"Non con il peso delle dimostrazioni Solov'ëv misurava la conversazione, ma con il pregio dell'arguzia. Quanto più negli articoli cercava di sembrare un cammello sovraccarico del peso della scolastica ormai superata, tanto più liberi, ingegnosi, folgoranti erano i suoi aforismi, con cui ometteva gli analli intermedi del ragionamento; amava saltare da una vetta all'altra del pensiero, non evitava l'audacia e dove i suoi illustri amici, come su un carro cigolante, trascinavano il pensiero da una sommità all'altra di un sillogismo, là saltava Solov'ëv". Così viene rievocata da Andrej Belyj la figura di Vladimir S. Solov'ëv (1853-1900), il più grande filosofo russo. La sua amicizia con Dostoevskij è stata così profonda che è quasi impossibile sapere cosa l'uno debba all'altro. Ed è appunto la fede nel valore salvifico della bellezza ad accomunare il grande romanziere russo al patrono della rinascita religosa della nuova Età argentea russa; una fede che, attribuendo all'arte il compito di riscattare l'esistente, di spiritualizzaree e trasfigurare l'esistenza reale, ha aperto la strada alla concezione estetico-apocalittica del simbolismo russo e, più in generale, del movimento "modernista".

La bellezza salverà il mondo. Saggio su Vladimir S. Solov'ëv / C. Cantelli. - STAMPA. - (1996), pp. 1-163.

La bellezza salverà il mondo. Saggio su Vladimir S. Solov'ëv

CANTELLI, CHIARA
1996

Abstract

"Non con il peso delle dimostrazioni Solov'ëv misurava la conversazione, ma con il pregio dell'arguzia. Quanto più negli articoli cercava di sembrare un cammello sovraccarico del peso della scolastica ormai superata, tanto più liberi, ingegnosi, folgoranti erano i suoi aforismi, con cui ometteva gli analli intermedi del ragionamento; amava saltare da una vetta all'altra del pensiero, non evitava l'audacia e dove i suoi illustri amici, come su un carro cigolante, trascinavano il pensiero da una sommità all'altra di un sillogismo, là saltava Solov'ëv". Così viene rievocata da Andrej Belyj la figura di Vladimir S. Solov'ëv (1853-1900), il più grande filosofo russo. La sua amicizia con Dostoevskij è stata così profonda che è quasi impossibile sapere cosa l'uno debba all'altro. Ed è appunto la fede nel valore salvifico della bellezza ad accomunare il grande romanziere russo al patrono della rinascita religosa della nuova Età argentea russa; una fede che, attribuendo all'arte il compito di riscattare l'esistente, di spiritualizzaree e trasfigurare l'esistenza reale, ha aperto la strada alla concezione estetico-apocalittica del simbolismo russo e, più in generale, del movimento "modernista".
1996
9788860015631
1
163
C. Cantelli
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