La diffusione di un’economia di massa, e cioè che si connota per la produzione e distribuzione di beni e servizi ad un numero indeterminato di persone, pone l’esigenza di predisporre strumenti di tutela adeguati a risolvere crisi di cooperazione diffuse che danno luogo a pretese di tipo seriale. In Francia, le pretese seriali si prestano ad essere dedotte tramite gli istituti classici che disciplinano il processo litisconsortile (artt. 323 a 338 N.C.P.C.). Ma accanto agli strumenti di tutela individuale, sono previste anche tecniche di tutela collettiva. In questa ottica si distinguono le azioni singole a tutela di intérêts collectifs, e cioè azioni per il cui tramite l’attore fa valere l’interesse di una categoria sociale di cui si ritiene rappresentante (ad es. azioni collettive dei sindacati di cui all’art. 411-11 Code du travail; azioni collettive delle associazioni di cui all’art. 421-1 Code de la consommation etc.); e le azioni collettive a tutela di intérêts individuels ovvero azioni volte a riunire in un giudizio unico, le azioni individuali di una pluralità di cittadini. In quest’ultima direzione, il legislatore ha introdotto la action en représentation conjointe disciplinata agli artt. 422-1 a 422-3 del Code de la consommation (e successivamente trasposto in ulteriori normative di settore quali il Code monétaire et financier, art. 452-2 ed il Code rural, art. 252-5), un istituto chiaramente improntato ad una ideologia individuale e liberale come quella appartenente al sistema francese in cui ciascuno difende i propri diritti soggettivi. La disciplina positiva prevede che la legittimazione ad agire spetta in via esclusiva alle associations agrées (ovvero ammesse all’esercizio di tali azioni da un provvedimento amministrativo) le quali possono agire previo rilascio di un mandato scritto da parte dei consumatori danneggiati. La sentenza finale è destinata a produrre effetti limitati ai mandanti. L’istituto si è rivelato fin da subito praticamente inutilizzabile soprattutto per motivi finanziari. Le associazioni non dispongono di grandi risorse finanziarie e questo crea problemi sia con riferimento alla possibilità di gestire migliaia di dossiers, sia con riferimento al pagamento delle spese necessarie a diffondere tramite la stampa scritta il sollecito ai consumatori interessati ad agire. Per rimediare alla situazione, nel tempo sono stati messi a punto diversi progetti di riforma che pur segnando un passo in avanti rispetto alla disciplina vigente, non sono giudicati idonei a garantire una tutela adeguata, forse anche perché i diversi Governi proponenti si sono sempre mossi nell’ottica di porre comunque le imprese francesi al riparo dal rischio di procedure abusive, in modo da evitare le conseguenze economiche che invece si sono verificate nei Paesi che contemplano la vera e propria class action.

Modelli europei di tutela collettiva nel processo civile: l'esperienza francese / B. Gambineri. - STAMPA. - (2008), pp. 13-43.

Modelli europei di tutela collettiva nel processo civile: l'esperienza francese

GAMBINERI, BEATRICE
2008

Abstract

La diffusione di un’economia di massa, e cioè che si connota per la produzione e distribuzione di beni e servizi ad un numero indeterminato di persone, pone l’esigenza di predisporre strumenti di tutela adeguati a risolvere crisi di cooperazione diffuse che danno luogo a pretese di tipo seriale. In Francia, le pretese seriali si prestano ad essere dedotte tramite gli istituti classici che disciplinano il processo litisconsortile (artt. 323 a 338 N.C.P.C.). Ma accanto agli strumenti di tutela individuale, sono previste anche tecniche di tutela collettiva. In questa ottica si distinguono le azioni singole a tutela di intérêts collectifs, e cioè azioni per il cui tramite l’attore fa valere l’interesse di una categoria sociale di cui si ritiene rappresentante (ad es. azioni collettive dei sindacati di cui all’art. 411-11 Code du travail; azioni collettive delle associazioni di cui all’art. 421-1 Code de la consommation etc.); e le azioni collettive a tutela di intérêts individuels ovvero azioni volte a riunire in un giudizio unico, le azioni individuali di una pluralità di cittadini. In quest’ultima direzione, il legislatore ha introdotto la action en représentation conjointe disciplinata agli artt. 422-1 a 422-3 del Code de la consommation (e successivamente trasposto in ulteriori normative di settore quali il Code monétaire et financier, art. 452-2 ed il Code rural, art. 252-5), un istituto chiaramente improntato ad una ideologia individuale e liberale come quella appartenente al sistema francese in cui ciascuno difende i propri diritti soggettivi. La disciplina positiva prevede che la legittimazione ad agire spetta in via esclusiva alle associations agrées (ovvero ammesse all’esercizio di tali azioni da un provvedimento amministrativo) le quali possono agire previo rilascio di un mandato scritto da parte dei consumatori danneggiati. La sentenza finale è destinata a produrre effetti limitati ai mandanti. L’istituto si è rivelato fin da subito praticamente inutilizzabile soprattutto per motivi finanziari. Le associazioni non dispongono di grandi risorse finanziarie e questo crea problemi sia con riferimento alla possibilità di gestire migliaia di dossiers, sia con riferimento al pagamento delle spese necessarie a diffondere tramite la stampa scritta il sollecito ai consumatori interessati ad agire. Per rimediare alla situazione, nel tempo sono stati messi a punto diversi progetti di riforma che pur segnando un passo in avanti rispetto alla disciplina vigente, non sono giudicati idonei a garantire una tutela adeguata, forse anche perché i diversi Governi proponenti si sono sempre mossi nell’ottica di porre comunque le imprese francesi al riparo dal rischio di procedure abusive, in modo da evitare le conseguenze economiche che invece si sono verificate nei Paesi che contemplano la vera e propria class action.
2008
9788849515688
Le azioni seriali
13
43
B. Gambineri
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