I "Trattenimenti" di Scipione Bargagli furono composti prima del 1569, vennero stampati nel 1587, ripubblicati, in una diversa redazione, nel 1591, e mai più riediti integralmente. L'opera, che costituisce una delle testimonianze principali dell'attività letteraria senese dell'epoca, tramanda la consuetudine cittadina della 'veglia', al cui interno, attraverso i giuochi eseguiti e le novelle narrate per penitenza, viene codificata la concezione sociale e culturale delle accademie nobiliari senesi: il tutto ambientato durante il carnevale dell'assedio imperial-fiorentino del 1555, a sottolineare la volontà di preservare le tradizioni patrie in anni, come quelli Sessanta, in cui la repubblica senese, sconfitta duramente, aveva perso ogni autonomia ed era diventata parte dei possedimenti medicei. L'edizione, muovendosi sui tre piani della tradizione testuale, del commento e dell'Introduzione critica, mira a ricostruire il processo costitutivo dell'opera. Sotto il primo aspetto sono stati indagati i frammenti autografi superstiti e le due redazioni a stampa del libro, dirimendo, in base ai moderni criteri bibliologici, le vecchie questioni di una princeps fantasma del 1581 e di una ristampa del 1592 dell'edizione del 1591. L’ampio commento al testo punta soprattutto, al di là delle necessarie esplicazioni linguistiche, alla specificazione sia dei filoni culturali evocati dai giuochi, i quali pertengono ciascuno a generi diversi, sia delle teorie cinquecentesche sull'amore, di cui i Trattenimenti costituiscono infatti un piccolo trattato in forma di giuoco, articolato non solo sul registro platonico ma anche su quello carnascialesco-burlesco. Tessuto connettivo del commento, il costante rimando alla cultura quotidianamente praticata nelle accademie senesi consente di affrontare, in sede di Introduzione, la ricostruzione del giro d'anni in cui l'opera venne ideata e composta e che coincide con il noto risveglio letterario senese posteriore alla fine della guerra. In tal modo si precisano i vari orientamenti accademici del panorama cittadino (di solito appiattiti sul modello dell’Accademia degli Intronati) e soprattutto si delinea la complessiva strategia degli intellettuali, volta a ricucire la frattura determinata dalla sconfitta e dall'attribuzione di Siena ai Medici e a mediare l'inevitabile confronto con la cultura egemone. A questo scopo coopera anche la letteratura d'intrattenimento e giusto il libro di Scipione, insieme al "Dialogo de' giuochi" del fratello Girolamo, ma in modo peculiare, si ritaglia uno spazio vitale all'interno del dibattito, e rispecchia e al tempo stesso influenza le contemporanee esperienze oratorie e in genere celebrative che mirano a istituire un legame con la nuova capitale, riversando nell'operazione tutto il bagaglio del concreto esercizio accademico.

S. Bargagli, I trattenimenti, edizione critica con introduzione e commento / L. Ricco'; a cura di. - STAMPA. - (1989), pp. XIII-CVII +1-776.

S. Bargagli, I trattenimenti, edizione critica con introduzione e commento

RICCO', LAURA;
1989

Abstract

I "Trattenimenti" di Scipione Bargagli furono composti prima del 1569, vennero stampati nel 1587, ripubblicati, in una diversa redazione, nel 1591, e mai più riediti integralmente. L'opera, che costituisce una delle testimonianze principali dell'attività letteraria senese dell'epoca, tramanda la consuetudine cittadina della 'veglia', al cui interno, attraverso i giuochi eseguiti e le novelle narrate per penitenza, viene codificata la concezione sociale e culturale delle accademie nobiliari senesi: il tutto ambientato durante il carnevale dell'assedio imperial-fiorentino del 1555, a sottolineare la volontà di preservare le tradizioni patrie in anni, come quelli Sessanta, in cui la repubblica senese, sconfitta duramente, aveva perso ogni autonomia ed era diventata parte dei possedimenti medicei. L'edizione, muovendosi sui tre piani della tradizione testuale, del commento e dell'Introduzione critica, mira a ricostruire il processo costitutivo dell'opera. Sotto il primo aspetto sono stati indagati i frammenti autografi superstiti e le due redazioni a stampa del libro, dirimendo, in base ai moderni criteri bibliologici, le vecchie questioni di una princeps fantasma del 1581 e di una ristampa del 1592 dell'edizione del 1591. L’ampio commento al testo punta soprattutto, al di là delle necessarie esplicazioni linguistiche, alla specificazione sia dei filoni culturali evocati dai giuochi, i quali pertengono ciascuno a generi diversi, sia delle teorie cinquecentesche sull'amore, di cui i Trattenimenti costituiscono infatti un piccolo trattato in forma di giuoco, articolato non solo sul registro platonico ma anche su quello carnascialesco-burlesco. Tessuto connettivo del commento, il costante rimando alla cultura quotidianamente praticata nelle accademie senesi consente di affrontare, in sede di Introduzione, la ricostruzione del giro d'anni in cui l'opera venne ideata e composta e che coincide con il noto risveglio letterario senese posteriore alla fine della guerra. In tal modo si precisano i vari orientamenti accademici del panorama cittadino (di solito appiattiti sul modello dell’Accademia degli Intronati) e soprattutto si delinea la complessiva strategia degli intellettuali, volta a ricucire la frattura determinata dalla sconfitta e dall'attribuzione di Siena ai Medici e a mediare l'inevitabile confronto con la cultura egemone. A questo scopo coopera anche la letteratura d'intrattenimento e giusto il libro di Scipione, insieme al "Dialogo de' giuochi" del fratello Girolamo, ma in modo peculiare, si ritaglia uno spazio vitale all'interno del dibattito, e rispecchia e al tempo stesso influenza le contemporanee esperienze oratorie e in genere celebrative che mirano a istituire un legame con la nuova capitale, riversando nell'operazione tutto il bagaglio del concreto esercizio accademico.
1989
SALERNO EDITRICE
ROMA
L. Ricco'; a cura di
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