Nell’ambito degli studi antropologici il lavoro artigiano e contadino è stato al centro di molte ricerche; per anni le abbiamo condotte pensando di salvare il passato, da un po’ di tempo ci rendiamo conto che stavamo salvando il futuro. E in effetti i saperi del mondo contadino e artigiano sono oggi all’origine di un ripensamento del mondo che fa perno sul rispetto dell’ambiente, sulla qualità, sulla filiera corta. Al centro di questo processo c’è la memoria che si presenta come una risorsa, un repertorio straordinario di esperienze e di saperi utili per l’oggi e il domani. Già dagli anni ‘90 del Novecento il nostro lavoro è stato accompagnato da una ripresa di attenzione collettiva verso le declinazioni di varietà, differenza, qualità che erano implicate nell’interesse rivolto alle diversità alimentari, espressive, paesistiche, culturali dei territori. Un’attenzione che ha alimentato un tipo nuovo di consumi, sia materiali e quotidiani, sia relativi a eventi culturali o turistici, dando a noi studiosi la sensazione di lavorare, da un lato in minore solitudine - anche se spesso in competizione con varie agenzie meno qualificate - dall’altro di riscuotere una crescente considerazione fra la gente, rendendo palesemente percepibile il fatto che i consumi in genere, e i consumi culturali in particolare, avvenivano sulla scorta di una crescente consapevolezza riguardo al capitale culturale e alla ricchezza insita nella diversità.

Arti manuali per il futuro. Elogio delle differenze / Maria Elena, Giusti. - In: BOLLETTINO DELL'ACCADEMIA DEGLI EUTELETI DELLA CITTÀ DI SAN MINIATO. - ISSN 2281-521X. - STAMPA. - 80:(2013), pp. 101-116.

Arti manuali per il futuro. Elogio delle differenze

GIUSTI, MARIA ELENA
2013

Abstract

Nell’ambito degli studi antropologici il lavoro artigiano e contadino è stato al centro di molte ricerche; per anni le abbiamo condotte pensando di salvare il passato, da un po’ di tempo ci rendiamo conto che stavamo salvando il futuro. E in effetti i saperi del mondo contadino e artigiano sono oggi all’origine di un ripensamento del mondo che fa perno sul rispetto dell’ambiente, sulla qualità, sulla filiera corta. Al centro di questo processo c’è la memoria che si presenta come una risorsa, un repertorio straordinario di esperienze e di saperi utili per l’oggi e il domani. Già dagli anni ‘90 del Novecento il nostro lavoro è stato accompagnato da una ripresa di attenzione collettiva verso le declinazioni di varietà, differenza, qualità che erano implicate nell’interesse rivolto alle diversità alimentari, espressive, paesistiche, culturali dei territori. Un’attenzione che ha alimentato un tipo nuovo di consumi, sia materiali e quotidiani, sia relativi a eventi culturali o turistici, dando a noi studiosi la sensazione di lavorare, da un lato in minore solitudine - anche se spesso in competizione con varie agenzie meno qualificate - dall’altro di riscuotere una crescente considerazione fra la gente, rendendo palesemente percepibile il fatto che i consumi in genere, e i consumi culturali in particolare, avvenivano sulla scorta di una crescente consapevolezza riguardo al capitale culturale e alla ricchezza insita nella diversità.
2013
80
101
116
Maria Elena, Giusti
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