Fu un artista di talento il pittore friulano Giuseppe Borsato. Introdotto nella cerchia di Giannantonio Selva e di Pietro Gonzaga, nel corso della sua lunga vita egli dipinse quadri, specialmente d’impronta vedutistica. Si cimentò in grandiose decorazioni ad affresco popolate di prospettive, architetture e decori ispirati all’antico e alla statuaria di Canova. Ideò apparati sontuosi per visite imperiali a Venezia. Realizzò scenografie (documentate anzitutto dai bozzetti conservati a Parigi negli album della Bibliothèque-Musée dell’Opéra editi nel 1995 da Maria Ida Biggi), dipinse sipari e restaurò teatri. Lavorò nel complesso marciano del palazzo Reale voluto da Napoleone, nella “Reale Villeggiatura” della villa di Stra e abbellì le dimore di ricchi aristocratici e borghesi veneziani e veneti. Disegnò oggetti, mobili, ornati e interni. Aggiornò così, in città e in Terraferma, la tradizione della ex Serenissima, accordandola nel segno internazionale del gusto neoclassico e dello stile Impero dettato all’Europa anche dalle tavole della Recueil di Percier e Fontaine.
Su Giuseppe Borsato (1770-1849) / Mazzoni, Stefano. - In: WWW.DRAMMATURGIA.IT. - ISSN 1724-0336. - ELETTRONICO. - (2017), pp. 0-0.
Su Giuseppe Borsato (1770-1849)
MAZZONI, STEFANO
2017
Abstract
Fu un artista di talento il pittore friulano Giuseppe Borsato. Introdotto nella cerchia di Giannantonio Selva e di Pietro Gonzaga, nel corso della sua lunga vita egli dipinse quadri, specialmente d’impronta vedutistica. Si cimentò in grandiose decorazioni ad affresco popolate di prospettive, architetture e decori ispirati all’antico e alla statuaria di Canova. Ideò apparati sontuosi per visite imperiali a Venezia. Realizzò scenografie (documentate anzitutto dai bozzetti conservati a Parigi negli album della Bibliothèque-Musée dell’Opéra editi nel 1995 da Maria Ida Biggi), dipinse sipari e restaurò teatri. Lavorò nel complesso marciano del palazzo Reale voluto da Napoleone, nella “Reale Villeggiatura” della villa di Stra e abbellì le dimore di ricchi aristocratici e borghesi veneziani e veneti. Disegnò oggetti, mobili, ornati e interni. Aggiornò così, in città e in Terraferma, la tradizione della ex Serenissima, accordandola nel segno internazionale del gusto neoclassico e dello stile Impero dettato all’Europa anche dalle tavole della Recueil di Percier e Fontaine.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.