Oggetto di studio è la ricezione di Tibullo in età umanistica. La Parte prima affronta la delicata questione della trasmissione del Corpus Tibullianum, diretta ed indiretta, includendo una disamina del più antico codice integro superstite (il ms. Milano, Biblioteca Ambrosiana, R 26 sup.) ed un focus sulla circolazione a stampa dell’opera nel XV sec. Nella Parte seconda, dopo una ridefinizione delle peculiarità della poesia di Tibullo e dei tratti che accomunano la lettura umanistica dei classici, si prendono in esame varie tipologie di commento alla silloge, considerando un’applicazione esegetica quasi del tutto inedita. Questi gli studi esaminati: le postille di Antonio Panormita al ms. Vat. Lat. 3270; le annotazioni al ms. Riccardiano 606, autografo di Cristoforo Landino; i segni di lettura di Tito Strozzi sul ms. Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Magl. VII 1053; il commento di Giovanni Pontano, trasmesso dal ms. Wolfenbüttel, Herzog-August Bibliothek, Aug. Fol. 82.6, interamente autografo dell’umanista; le postille del Poliziano annotate sui margini di una copia dell’editio princeps della raccolta (oggi l’incunabolo corsiniano 50.F.37). Infine, si prende in considerazione il commentario di Bernardino Cillenio, accluso nell’edizione tibulliana del 1475 (Roma, G. Lauer). La Parte terza è incentrata sulla rilettura in chiave tibulliana della maggiore produzione poetica quattrocentesca in lingua latina, prediligendo la poesia di quegli umanisti dei quali è stata esaminata l’applicazione allo studio di Tibullo. L’attenzione verte sui seguenti autori: Antonio Panormita; Enea Silvio Piccolomini; Giovanni Marrasio; Cristoforo Landino; Angelo Poliziano; Tito Strozzi; Giovanni Pontano. Nella Parte quarta si offre un bilancio conclusivo della ricerca e si indicano le possibili prospettive future di questa indagine. The aim of this work is to investigate the reception of Tibullus during the Italian Quattrocento. The first part treats the transmission of the Corpus Tibullianum, including an analysis of the ms. Milan, Biblioteca Ambrosiana, R 26 sup., which is the most ancient manuscript of the collection. The second part, after a redefinition of Tibullus’ style, looks at the humanist studies of the Corpus, a material for the most part still unpublished: the annotations of Antonio Panormita, Cristoforo Landino, Tito Strozzi, Giovanni Pontano and Angelo Poliziano have been taken into consideration. Then we examined Bernardino Cillenio’s commentary, published in Rome in 1475 by G. Lauer. The third part considers the poetic reception of the Corpus, preferring those authors that have also annotated Tibullus’ poems: Antonio Panormita, Enea Silvio Piccolomini, Giovanni Marrasio, Landino, Poliziano, Tito Strozzi and Pontano. The last part includes also some considerations about future perspectives of our research.

Tibullo nella poesia e negli studi degli Umanisti sull’elegia antica / Giulia Leidi. - (2022).

Tibullo nella poesia e negli studi degli Umanisti sull’elegia antica.

Giulia Leidi
2022

Abstract

Oggetto di studio è la ricezione di Tibullo in età umanistica. La Parte prima affronta la delicata questione della trasmissione del Corpus Tibullianum, diretta ed indiretta, includendo una disamina del più antico codice integro superstite (il ms. Milano, Biblioteca Ambrosiana, R 26 sup.) ed un focus sulla circolazione a stampa dell’opera nel XV sec. Nella Parte seconda, dopo una ridefinizione delle peculiarità della poesia di Tibullo e dei tratti che accomunano la lettura umanistica dei classici, si prendono in esame varie tipologie di commento alla silloge, considerando un’applicazione esegetica quasi del tutto inedita. Questi gli studi esaminati: le postille di Antonio Panormita al ms. Vat. Lat. 3270; le annotazioni al ms. Riccardiano 606, autografo di Cristoforo Landino; i segni di lettura di Tito Strozzi sul ms. Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Magl. VII 1053; il commento di Giovanni Pontano, trasmesso dal ms. Wolfenbüttel, Herzog-August Bibliothek, Aug. Fol. 82.6, interamente autografo dell’umanista; le postille del Poliziano annotate sui margini di una copia dell’editio princeps della raccolta (oggi l’incunabolo corsiniano 50.F.37). Infine, si prende in considerazione il commentario di Bernardino Cillenio, accluso nell’edizione tibulliana del 1475 (Roma, G. Lauer). La Parte terza è incentrata sulla rilettura in chiave tibulliana della maggiore produzione poetica quattrocentesca in lingua latina, prediligendo la poesia di quegli umanisti dei quali è stata esaminata l’applicazione allo studio di Tibullo. L’attenzione verte sui seguenti autori: Antonio Panormita; Enea Silvio Piccolomini; Giovanni Marrasio; Cristoforo Landino; Angelo Poliziano; Tito Strozzi; Giovanni Pontano. Nella Parte quarta si offre un bilancio conclusivo della ricerca e si indicano le possibili prospettive future di questa indagine. The aim of this work is to investigate the reception of Tibullus during the Italian Quattrocento. The first part treats the transmission of the Corpus Tibullianum, including an analysis of the ms. Milan, Biblioteca Ambrosiana, R 26 sup., which is the most ancient manuscript of the collection. The second part, after a redefinition of Tibullus’ style, looks at the humanist studies of the Corpus, a material for the most part still unpublished: the annotations of Antonio Panormita, Cristoforo Landino, Tito Strozzi, Giovanni Pontano and Angelo Poliziano have been taken into consideration. Then we examined Bernardino Cillenio’s commentary, published in Rome in 1475 by G. Lauer. The third part considers the poetic reception of the Corpus, preferring those authors that have also annotated Tibullus’ poems: Antonio Panormita, Enea Silvio Piccolomini, Giovanni Marrasio, Landino, Poliziano, Tito Strozzi and Pontano. The last part includes also some considerations about future perspectives of our research.
2022
Donatella Coppini, Concetta Bianca, Luca Boschetto, Hélène Casanova-Robin
Giulia Leidi
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Descrizione: tesi di dottorato
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