Nel saggio si ricostruisce la concezione con la quale Beccaria tematizza in termini fortemente critici la condizione del sistema giuridico penale e più in generale del sistema giuridico del suo tempo sulla base di una visione che fa valere la differenza tra quelle che possiamo chiamare «leggi reali», le leggi effettivamente esistenti, il Sein della situazione legislativo-normativa, e quelle che possiamo chiamare «leggi ideali», il Sollen della situazione legislativo-normativa, cioè tra le leggi così come sono e le leggi come dovrebbero essere «secondo ragione». Questa concezione comprende da una parte la critica radicale del diritto di proprietà che, diversamente dal diritto alla vita, non è considerato un diritto di natura e dall’altra parte la critica dello «spirito di famiglia» alla luce del suo contrario, lo «spirito repubblicano», che dovrebbe permeare di sé ogni sistema giuridico composto da uomini e cittadini e non da impauriti sudditi sottoposti al volere dei loro capifamiglia. Beccaria non spinge la sua critica fino alle estreme conseguenze e propone invece un modello di diritto penale giusto e quindi legittimo, basato sul contratto sociale, su di un utilitarismo egualitario e su di una concezione della società che tramite il criterio del «danno oggettivo» gli consente di tematizzare all’interno del sistema giuridico penale e più in generale del sistema giuridico le relazioni asimmetriche di forza e di potere tra ricchi e potenti da un lato e poveri e deboli dall’altro.
Il potere dell’insetto e l’insetto del potere. Ovvero: la questione democratica in “Dei Delitti e delle pene” di Cesare Beccaria, in: Quaderni Fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno, Bd. 44, 929-966 / Siciliano, Domenico. - In: QUADERNI FIORENTINI PER LA STORIA DEL PENSIERO GIURIDICO MODERNO. - ISSN 0392-1867. - STAMPA. - 44:(2015), pp. 929-966.
Il potere dell’insetto e l’insetto del potere. Ovvero: la questione democratica in “Dei Delitti e delle pene” di Cesare Beccaria, in: Quaderni Fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno, Bd. 44, 929-966
SICILIANO, DOMENICO
2015
Abstract
Nel saggio si ricostruisce la concezione con la quale Beccaria tematizza in termini fortemente critici la condizione del sistema giuridico penale e più in generale del sistema giuridico del suo tempo sulla base di una visione che fa valere la differenza tra quelle che possiamo chiamare «leggi reali», le leggi effettivamente esistenti, il Sein della situazione legislativo-normativa, e quelle che possiamo chiamare «leggi ideali», il Sollen della situazione legislativo-normativa, cioè tra le leggi così come sono e le leggi come dovrebbero essere «secondo ragione». Questa concezione comprende da una parte la critica radicale del diritto di proprietà che, diversamente dal diritto alla vita, non è considerato un diritto di natura e dall’altra parte la critica dello «spirito di famiglia» alla luce del suo contrario, lo «spirito repubblicano», che dovrebbe permeare di sé ogni sistema giuridico composto da uomini e cittadini e non da impauriti sudditi sottoposti al volere dei loro capifamiglia. Beccaria non spinge la sua critica fino alle estreme conseguenze e propone invece un modello di diritto penale giusto e quindi legittimo, basato sul contratto sociale, su di un utilitarismo egualitario e su di una concezione della società che tramite il criterio del «danno oggettivo» gli consente di tematizzare all’interno del sistema giuridico penale e più in generale del sistema giuridico le relazioni asimmetriche di forza e di potere tra ricchi e potenti da un lato e poveri e deboli dall’altro.File | Dimensione | Formato | |
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