2) Enza Biagini (nome noto di V. Sabelli Biagini) Notes en marge de la critique italienne à la réception de ‘Rome Naples et Florence en 1817’, «Comparatistica», annuario italiano, a. XIV, 2005 (2007), pp. 85-111. Il lavoro prende l'avvio dalla magistrale opera di Luigi Foscolo Benedetto, Arrigo Beyle Milanese. Bilancio dello stendhalismo a cent’anni dalla morte dello Stendhal (Sansoni, 1942) per ripercorrere le tappe salienti dello stendhalismo italiano e, particolarmente, quello cresciuto all'ombra di Rome Naples et Florence en 1817 (et 1826), uno dei capolavori che Stendhal dedica all'Italia e al sentimento di italianità. L'esame della ricezione, oltre a registrare i caratteri del crescente interesse e ammirazione suscitati dall'opera (dal beylismo collaudato di un Lucini a quello improvvisato di Matilde Serao), si inoltra fino al secolo scorso che ha visto moltiplicarsi studiosi e scrittori interessati alla messe di opinioni e passione che Stendhal ha depositato in quel libro. Tra le varie tappe basilari circa i caratteri del beylismo italiano, si segnala anche la vicenda della prima traduzione di Rome, Naples et Florence en 1817 (Roma, Napoli e Firenze nel 1817 di Stendhal, traduzione, prefazione e note di Bruno Maffi e Ferrante Palla – pseud. di Bruno Pincherle –, Milano-Roma, Bompiani, 1943), avvenuta in circostanze fortunose e in epoca pericolosa, soprattutto per uno dei traduttori ebreo, che viveva in clandestinità. Ma il carattere particolare, assunto nel Novecento dalla ricezione del libro, accanto all'episodio dell'avventurosa traduzione di Ferrante Palla (alias Bruno Pincherle, appassionato cultore di Stendhal), è stato esemplificato riferendosi sia al cosiddetto “stendhalismo della creazione” che agli esiti della famosa “malattia estetica”, studiata dalla psichiatra Graziella Magherini, nel suo libro dedicato, appunto, alla “Sindrome di Stendhal” (1989) . 2) Enza Biagini Notes en marge de la critique italienne à la réception de ‘Rome Naples et Florence en 1817’, «Comparatistica», annuario italiano, a. XIV, 2005 (2007), pp. 85-111. The work starts from the brilliant work by Luigi Foscolo Benedetto, Arrigo Beyle Milanese. Bilancio dello stendhalismo a cent’anni dalla morte dello Stendhal (Sansoni, 1942), and travels the salient stretches of Italian Stendhalism, in particular, the version that grew in the shadow of Rome Naples et Florence en 1817 (et 1826), one of the masterpieces that Stendhal dedicated to Italy and to the sentiment of the Italian spirit. In addition to registering the characteristics of the growing interest and admiration aroused by the work (from the Beylism put to the test by Lucini to the one improvised by Matilde Serao), the examination of the public reaction is redirected to the last century, which witnessed a proliferation of scholars and writers interested in the wealth of opinions and enthusiasm that Stendhal deposited in this book. Among the various fundamental phases regarding the characteristics of Italian Beylism can also mentioned the matter of the first translation of Rome, Naples et Florence en 1817 (Roma, Napoli e Firenze nel 1817, by Stendhal, with preface and notes by Bruno Maffi and Ferrante Palla – Bruno Pincherle’s pseudonym – Milano-Roma, Bompiani, 1943), which was made in fortuitous circumstances and in a dangerous era, above all for one of the Jewish translators, who lived underground. But the particular character that was assumed in the 20th century by the public reaction to the book, in addition to the episode of the adventurous translation by Ferrante Palla (alias Bruno Pincherle, a keen connoisseur of Stendhal), was exemplified by referring both to the so-called “Stendhalism of the Creation” and to the results of the famous “aesthetic disorder” studied by the psychiatrist Graziella Magherini, in her book dedicated to the “Stendhal syndrome” (1989).

Notes en marge de la critique italienne à la réception de 'Rome, Naples et Florence' en 1817 / V. SABELLI. - In: COMPARATISTICA. - ISSN 1120-7094. - STAMPA. - XIV:(2005), pp. 85-111.

Notes en marge de la critique italienne à la réception de 'Rome, Naples et Florence' en 1817

SABELLI, VINCENZINA
2005

Abstract

2) Enza Biagini (nome noto di V. Sabelli Biagini) Notes en marge de la critique italienne à la réception de ‘Rome Naples et Florence en 1817’, «Comparatistica», annuario italiano, a. XIV, 2005 (2007), pp. 85-111. Il lavoro prende l'avvio dalla magistrale opera di Luigi Foscolo Benedetto, Arrigo Beyle Milanese. Bilancio dello stendhalismo a cent’anni dalla morte dello Stendhal (Sansoni, 1942) per ripercorrere le tappe salienti dello stendhalismo italiano e, particolarmente, quello cresciuto all'ombra di Rome Naples et Florence en 1817 (et 1826), uno dei capolavori che Stendhal dedica all'Italia e al sentimento di italianità. L'esame della ricezione, oltre a registrare i caratteri del crescente interesse e ammirazione suscitati dall'opera (dal beylismo collaudato di un Lucini a quello improvvisato di Matilde Serao), si inoltra fino al secolo scorso che ha visto moltiplicarsi studiosi e scrittori interessati alla messe di opinioni e passione che Stendhal ha depositato in quel libro. Tra le varie tappe basilari circa i caratteri del beylismo italiano, si segnala anche la vicenda della prima traduzione di Rome, Naples et Florence en 1817 (Roma, Napoli e Firenze nel 1817 di Stendhal, traduzione, prefazione e note di Bruno Maffi e Ferrante Palla – pseud. di Bruno Pincherle –, Milano-Roma, Bompiani, 1943), avvenuta in circostanze fortunose e in epoca pericolosa, soprattutto per uno dei traduttori ebreo, che viveva in clandestinità. Ma il carattere particolare, assunto nel Novecento dalla ricezione del libro, accanto all'episodio dell'avventurosa traduzione di Ferrante Palla (alias Bruno Pincherle, appassionato cultore di Stendhal), è stato esemplificato riferendosi sia al cosiddetto “stendhalismo della creazione” che agli esiti della famosa “malattia estetica”, studiata dalla psichiatra Graziella Magherini, nel suo libro dedicato, appunto, alla “Sindrome di Stendhal” (1989) . 2) Enza Biagini Notes en marge de la critique italienne à la réception de ‘Rome Naples et Florence en 1817’, «Comparatistica», annuario italiano, a. XIV, 2005 (2007), pp. 85-111. The work starts from the brilliant work by Luigi Foscolo Benedetto, Arrigo Beyle Milanese. Bilancio dello stendhalismo a cent’anni dalla morte dello Stendhal (Sansoni, 1942), and travels the salient stretches of Italian Stendhalism, in particular, the version that grew in the shadow of Rome Naples et Florence en 1817 (et 1826), one of the masterpieces that Stendhal dedicated to Italy and to the sentiment of the Italian spirit. In addition to registering the characteristics of the growing interest and admiration aroused by the work (from the Beylism put to the test by Lucini to the one improvised by Matilde Serao), the examination of the public reaction is redirected to the last century, which witnessed a proliferation of scholars and writers interested in the wealth of opinions and enthusiasm that Stendhal deposited in this book. Among the various fundamental phases regarding the characteristics of Italian Beylism can also mentioned the matter of the first translation of Rome, Naples et Florence en 1817 (Roma, Napoli e Firenze nel 1817, by Stendhal, with preface and notes by Bruno Maffi and Ferrante Palla – Bruno Pincherle’s pseudonym – Milano-Roma, Bompiani, 1943), which was made in fortuitous circumstances and in a dangerous era, above all for one of the Jewish translators, who lived underground. But the particular character that was assumed in the 20th century by the public reaction to the book, in addition to the episode of the adventurous translation by Ferrante Palla (alias Bruno Pincherle, a keen connoisseur of Stendhal), was exemplified by referring both to the so-called “Stendhalism of the Creation” and to the results of the famous “aesthetic disorder” studied by the psychiatrist Graziella Magherini, in her book dedicated to the “Stendhal syndrome” (1989).
2005
XIV
85
111
V. SABELLI
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