Nell’ambito della collana Storia dell’impresa, diretta da V. Castronovo, e nel volume dedicato alle Poste in Italia tra le due guerre, il saggio analizza l’architettura dei Palazzi postali realizzati dal 1919 al 1943, in molte città italiane. Dalla fine degli anni venti, numerosi edifici sono progettati dagli architetti e ingegneri Angiolo Mazzoni e Roberto Narducci in forza all’Ufficio Lavori (diretto da Ferruccio Businari) che fa capo Al Ministero delle Comunicazioni. Tali edifici esibiscono indubbie qualità monumentali ma nel contempo una programmatica efficienza e una modernità , funzionali all’immagine che quel Ministero e il regime vogliono dare. Ai palazzi e alle ricevitorie postali del bravissimo Mazzoni o di Narducci, si aggiungono altri episodi assegnati per concorso: per ricordare quelli di maggiore qualità, le Poste del Testaccio ( di Adalberto Libera) o quelle di piazza Bologna (Mario Ridolfi) a Roma; o come il gigantesco palazzo di Napoli, dovuto a Giuseppe Vaccaro, nel quale rappresentatività, monumentalità, razionalismo e futurismo, quasi inaspettatamente, si fondono. Sempre architettonicamente ragguardevoli, ma nel complesso meno felici, i casi di Brescia (Marcello Piacentini), del palazzo attiguo alla stazione di Milano (Ulisse Stacchini) o quelli che Cesare Bazzani esegue nell’Italia centrale. Il saggio si avvale degli studi condotti dallo scrivente (progetto Miur 40%, 2001), su alcuni di questi progettisti attivi anche per le ferrovie, nonché di materiali e documenti inediti.

I palazzi delle poste italiane. 1919-1943 / M. COZZI. - STAMPA. - (2007), pp. 211-242.

I palazzi delle poste italiane. 1919-1943

COZZI, MAURO
2007

Abstract

Nell’ambito della collana Storia dell’impresa, diretta da V. Castronovo, e nel volume dedicato alle Poste in Italia tra le due guerre, il saggio analizza l’architettura dei Palazzi postali realizzati dal 1919 al 1943, in molte città italiane. Dalla fine degli anni venti, numerosi edifici sono progettati dagli architetti e ingegneri Angiolo Mazzoni e Roberto Narducci in forza all’Ufficio Lavori (diretto da Ferruccio Businari) che fa capo Al Ministero delle Comunicazioni. Tali edifici esibiscono indubbie qualità monumentali ma nel contempo una programmatica efficienza e una modernità , funzionali all’immagine che quel Ministero e il regime vogliono dare. Ai palazzi e alle ricevitorie postali del bravissimo Mazzoni o di Narducci, si aggiungono altri episodi assegnati per concorso: per ricordare quelli di maggiore qualità, le Poste del Testaccio ( di Adalberto Libera) o quelle di piazza Bologna (Mario Ridolfi) a Roma; o come il gigantesco palazzo di Napoli, dovuto a Giuseppe Vaccaro, nel quale rappresentatività, monumentalità, razionalismo e futurismo, quasi inaspettatamente, si fondono. Sempre architettonicamente ragguardevoli, ma nel complesso meno felici, i casi di Brescia (Marcello Piacentini), del palazzo attiguo alla stazione di Milano (Ulisse Stacchini) o quelli che Cesare Bazzani esegue nell’Italia centrale. Il saggio si avvale degli studi condotti dallo scrivente (progetto Miur 40%, 2001), su alcuni di questi progettisti attivi anche per le ferrovie, nonché di materiali e documenti inediti.
2007
9788842081517
Le Poste in Italia tra le due guerre. 1919-1945
211
242
M. COZZI
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