La percezione del carcere nei professionisti di domani.

Occuparsi di carcere – in particolare dal punto di vista psicologico e psicosociale – vuol dire occuparsi della ri-educazione di persone che hanno rotto il patto sociale, commettendo un reato contro altri individui, o oggetti, o leggi dello Stato, riflettendo anche sul “pregresso” del reato. Affrontare questi temi con giovani studenti, in corsi di studio universitari che costruiscono professionalità finalizzate anche ad intervenire nella devianza, richiede una ridefinizione del problema che li metta in grado di ottenere conoscenza, competenza e, auspicabilmente, sapere critico. Gli studenti universitari che hanno partecipato a un lavoro seminariale su questo tema, di preformazione per un Progetto Europeo (PROVA, www.provaproject.org), erano un gruppo proveniente da diversi corsi di laurea: Psicologia, Educazione sociale e Servizio sociale. L’essere 'misti' ha costituito da un lato una criticità, perché non è scontata l’armonizzazione tra saperi e provenienze diversi, dall’altro si è trasformato in un punto di forza, nel momento in cui sono diventati consapevoli delle opportunità di fare un lavoro transdisciplinare.