Le traduzioni occitane in versi della leggenda latina di santa Margherita d’Antiochia, «fanciulla perseguitata» tra le più popolari del medioevo, venerata in tutt’Europa come protettrice dei marinai e soprattutto delle donne partorienti, sono esempio significativo di una poesia devozionale che risponde alle esigenze di una religiosità ingenua e largamente condivisa. Sebbene dipendano dallo stesso ipotesto, che viene qui pubblicato nella lezione di un manoscritto di provenienza occitana, e siano cronologicamente non distanti (siamo nella seconda metà del Duecento), le due opere sono il frutto di tecniche di traduzione molto diverse. Rispetto alla prima, più breve e aderente alla fonte, la seconda tende all’amplificazione e scandisce i momenti cruciali della narrazione attraverso forme di iterazione parallelistica. Alle differenze stilistiche corrispondono altrettanto marcate differenze linguistiche. Alcuni tratti fonetici della versione minore, testimoniata da quattro manoscritti, tre catalani ancora duecenteschi e uno tolosano del primo Trecento, sono indizio non trascurabile di una possibile precoce circolazione in territorio linguadociano di poesia religiosa di autori catalani. La versione maggiore, unitestimoniale, pur essendo conservata dal codice compilato verso la metà del Trecento dal mercante avignonese Peire de Serras, proviene invece con ogni probabilità dall’area alvergnate. A distanza di più di un secolo dalle precedenti edizioni, i due testi trovano qui un assetto editoriale profondamente rinnovato, risultato dell’applicazione di un metodo filologico ricostruttivo che si avvale del confronto con la fonte latina.

Vita e passione di santa Margherita d’Antiochia. Due poemetti in lingua d’oc del XIII secolo / Maria Sofia Lannutti. - STAMPA. - (2012).

Vita e passione di santa Margherita d’Antiochia. Due poemetti in lingua d’oc del XIII secolo

Maria Sofia Lannutti
2012

Abstract

Le traduzioni occitane in versi della leggenda latina di santa Margherita d’Antiochia, «fanciulla perseguitata» tra le più popolari del medioevo, venerata in tutt’Europa come protettrice dei marinai e soprattutto delle donne partorienti, sono esempio significativo di una poesia devozionale che risponde alle esigenze di una religiosità ingenua e largamente condivisa. Sebbene dipendano dallo stesso ipotesto, che viene qui pubblicato nella lezione di un manoscritto di provenienza occitana, e siano cronologicamente non distanti (siamo nella seconda metà del Duecento), le due opere sono il frutto di tecniche di traduzione molto diverse. Rispetto alla prima, più breve e aderente alla fonte, la seconda tende all’amplificazione e scandisce i momenti cruciali della narrazione attraverso forme di iterazione parallelistica. Alle differenze stilistiche corrispondono altrettanto marcate differenze linguistiche. Alcuni tratti fonetici della versione minore, testimoniata da quattro manoscritti, tre catalani ancora duecenteschi e uno tolosano del primo Trecento, sono indizio non trascurabile di una possibile precoce circolazione in territorio linguadociano di poesia religiosa di autori catalani. La versione maggiore, unitestimoniale, pur essendo conservata dal codice compilato verso la metà del Trecento dal mercante avignonese Peire de Serras, proviene invece con ogni probabilità dall’area alvergnate. A distanza di più di un secolo dalle precedenti edizioni, i due testi trovano qui un assetto editoriale profondamente rinnovato, risultato dell’applicazione di un metodo filologico ricostruttivo che si avvale del confronto con la fonte latina.
2012
SISMEL - Edizioni del Galluzzo
ITA
Maria Sofia Lannutti
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/1142220
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact