L'architettura della contemporaneità, soprattutto in un contesto storico, deve essere “memoria del passato e presagio del futuro”. Per questo deve essere “architettura senza tempo”, che paia cioè sempre essere esistita, deve porsi in “continuità con la città” leggendo con attenzione il contesto per riproporlo. L’approccio metodologico alla progettazione di questo intervento si riferisce strettamente sia al nostro modo abituale di fare architettura, sia a una serie di temi emergenti nell’attuale dibattito architettonico e urbanistico. Innanzitutto il tema legato al significato di architettura “urbana”, come scena fissa delle vicende degli uomini, unito al tema dell’economia dei mezzi tecnici ed espressivi, in contrapposizione a un’architettura “gridata”, che cerca disperatamente le differenze, il brand, e che finisce per esaltare la frammentazione della città. Il tema della cultura, e dell’architettura, come intrattenimento in contrapposizione a un’architettura silenziosa, non appariscente, fatta di segni necessari, cioè l’anima migliore della città europea in cui ci si possa riconoscere. Indissolubilmente legato al precedente è il tema del costruire per la lunga durata, in contrapposizione al principio fondante della moda, “che sta nell’identificare quell’effimero stato della cultura e della società noto come Zeitgeist e riproporne al mondo l’immagine in versione sartoriale. Il regno dell’economia e del mercato è il regno del tempo breve, mentre quello della costruzione della città è il tempo della durata, della capacità che idee espresse in modo fisicamente preciso hanno di offrirsi in futuro alle variazioni di uso e di significato”, mantenendo, attraverso la qualità architettonica, un ruolo protagonista nella definizione dello spazio urbano. Poi c'è un tema, legato per i suoi risvolti figurativi alla scelta di adottare solo segni necessari, che è quello della ricerca di una forma tettonica, enfatizzando il potenziale espressivo della tecnica costruttiva. Questo è alla base della proposta progettuale in relazione all’intervento di sostituzione della cortina edilizia esistente. Il fronte su via Secchi del nuovo edificio ricerca un proprio ruolo “urbano” a partire dai concetti espressi e dalla lettura attenta del contesto e della preesistenza. L’attenzione ai temi energetici (involucro massivo ad elevata inerzia termica, super isolamento a cappotto, facciata ventilata, infissi altamente performanti) è volutamente non ostentata, ma celata dietro un linguaggio sommesso e atemporale. L’impaginato di facciata deriva dall’assemblaggio, secondo lo schema trilitico, di elementi prefabbricati leggeri in GFRC fotocatalitico, piedritti e architravi, fissati meccanicamente alle retrostanti strutture.

Progetto per il concorso a inviti sul recupero dell'ex sede ACI di via Secchi a Reggio Emilia: 3° classificato / Alberto, Manfredini. - STAMPA. - (2017), pp. 86-87.

Progetto per il concorso a inviti sul recupero dell'ex sede ACI di via Secchi a Reggio Emilia: 3° classificato

Alberto Manfredini
2017

Abstract

L'architettura della contemporaneità, soprattutto in un contesto storico, deve essere “memoria del passato e presagio del futuro”. Per questo deve essere “architettura senza tempo”, che paia cioè sempre essere esistita, deve porsi in “continuità con la città” leggendo con attenzione il contesto per riproporlo. L’approccio metodologico alla progettazione di questo intervento si riferisce strettamente sia al nostro modo abituale di fare architettura, sia a una serie di temi emergenti nell’attuale dibattito architettonico e urbanistico. Innanzitutto il tema legato al significato di architettura “urbana”, come scena fissa delle vicende degli uomini, unito al tema dell’economia dei mezzi tecnici ed espressivi, in contrapposizione a un’architettura “gridata”, che cerca disperatamente le differenze, il brand, e che finisce per esaltare la frammentazione della città. Il tema della cultura, e dell’architettura, come intrattenimento in contrapposizione a un’architettura silenziosa, non appariscente, fatta di segni necessari, cioè l’anima migliore della città europea in cui ci si possa riconoscere. Indissolubilmente legato al precedente è il tema del costruire per la lunga durata, in contrapposizione al principio fondante della moda, “che sta nell’identificare quell’effimero stato della cultura e della società noto come Zeitgeist e riproporne al mondo l’immagine in versione sartoriale. Il regno dell’economia e del mercato è il regno del tempo breve, mentre quello della costruzione della città è il tempo della durata, della capacità che idee espresse in modo fisicamente preciso hanno di offrirsi in futuro alle variazioni di uso e di significato”, mantenendo, attraverso la qualità architettonica, un ruolo protagonista nella definizione dello spazio urbano. Poi c'è un tema, legato per i suoi risvolti figurativi alla scelta di adottare solo segni necessari, che è quello della ricerca di una forma tettonica, enfatizzando il potenziale espressivo della tecnica costruttiva. Questo è alla base della proposta progettuale in relazione all’intervento di sostituzione della cortina edilizia esistente. Il fronte su via Secchi del nuovo edificio ricerca un proprio ruolo “urbano” a partire dai concetti espressi e dalla lettura attenta del contesto e della preesistenza. L’attenzione ai temi energetici (involucro massivo ad elevata inerzia termica, super isolamento a cappotto, facciata ventilata, infissi altamente performanti) è volutamente non ostentata, ma celata dietro un linguaggio sommesso e atemporale. L’impaginato di facciata deriva dall’assemblaggio, secondo lo schema trilitico, di elementi prefabbricati leggeri in GFRC fotocatalitico, piedritti e architravi, fissati meccanicamente alle retrostanti strutture.
2017
978-88-8103-892-3
Identità dell'Architettura Italiana n. 15
86
87
Alberto, Manfredini
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