Il tema della riqualificazione si basa fondamentalmente sulla scelta di “demolire e ricostruire” o “recuperare e trasformare”. Il modello prevalente nella maggior parte dei Paesi europei percorre logiche di trasformazione che da un lato attribuiscono al tessuto edilizio consolidato un valore culturale e dall’altro affrontano il problema dello sviluppo in relazione alla sostenibilità ambientale (costi di smaltimento, scarsità di risorse disponibili, ecc.) In questo scenario l’addizione è una strategia d’intervento che ha tutte le potenzialità per trasformare in modo radicale grandi edifici e per apportare soluzioni efficaci sia in termini funzionali (spazi interni) che in termini prestazionali. Si tratta di un’importante opportunità per le nostre periferie, dove si trova la maggior parte dell’edilizia abitativa plurifamiliare; costruita nell’arco di venticinque anni, spesso in situazioni speculative, senza regole, con materiali scadenti, oggi in condizioni di grave degrado tecnologico ed energetico, sociale ed architettonico. In Italia, dai dati dell’ultimo censimento, risulta che il 75% dei cittadini vive in periferia e di questi il 48% vive negli edifici costruiti negli anni ‘60-‘70 (27 milioni di persone). Gli interventi per questo tipo di degrado si sono risolti con risposte limitate alle sole opere di manutenzione rivolte prevalentemente al rifacimento delle finiture di facciata e all’adeguamento impiantistico. Riqualificare significa invece modificare le prestazioni dell’edificio fino a renderle soddisfacenti in rapporto alle nuove esigenze del vivere contemporaneo dell’individuo e della collettività nel suo complesso. Chiara è la necessità di fornire una risposta in grado di interpretare i nuovi profili d’utenza (single, giovani coppie, anziani, extra-comunitari) che sono ben lontane dagli standard dei nuclei familiari che definirono le tipologie abitative degli anni ‘60-‘70. A differenza di altre tipologie di interventi, come quelli sulle aree industriali dimesse, operare su grandi complessi residenziali comporta la presenza degli abitati e di conseguenza la necessità di dover superare tutte le difficoltà tecniche e logistiche con maggiori sforzi di innovazione sui processi costruttivi e sulle misure di sicurezza del cantiere. Con i processi di riqualificazione attraverso l’uso di addizioni non solo è possibile programmare l’intervento interamente dall’esterno, evitando così il trasferimento degli abitanti, ma è anche possibile modificare in modo sensibile l’immagine dell’edificio per restituire in termini di qualità architettonica benefici all’intera collettività. Qualità architettonica e benefici sociali sono le chiavi di lettura per il rilancio e il rinnovamento della qualità dell’abitare e dell’idea stessa di periferia.

Addizioni per la riqualificazione delle periferie urbane/Addition for the Retraining of the Suburbs / M. De Santis. - STAMPA. - (2007), pp. 347-358. (Intervento presentato al convegno I° CONVEGNO INTERNAZIONALE - Scenari dell'abitare abusivo. Strategie per l'intervento di recupero. tenutosi a Agrigento nel 19 - 20 Ottobre 2007).

Addizioni per la riqualificazione delle periferie urbane/Addition for the Retraining of the Suburbs

DE SANTIS, MARIA
2007

Abstract

Il tema della riqualificazione si basa fondamentalmente sulla scelta di “demolire e ricostruire” o “recuperare e trasformare”. Il modello prevalente nella maggior parte dei Paesi europei percorre logiche di trasformazione che da un lato attribuiscono al tessuto edilizio consolidato un valore culturale e dall’altro affrontano il problema dello sviluppo in relazione alla sostenibilità ambientale (costi di smaltimento, scarsità di risorse disponibili, ecc.) In questo scenario l’addizione è una strategia d’intervento che ha tutte le potenzialità per trasformare in modo radicale grandi edifici e per apportare soluzioni efficaci sia in termini funzionali (spazi interni) che in termini prestazionali. Si tratta di un’importante opportunità per le nostre periferie, dove si trova la maggior parte dell’edilizia abitativa plurifamiliare; costruita nell’arco di venticinque anni, spesso in situazioni speculative, senza regole, con materiali scadenti, oggi in condizioni di grave degrado tecnologico ed energetico, sociale ed architettonico. In Italia, dai dati dell’ultimo censimento, risulta che il 75% dei cittadini vive in periferia e di questi il 48% vive negli edifici costruiti negli anni ‘60-‘70 (27 milioni di persone). Gli interventi per questo tipo di degrado si sono risolti con risposte limitate alle sole opere di manutenzione rivolte prevalentemente al rifacimento delle finiture di facciata e all’adeguamento impiantistico. Riqualificare significa invece modificare le prestazioni dell’edificio fino a renderle soddisfacenti in rapporto alle nuove esigenze del vivere contemporaneo dell’individuo e della collettività nel suo complesso. Chiara è la necessità di fornire una risposta in grado di interpretare i nuovi profili d’utenza (single, giovani coppie, anziani, extra-comunitari) che sono ben lontane dagli standard dei nuclei familiari che definirono le tipologie abitative degli anni ‘60-‘70. A differenza di altre tipologie di interventi, come quelli sulle aree industriali dimesse, operare su grandi complessi residenziali comporta la presenza degli abitati e di conseguenza la necessità di dover superare tutte le difficoltà tecniche e logistiche con maggiori sforzi di innovazione sui processi costruttivi e sulle misure di sicurezza del cantiere. Con i processi di riqualificazione attraverso l’uso di addizioni non solo è possibile programmare l’intervento interamente dall’esterno, evitando così il trasferimento degli abitanti, ma è anche possibile modificare in modo sensibile l’immagine dell’edificio per restituire in termini di qualità architettonica benefici all’intera collettività. Qualità architettonica e benefici sociali sono le chiavi di lettura per il rilancio e il rinnovamento della qualità dell’abitare e dell’idea stessa di periferia.
2007
Scenari dell'abitare abusivo. Strategie per l'intervento di recupero
I° CONVEGNO INTERNAZIONALE - Scenari dell'abitare abusivo. Strategie per l'intervento di recupero.
Agrigento
19 - 20 Ottobre 2007
M. De Santis
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