Un’analisi apparentemente semplice, in realtà profonda e originale, dei sistemi previdenziali a ripartizione, che ne individua i meccanismi soggiacenti e distingue chiaramente tra passaggi tecnici e scelte politiche, che vengono chiaramente enucleate e presentate sotto forma di parametri. Si individuano le condizioni per le quali un sistema previdenziale può durare all’infinito, senza necessità di aggiustamenti, e in qualunque scenario economico e demografico, senza necessità di previsioni. Molti luoghi comuni vengono sfatati: ad esempio che i sistemi a ripartizione siano per definizione non sostenibili nel lungo periodo, o iniqui, o comunque inferiori ai sistemi a capitalizzazione. Si esplicita che nei sistemi previdenziali equità attuariale e solidarietà verso le categorie più deboli sono in contrapposizione, ma non dicotomica: è possibile scegliere il grado di equilibrio preferito tra questi due principi ispiratori, senza alterare la logica o gli altri meccanismi fondamentali del sistema. Infine, si evidenzia che i sistemi previdenziali a ripartizione empiricamente adottati o proposti in letteratura (contributo fisso, beneficio fisso, capitalizzazione virtuale, ecc.) possono tutti essere considerati come casi particolari, variamente peggiorativi, del sistema più generale qui proposto, ottenuti con specifiche restrizioni sui suoi parametri.
Previdenza: a ciascuno il suo? / G. DE SANTIS. - STAMPA. - (2006), pp. 1-115.
Previdenza: a ciascuno il suo?
DE SANTIS, GUSTAVO
2006
Abstract
Un’analisi apparentemente semplice, in realtà profonda e originale, dei sistemi previdenziali a ripartizione, che ne individua i meccanismi soggiacenti e distingue chiaramente tra passaggi tecnici e scelte politiche, che vengono chiaramente enucleate e presentate sotto forma di parametri. Si individuano le condizioni per le quali un sistema previdenziale può durare all’infinito, senza necessità di aggiustamenti, e in qualunque scenario economico e demografico, senza necessità di previsioni. Molti luoghi comuni vengono sfatati: ad esempio che i sistemi a ripartizione siano per definizione non sostenibili nel lungo periodo, o iniqui, o comunque inferiori ai sistemi a capitalizzazione. Si esplicita che nei sistemi previdenziali equità attuariale e solidarietà verso le categorie più deboli sono in contrapposizione, ma non dicotomica: è possibile scegliere il grado di equilibrio preferito tra questi due principi ispiratori, senza alterare la logica o gli altri meccanismi fondamentali del sistema. Infine, si evidenzia che i sistemi previdenziali a ripartizione empiricamente adottati o proposti in letteratura (contributo fisso, beneficio fisso, capitalizzazione virtuale, ecc.) possono tutti essere considerati come casi particolari, variamente peggiorativi, del sistema più generale qui proposto, ottenuti con specifiche restrizioni sui suoi parametri.I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.