Si presenta il commento di Andrea Lancia alla Commedia, illustrandone le caratteristiche, le fonti, la datazione, i contenuti fondamentali, la fortuna.
Il contributo porta alla luce per la prima volta il commento autografo di Andrea Lancia (Firenze, ante 1297- post 16 ottobre 1357) alla “Commedia” dantesca, conservato nel ms. Firenze, Bibl. Nazionale centrale, II I 39 e databile tra il 1341 e il 1343. Il codice viene ora descritto, datato alla prima metà degli anni Quaranta del Trecento in base a elementi codicologici, paleografici e storico-culturali, inserito nella tradizione del testo della “Commedia” in quanto appartenente alla famiglia del “Dante dei Cento”, confrontato con un'altra copia della "Commedia" realizzata dal Lancia (Firenze, Bibl. Riccardiana, 1033). Si presentano quindi i caratteri principali delle chiose; esse non solo interagiscono fortemente con la precedente esegesi dantesca (Iacopo e Pietro Alighieri, Lana, Graziolo Bambaglioli, l’Ottimo commento, ecc.), ma si rivelano fondamentali per la conoscenza che rivelano di opere dantesche rare o rarissime: oltre alla “Vita nuova” e alle “Rime”, anche il “Convivio”, l’“Epistola a Cangrande” e probabilmente la "Tenzone" tra Dante e Forese Donati. Viene indagata infine la fortuna di queste chiose, che, relativamente alla seconda cantica, si rivelano una fonte fondamentale per la comprensione del commento realizzato a fine Trecento dall’Anonimo Fiorentino.
Le chiose alla «Commedia» di Andrea Lancia, l’«Epistola a Cangrande» e altre questioni dantesche / Azzetta, Luca. - In: L'ALIGHIERI. - ISSN 0516-6551. - STAMPA. - 21:(2003), pp. 5-76.
Le chiose alla «Commedia» di Andrea Lancia, l’«Epistola a Cangrande» e altre questioni dantesche
AZZETTA, LUCA
2003
Abstract
Il contributo porta alla luce per la prima volta il commento autografo di Andrea Lancia (Firenze, ante 1297- post 16 ottobre 1357) alla “Commedia” dantesca, conservato nel ms. Firenze, Bibl. Nazionale centrale, II I 39 e databile tra il 1341 e il 1343. Il codice viene ora descritto, datato alla prima metà degli anni Quaranta del Trecento in base a elementi codicologici, paleografici e storico-culturali, inserito nella tradizione del testo della “Commedia” in quanto appartenente alla famiglia del “Dante dei Cento”, confrontato con un'altra copia della "Commedia" realizzata dal Lancia (Firenze, Bibl. Riccardiana, 1033). Si presentano quindi i caratteri principali delle chiose; esse non solo interagiscono fortemente con la precedente esegesi dantesca (Iacopo e Pietro Alighieri, Lana, Graziolo Bambaglioli, l’Ottimo commento, ecc.), ma si rivelano fondamentali per la conoscenza che rivelano di opere dantesche rare o rarissime: oltre alla “Vita nuova” e alle “Rime”, anche il “Convivio”, l’“Epistola a Cangrande” e probabilmente la "Tenzone" tra Dante e Forese Donati. Viene indagata infine la fortuna di queste chiose, che, relativamente alla seconda cantica, si rivelano una fonte fondamentale per la comprensione del commento realizzato a fine Trecento dall’Anonimo Fiorentino.File | Dimensione | Formato | |
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