“Vita fedele alla vita”. Immagini della morte nella poesia di Mario Luzi, in “Etudes Thanatologiques - Studi Tanatologici- Thanatological Studies, A. 3, n.3 (2007), Milano, Bruno Mondadori, pp.167-190. «Studi tanatologici» è la prima rivista italiana di tanatologia con contributi e aperture europee e internazionali. La rivista ha una periodicità annuale. L'obiettivo è quello di costruire un dialogo tra la corrente francese e italiana di studi sulla morte, prevalentemente storico-antropologica, e quella anglosassone, piuttosto orientata verso la psicologia e la clinica. Questa è la ragione per cui «Studi tanatologici» ospita saggi in tre lingue e ha un taglio intrinsecamente interdisciplinare: non solo l'accostamento di contributi nati nell'ambito di saperi diversi ma anche il tentativo di un approccio trasversale rispetto ai consueti confini disciplinari. Il saggio intitolato “Vita fedele alla vita” di Ernestina Pellegrini – che fa parte del comitato scientifico internazionale di redazione della rivista - analizza le immagini e le metafore della morte presenti nell’intero corpus delle poesie.di Mario Luzi, il “poeta illuminato”che approfondisce in modi del tutto originali la dimensione metafisica, tra cristiana e platonica, e le complesse relazioni di reversibilità e osmosi di essere e divenire, di eternità e tempo, di presenza e assenza, Questa prospettiva forte non rimuove la corda minore di un pessimismo storico e materialistico, legata strettamente alle immagini della fine umana, passate in rassegna in questo studio da La barca a Dottrina dell’eterno principiante. . Ne esce quasi una. lettura a rovescio del poeta fiorentino, una lettura che non trascura gli aspetti materialistici e in qualche modo “tragici” del pensiero e dell’immaginario letterario di Luzi, permettendo comunque di mettere in evidenza - anche alla luce delle riflessioni di altri studiosi e in particolare a specchio del saggio di Marco Menicacci (Luzi. Il demone filosofico) - l’irriducibile nodo di speranza sotteso alle lacrimae rerum, un grumo di energie vitalissime, un’etica dell’impegno e della responsabilità umana, sempre testimoniate e rivendicate con forza dal poeta in quanto elementi che aiutano a riassorbire, in un disegno universale e trascendente, ma soprattutto in una logica dell’immanenza e in un orizzonte di struggente pietas per la finitudine creaturale, anche il negativo e la morte. Poesia e pensiero, dunque, agiscono in sinergia e talvolta in contrappunto nell’esplorazione delle immagini della finitudine umana e del suo riscatto, appoggiandosi di volta in volta a sistemi filosofici diversi – dai presocratici a Platone, da Teilhard de Chardin agli esponenti del «pensiero debole» contemporaneo – per affermare sempre e comunque l’irriducibile mistero e lo scandalo della fine umana. “Vita fedele alla vita”. Immagini della morte nella poesia di Mario Luzi, in “Etudes Thanatologiques - Studi Tanatologici- Thanatological Studies, A. 3, n.3 (2007), Milano Bruno Mondadori, pages 167-190. «Studi tanatologici» is the first Italian review of thanatology, with European and international contributions and openings. The review comes out once a year. The goal is to establish a dialogue between the French and Italian current of death studies, mainly historical-anthropological, and the Anglo-Saxon current, mainly focusing on psychology and clinical research. This is why «Studi tanatologici» hosts essays in three languages, and has an intrinsically inter-disciplinary approach: not only putting together contributions coming from different areas of knowledge, but also making an attempt at an approach which crosses the usual disciplinary boundaries. The essay titled “Vita fedele alla vita” by Ernestina Pellegrini – who is a member of the international scientific board of editors of the review – analyzes the images and metaphors of death present in the whole corpus of poems by Mario Luzi, the “enlightened poet” who investigates in a highly original manner the metaphysical dimension, part Christian and part Platonic, and the complex relations of reversibility and osmosis of being and becoming, of eternity and time, of presence and absence. This strong perspective does not remove the minor chord of historic an materialistic pessimism, closely associated with images of human end, viewed in this study from La barca to Dottrina dell’eterno principiante. The outcome is almost a backward reading of the Florentine poet, a reading which does not ignore the materialistic and in certain ways “tragic” aspects of Luzi's thought and imagination, however making it possible to highlight – also in view of the reflections of other scholars and especially mirroring the essay by Marco Menicacci (Luzi. Il demone filosofico) - the unconquerable knot of hope underlying the lacrimae rerum, a bundle of highly vital energies, an ethic of commitment and human responsibility, always forcefully witnessed and claimed by the poet as elements which can help to reabsorb the negative and death as well, in a universal and transcendent design, but especially in a logic of immanence and in a horizon of melting pietas for the finitude of creatures. Poetry and thought, then, act in synergy and sometimes in counterpoint in exploring the images of human finitude and its redemption, sometimes supporting themselves on different philosophical systems – from the pre-Socratics to Plato, from Teilhard de Chardin to the exponents of today's «weak thought» – in order to affirm, always and in any case, the irreducible mystery and scandal of the human end.

"VITA FEDELE ALLA VITA". IMMAGINI DELLA MORTE NELLA POESIA DI MARIO LUZI / E. PELLEGRINI. - In: STUDI TANATOLOGICI. - ISSN 1971-5684. - STAMPA. - n.s.:(2008), pp. 167-192.

"VITA FEDELE ALLA VITA". IMMAGINI DELLA MORTE NELLA POESIA DI MARIO LUZI

PELLEGRINI, ERNESTINA
2008

Abstract

“Vita fedele alla vita”. Immagini della morte nella poesia di Mario Luzi, in “Etudes Thanatologiques - Studi Tanatologici- Thanatological Studies, A. 3, n.3 (2007), Milano, Bruno Mondadori, pp.167-190. «Studi tanatologici» è la prima rivista italiana di tanatologia con contributi e aperture europee e internazionali. La rivista ha una periodicità annuale. L'obiettivo è quello di costruire un dialogo tra la corrente francese e italiana di studi sulla morte, prevalentemente storico-antropologica, e quella anglosassone, piuttosto orientata verso la psicologia e la clinica. Questa è la ragione per cui «Studi tanatologici» ospita saggi in tre lingue e ha un taglio intrinsecamente interdisciplinare: non solo l'accostamento di contributi nati nell'ambito di saperi diversi ma anche il tentativo di un approccio trasversale rispetto ai consueti confini disciplinari. Il saggio intitolato “Vita fedele alla vita” di Ernestina Pellegrini – che fa parte del comitato scientifico internazionale di redazione della rivista - analizza le immagini e le metafore della morte presenti nell’intero corpus delle poesie.di Mario Luzi, il “poeta illuminato”che approfondisce in modi del tutto originali la dimensione metafisica, tra cristiana e platonica, e le complesse relazioni di reversibilità e osmosi di essere e divenire, di eternità e tempo, di presenza e assenza, Questa prospettiva forte non rimuove la corda minore di un pessimismo storico e materialistico, legata strettamente alle immagini della fine umana, passate in rassegna in questo studio da La barca a Dottrina dell’eterno principiante. . Ne esce quasi una. lettura a rovescio del poeta fiorentino, una lettura che non trascura gli aspetti materialistici e in qualche modo “tragici” del pensiero e dell’immaginario letterario di Luzi, permettendo comunque di mettere in evidenza - anche alla luce delle riflessioni di altri studiosi e in particolare a specchio del saggio di Marco Menicacci (Luzi. Il demone filosofico) - l’irriducibile nodo di speranza sotteso alle lacrimae rerum, un grumo di energie vitalissime, un’etica dell’impegno e della responsabilità umana, sempre testimoniate e rivendicate con forza dal poeta in quanto elementi che aiutano a riassorbire, in un disegno universale e trascendente, ma soprattutto in una logica dell’immanenza e in un orizzonte di struggente pietas per la finitudine creaturale, anche il negativo e la morte. Poesia e pensiero, dunque, agiscono in sinergia e talvolta in contrappunto nell’esplorazione delle immagini della finitudine umana e del suo riscatto, appoggiandosi di volta in volta a sistemi filosofici diversi – dai presocratici a Platone, da Teilhard de Chardin agli esponenti del «pensiero debole» contemporaneo – per affermare sempre e comunque l’irriducibile mistero e lo scandalo della fine umana. “Vita fedele alla vita”. Immagini della morte nella poesia di Mario Luzi, in “Etudes Thanatologiques - Studi Tanatologici- Thanatological Studies, A. 3, n.3 (2007), Milano Bruno Mondadori, pages 167-190. «Studi tanatologici» is the first Italian review of thanatology, with European and international contributions and openings. The review comes out once a year. The goal is to establish a dialogue between the French and Italian current of death studies, mainly historical-anthropological, and the Anglo-Saxon current, mainly focusing on psychology and clinical research. This is why «Studi tanatologici» hosts essays in three languages, and has an intrinsically inter-disciplinary approach: not only putting together contributions coming from different areas of knowledge, but also making an attempt at an approach which crosses the usual disciplinary boundaries. The essay titled “Vita fedele alla vita” by Ernestina Pellegrini – who is a member of the international scientific board of editors of the review – analyzes the images and metaphors of death present in the whole corpus of poems by Mario Luzi, the “enlightened poet” who investigates in a highly original manner the metaphysical dimension, part Christian and part Platonic, and the complex relations of reversibility and osmosis of being and becoming, of eternity and time, of presence and absence. This strong perspective does not remove the minor chord of historic an materialistic pessimism, closely associated with images of human end, viewed in this study from La barca to Dottrina dell’eterno principiante. The outcome is almost a backward reading of the Florentine poet, a reading which does not ignore the materialistic and in certain ways “tragic” aspects of Luzi's thought and imagination, however making it possible to highlight – also in view of the reflections of other scholars and especially mirroring the essay by Marco Menicacci (Luzi. Il demone filosofico) - the unconquerable knot of hope underlying the lacrimae rerum, a bundle of highly vital energies, an ethic of commitment and human responsibility, always forcefully witnessed and claimed by the poet as elements which can help to reabsorb the negative and death as well, in a universal and transcendent design, but especially in a logic of immanence and in a horizon of melting pietas for the finitude of creatures. Poetry and thought, then, act in synergy and sometimes in counterpoint in exploring the images of human finitude and its redemption, sometimes supporting themselves on different philosophical systems – from the pre-Socratics to Plato, from Teilhard de Chardin to the exponents of today's «weak thought» – in order to affirm, always and in any case, the irreducible mystery and scandal of the human end.
2008
n.s.
167
192
E. PELLEGRINI
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