Il saggio descrive una metodologia originale per lettura degli spazi residuali all’interno di un contesto urbano consolidato (nel caso specifico, il centro storico di Firenze). L’estrema complessità, variabilità e soggettività del concetto di spazio residuale ostacola l’adozione di una definizione unica e predeterminata in grado di “spiegare” tutti i casi in cui la natura residuale di uno spazio pubblico si può esprimere. Questa difficoltà è stata affrontata attraverso due operazioni correlate: la prima riguarda la lettura dei “sintomi” che possono essere considerati espressione concreta di residualità (le “manifestazioni”); la seconda, invece, si basa sull’analisi e sull’interpretazione delle possibili motivazioni in grado di determinare la condizione di residualità (le “cause”). La scelta di risalire alle cause partendo dagli effetti deriva, come si è detto, dalla natura complessa degli spazi residuali che mal si presta a classificazioni rigide; tale approccio favorisce la possibilità di accogliere le diverse ‘storie’, sfumature e caratterizzazioni che uno spazio residuale può esprimere. Per quanto riguarda la lettura dei sintomi - cioè le manifestazioni della residualità - sono stati identificati tre aspetti specifici (degrado, assenza di persone, uso improprio) i quali sono stati ritenuti maggiormente significativi nel determinare una condizione di residualità di uno spazio pubblico urbano. Lo studio delle cause della residualità, invece, è partito dall’individuazione di tre grandi categorie: le cause intrinseche, le cause legate all’uso e le cause semantiche. Per ogni categoria sono poi stati individuati alcuni fattori che, a loro volta, sono stati considerati maggiormente significativi per determinare la natura residuale di uno spazio. Per quanto riguarda le cause intrinseche sono stati studiati e approfonditi i fattori topologici e i fattori morfologico-dimensionali; per quanto riguarda le cause legate all’uso sono stati analizzati i fattori funzionali, i fattori ambientali e i fattori gestionali. Per quanto riguarda, infine, le cause semantiche si sono presi in considerazione i fattori simbolici e quelli relazionali. La metodologia delle Manifestazioni e delle Cause rappresenta uno strumento aperto e flessibile. Aperto, in quanto è suscettibile di essere arricchito e implementato con ulteriori ipotesi e riflessioni che potrebbero presentarsi; flessibile perché riduce il grado di arbitrarietà nell’individuazione degli spazi residuali e facilita una lettura della città secondo chiavi di lettura e punti di vista diversi. Si può ritenere che tale metodologia possa essere un utile strumento sia per individuare gli spazi residuali presenti in un dato contesto urbano sia per cercare di comprendere le ragioni che favoriscono la loro residualità.

Una modalità di esplorazione degli spazi residuali urbani / Antonio, Lauria; Luigi, Vessella. - STAMPA. - (2017), pp. 77-117.

Una modalità di esplorazione degli spazi residuali urbani

Antonio Lauria;Luigi Vessella
2017

Abstract

Il saggio descrive una metodologia originale per lettura degli spazi residuali all’interno di un contesto urbano consolidato (nel caso specifico, il centro storico di Firenze). L’estrema complessità, variabilità e soggettività del concetto di spazio residuale ostacola l’adozione di una definizione unica e predeterminata in grado di “spiegare” tutti i casi in cui la natura residuale di uno spazio pubblico si può esprimere. Questa difficoltà è stata affrontata attraverso due operazioni correlate: la prima riguarda la lettura dei “sintomi” che possono essere considerati espressione concreta di residualità (le “manifestazioni”); la seconda, invece, si basa sull’analisi e sull’interpretazione delle possibili motivazioni in grado di determinare la condizione di residualità (le “cause”). La scelta di risalire alle cause partendo dagli effetti deriva, come si è detto, dalla natura complessa degli spazi residuali che mal si presta a classificazioni rigide; tale approccio favorisce la possibilità di accogliere le diverse ‘storie’, sfumature e caratterizzazioni che uno spazio residuale può esprimere. Per quanto riguarda la lettura dei sintomi - cioè le manifestazioni della residualità - sono stati identificati tre aspetti specifici (degrado, assenza di persone, uso improprio) i quali sono stati ritenuti maggiormente significativi nel determinare una condizione di residualità di uno spazio pubblico urbano. Lo studio delle cause della residualità, invece, è partito dall’individuazione di tre grandi categorie: le cause intrinseche, le cause legate all’uso e le cause semantiche. Per ogni categoria sono poi stati individuati alcuni fattori che, a loro volta, sono stati considerati maggiormente significativi per determinare la natura residuale di uno spazio. Per quanto riguarda le cause intrinseche sono stati studiati e approfonditi i fattori topologici e i fattori morfologico-dimensionali; per quanto riguarda le cause legate all’uso sono stati analizzati i fattori funzionali, i fattori ambientali e i fattori gestionali. Per quanto riguarda, infine, le cause semantiche si sono presi in considerazione i fattori simbolici e quelli relazionali. La metodologia delle Manifestazioni e delle Cause rappresenta uno strumento aperto e flessibile. Aperto, in quanto è suscettibile di essere arricchito e implementato con ulteriori ipotesi e riflessioni che potrebbero presentarsi; flessibile perché riduce il grado di arbitrarietà nell’individuazione degli spazi residuali e facilita una lettura della città secondo chiavi di lettura e punti di vista diversi. Si può ritenere che tale metodologia possa essere un utile strumento sia per individuare gli spazi residuali presenti in un dato contesto urbano sia per cercare di comprendere le ragioni che favoriscono la loro residualità.
2017
9788820767457
Piccoli Spazi Urbani. Valorizzazione degli spazi residuali in contesti storici e qualità sociale
77
117
Antonio, Lauria; Luigi, Vessella
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Descrizione: Capitolo 4 del libro "Piccoli Spazi Urbani, Valorizzazione degli spazi residuali e qualità sociale
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