La tesi si occupa del ruolo e dell’efficacia conformativa del dolo nella bancarotta, muovendo dalla enucleazione di concetti generali tipici della fattispecie oggettiva ed evidenziando i tratti comuni delle molteplici incriminazioni: primo su tutti, unitamente al bene giuridico, il problematico tema del ruolo della sentenza dichiarativa di fallimento, risolto nel senso della distinzione concettuale tra “fallimento”, “insolvenza” e “dissesto”, nel rispettivo ruolo di condizione obiettiva estrinseca, presupposto/evento di pericolo ed evento della bancarotta impropria ex art. 223, comma 2, n. 1. Le considerazioni delineate, corroborate dall’analisi della diversa incidenza delle altre procedure concorsuali (e para-concorsuali) e della eventuale revoca della sentenza dichiarativa, vengono accompagnate da una riflessione sulla soggettività attiva, che chiude la prima parte dell’elaborato. È tuttavia noto che alla progressiva spinta riformatrice che ha mutato la fisionomia e l’essenza del diritto fallimentare non è seguita, se non marginalmente, una pari rivisitazione delle fattispecie di bancarotta, che permangono sostanzialmente nella originaria versione disegnata dal legislatore del 1942. Il secondo capitolo della tesi contiene una rassegna critica delle singole fattispecie incriminatrici, mettendo in evidenza le note strutturali del dolo in relazione alle peculiarità delle singole disposizioni, impiegando come parametro-cardine l’equivalenza sanzionatoria delle varie ipotesi e culminando nel delineare i caratteri del dolo tipico della bancarotta fraudolenta, al dichiarato scopo di restringere l’ambito applicativo della fattispecie patrimoniale pre-fallimentare. È proprio questo il tema specifico dell’elaborato, il quale, dopo aver affrontato i temi generali della materia e aver posto le basi per una prima ricostruzione degli aspetti obiettivi del Tatbestand, avanzerà la proposta di frapporre un correttivo di tipicità soggettiva alle carenze del fatto incriminato, che intervenga a delimitare l’ambito applicativo della bancarotta pre-fallimentare patrimoniale. Mediante il raffronto con le ipotesi a dolo specifico, con le fattispecie di evento e, soprattutto, con le forme di bancarotta post-fallimentare, viene infatti messo in luce un minimo comun denominatore che, trasportato nella fattispecie menzionata, ne evidenzia una tipicità rinnovata, tesa alla frammentarietà interna della fattispecie, e caratterizzata per una duplice “fraudolenza”: sotto il piano intellettivo, legandosi essa alla necessaria conoscenza dello stato di insolvenza, e sotto il profilo volitivo, essendo la condotta finalisticamente diretta alla lesione dell’interesse creditorio, con conseguente esclusione del dolo eventuale. Infine, in una prospettiva di più ampio respiro, si rafforzano le considerazioni suddette riferendosi alla trasmigrazione del dolo dalla colpevolezza al Tatbestand, ritenendo che l’elemento soggettivo si collochi all’interno del fatto tipico, orientandolo sin dalla sua messa in essere; tali riflessioni, proiettate verso la teoria generale e volte ad asseverare il metodo intrapreso in precedenza, chiudono l’elaborato, conducendo alla delineazione delle coordinate di fondo di una possibile riforma di questo settore del sistema di tutela penal-fallimentare.

Il dolo nella bancarotta. Alla ricerca della tipicità soggettiva della fattispecie patrimoniale / Minicucci, Gherardo. - (2017).

Il dolo nella bancarotta. Alla ricerca della tipicità soggettiva della fattispecie patrimoniale

MINICUCCI, GHERARDO
2017

Abstract

La tesi si occupa del ruolo e dell’efficacia conformativa del dolo nella bancarotta, muovendo dalla enucleazione di concetti generali tipici della fattispecie oggettiva ed evidenziando i tratti comuni delle molteplici incriminazioni: primo su tutti, unitamente al bene giuridico, il problematico tema del ruolo della sentenza dichiarativa di fallimento, risolto nel senso della distinzione concettuale tra “fallimento”, “insolvenza” e “dissesto”, nel rispettivo ruolo di condizione obiettiva estrinseca, presupposto/evento di pericolo ed evento della bancarotta impropria ex art. 223, comma 2, n. 1. Le considerazioni delineate, corroborate dall’analisi della diversa incidenza delle altre procedure concorsuali (e para-concorsuali) e della eventuale revoca della sentenza dichiarativa, vengono accompagnate da una riflessione sulla soggettività attiva, che chiude la prima parte dell’elaborato. È tuttavia noto che alla progressiva spinta riformatrice che ha mutato la fisionomia e l’essenza del diritto fallimentare non è seguita, se non marginalmente, una pari rivisitazione delle fattispecie di bancarotta, che permangono sostanzialmente nella originaria versione disegnata dal legislatore del 1942. Il secondo capitolo della tesi contiene una rassegna critica delle singole fattispecie incriminatrici, mettendo in evidenza le note strutturali del dolo in relazione alle peculiarità delle singole disposizioni, impiegando come parametro-cardine l’equivalenza sanzionatoria delle varie ipotesi e culminando nel delineare i caratteri del dolo tipico della bancarotta fraudolenta, al dichiarato scopo di restringere l’ambito applicativo della fattispecie patrimoniale pre-fallimentare. È proprio questo il tema specifico dell’elaborato, il quale, dopo aver affrontato i temi generali della materia e aver posto le basi per una prima ricostruzione degli aspetti obiettivi del Tatbestand, avanzerà la proposta di frapporre un correttivo di tipicità soggettiva alle carenze del fatto incriminato, che intervenga a delimitare l’ambito applicativo della bancarotta pre-fallimentare patrimoniale. Mediante il raffronto con le ipotesi a dolo specifico, con le fattispecie di evento e, soprattutto, con le forme di bancarotta post-fallimentare, viene infatti messo in luce un minimo comun denominatore che, trasportato nella fattispecie menzionata, ne evidenzia una tipicità rinnovata, tesa alla frammentarietà interna della fattispecie, e caratterizzata per una duplice “fraudolenza”: sotto il piano intellettivo, legandosi essa alla necessaria conoscenza dello stato di insolvenza, e sotto il profilo volitivo, essendo la condotta finalisticamente diretta alla lesione dell’interesse creditorio, con conseguente esclusione del dolo eventuale. Infine, in una prospettiva di più ampio respiro, si rafforzano le considerazioni suddette riferendosi alla trasmigrazione del dolo dalla colpevolezza al Tatbestand, ritenendo che l’elemento soggettivo si collochi all’interno del fatto tipico, orientandolo sin dalla sua messa in essere; tali riflessioni, proiettate verso la teoria generale e volte ad asseverare il metodo intrapreso in precedenza, chiudono l’elaborato, conducendo alla delineazione delle coordinate di fondo di una possibile riforma di questo settore del sistema di tutela penal-fallimentare.
2017
Giovanni Flora
ITALIA
Minicucci, Gherardo
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Tipologia: Tesi di dottorato
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