelle sue considerazioni stilistiche osserviamo un continuo innesto del linguaggio letterario in quello delle arti figurative e l'insistita intersezione tra i due ambiti. La "traduzione", termine centrale anche per Nietzsche in quanto legata a un modo diverso di interpretare le cose o leggere la realtà (basti pensare alla ricorrenza di termini che questi adopera soprattutto a partire dagli anni 80 come “um-deuten”, “um-lernen”, “um-denken”, “um-taufen”), diventa pertanto il perno di continui interscambi tra culture diverse.File | Dimensione | Formato | |
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