Presupposto fondamentale per una corretta gestione faunistico-ambientale è quello di disporre di informazioni qualitativa-mente e quantitativamente dettagliate e correttamente inquadrate geograficamente delle diverse realtà ambientali operative. Tali informazioni risultano indispensabili per iniziare il cammino, che passa poi necessariamente attraverso le diverse fasi di progettazione, comparazione, analisi, correzione di ogni azione specifica prevista. Questo modo di procedere è, in realtà, previsto dal legislatore attraverso la L. 157/92 della quale varie leggi regionali di recepimento hanno colto il significato più autentico. Queste hanno definito, anche attraverso i vari regolamenti di attuazione, le procedure operative per porre in essere una concreta protezione della fauna selvatica e per un razionale e sostenibile prelievo venatorio, accogliendo il disposto di varie direttive comunitarie. E, per raggiungere tale obbiettivo è stata posta in particolare risalto la necessità di intervenire per promuovere e organizzare le attività di ricognizione delle risorse ambientali e della con-sistenza faunistica. La definizione dei nuovi obbiettivi da perseguire e l’attribuzione di nuovi compiti ai diversi, e in parte nuovi, soggetti responsabili degli interventi gestionali, impongono quindi una radicale trasformazione di quello che per anni è stato il modo di affrontare la gestione faunistica, riservando finalmente il necessario interesse agli interventi diretti sull’ambiente che costituiscono il presupposto indispensabile per ogni iniziativa razionale nei confronti della fauna selvatica. L’obbiettivo prioritario individuato dalla normativa nella conservazione della fauna selvatica, considerata “patrimonio indisponibile dello Stato da tutelare nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale”, presuppone, fra l’altro, che gli organi di gestione prendano coscienza della necessità di adottare nuove e più efficaci strategie di lavoro attraverso l’individuazione delle più appropriate metodologie e dei più produttivi strumenti oggi disponibili per i tecnici. Fra le varie considerazioni che scaturiscono dalla definizione di tale obbiettivo prioritario, è da porre in particolare evidenza quella che rende strettamente interdipendenti due variabili fondamentali: - la capacità di promuovere ed organizzare interventi di gestione faunistica, finalizzati all'incremento delle popolazioni selvatiche anche attraverso il miglioramento degli habitat, - la definizione dei limiti di sostenibilità del prelievo venatorio. Con particolare riferimento al primo dei punti precedenti è quindi evidente che uno dei primi passi che si debbano compiere nella programmazione faunistico ambientale e nella pianificazione degli interventi sul territorio sia quello di predisporre sistemi per l’acquisizione e il trattamento delle informazioni territoriali specifici e aggiornati, attraverso l’individuazione degli strumenti più idonei per conoscere nel dettaglio le diverse compo-nenti che caratterizzano un territorio.

Tecnologie informatiche e gestione faunistico-ambientale / F.Sorbetti Guerri; P.Pellegrini; A.Gori; G. Masi. - STAMPA. - (2005), pp. 19-25. (Intervento presentato al convegno RISORSE AMBIENTALI E FAUNISTICHE DELL'APPENNINO TOSCO-ROMAGNOLO tenutosi a PALAZZUOLO SUL SENIO nel 29 aprile 2005).

Tecnologie informatiche e gestione faunistico-ambientale

SORBETTI GUERRI, FRANCESCO;PELLEGRINI, PAOLO;
2005

Abstract

Presupposto fondamentale per una corretta gestione faunistico-ambientale è quello di disporre di informazioni qualitativa-mente e quantitativamente dettagliate e correttamente inquadrate geograficamente delle diverse realtà ambientali operative. Tali informazioni risultano indispensabili per iniziare il cammino, che passa poi necessariamente attraverso le diverse fasi di progettazione, comparazione, analisi, correzione di ogni azione specifica prevista. Questo modo di procedere è, in realtà, previsto dal legislatore attraverso la L. 157/92 della quale varie leggi regionali di recepimento hanno colto il significato più autentico. Queste hanno definito, anche attraverso i vari regolamenti di attuazione, le procedure operative per porre in essere una concreta protezione della fauna selvatica e per un razionale e sostenibile prelievo venatorio, accogliendo il disposto di varie direttive comunitarie. E, per raggiungere tale obbiettivo è stata posta in particolare risalto la necessità di intervenire per promuovere e organizzare le attività di ricognizione delle risorse ambientali e della con-sistenza faunistica. La definizione dei nuovi obbiettivi da perseguire e l’attribuzione di nuovi compiti ai diversi, e in parte nuovi, soggetti responsabili degli interventi gestionali, impongono quindi una radicale trasformazione di quello che per anni è stato il modo di affrontare la gestione faunistica, riservando finalmente il necessario interesse agli interventi diretti sull’ambiente che costituiscono il presupposto indispensabile per ogni iniziativa razionale nei confronti della fauna selvatica. L’obbiettivo prioritario individuato dalla normativa nella conservazione della fauna selvatica, considerata “patrimonio indisponibile dello Stato da tutelare nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale”, presuppone, fra l’altro, che gli organi di gestione prendano coscienza della necessità di adottare nuove e più efficaci strategie di lavoro attraverso l’individuazione delle più appropriate metodologie e dei più produttivi strumenti oggi disponibili per i tecnici. Fra le varie considerazioni che scaturiscono dalla definizione di tale obbiettivo prioritario, è da porre in particolare evidenza quella che rende strettamente interdipendenti due variabili fondamentali: - la capacità di promuovere ed organizzare interventi di gestione faunistica, finalizzati all'incremento delle popolazioni selvatiche anche attraverso il miglioramento degli habitat, - la definizione dei limiti di sostenibilità del prelievo venatorio. Con particolare riferimento al primo dei punti precedenti è quindi evidente che uno dei primi passi che si debbano compiere nella programmazione faunistico ambientale e nella pianificazione degli interventi sul territorio sia quello di predisporre sistemi per l’acquisizione e il trattamento delle informazioni territoriali specifici e aggiornati, attraverso l’individuazione degli strumenti più idonei per conoscere nel dettaglio le diverse compo-nenti che caratterizzano un territorio.
2005
Risorse ambientali e faunistiche dell'Appennino Tosco-Romagnolo
RISORSE AMBIENTALI E FAUNISTICHE DELL'APPENNINO TOSCO-ROMAGNOLO
PALAZZUOLO SUL SENIO
29 aprile 2005
F.Sorbetti Guerri; P.Pellegrini; A.Gori; G. Masi
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