Ungheria. Letteratura --- Voce di aggiornamento redatta nel 2002 per ‘La Piccola Treccani. Dizionario Enciclopedico. Supplemento Inter-Z (direttore Mario Beccari)’. Il saggio propone, nei limiti della sintesi estrema di una voce enciclopedica, i tratti essenziali del profilo della letteratura ungherese così come essi si sono delineati nel 1989-2002, ricchi di interesse se visti con un impegnato interesse per lo sviluppo complessivo del contesto letterario europeo: conservazione di tutti i momenti del sistema letterario ereditato dal socialismo reale (comprese le opere ‘taciute’ perche’ ‘esiliate’ o ‘di minoranza’, underground o samizdat); riformulazione giuridica dei ‘beni letterari’; gestione ‘desideologizzata’ del patrimonio letterario ungherese (ora comprensivo di tutte le opere scritte nei decenni della ‘sovietizzazione’ in risposta a una immaginata fine del regime o almeno a sue corpose modifiche, e delle opere censurate dei precedenti e attuali classici del canone nazionale); rischiosa ma necessaria reinterpretazione di se’ e della storia (senza una netta distinzione tra documento e fiction); scelte tematiche e opzioni retorico-stilistiche (sempre, o quasi) interne al tentativo di trovare una soluzione autentica al dilemma dell’autonomia della letteratura, irrisolto fin dal 1919; in linea con quel che già avveniva grosso modo dal 1975, espressione variegata di un impellente, diffuso bisogno di intimita’ (con un’intensa e ampia innovazione nei procedimenti formali ‘provocata’ nel habitat di una scrittura ‘autoreferenziale’); serena assunzione del dilemma che si e’ ripresentato fortemente attuale (finora noto sostanzialmente nei termini delle problematiche presenti nel Bildungsroman socialista) tra il rischio insito nel ‘puro potere creativo’ che parla di liberta’ in una lingua ‘straniera’ incomprensibile a chi non e’ letterato, e il rischio della mediocrita’, del rosa e del trash, del (gia’ noto) ‘facile accesso’ alle forme letterarie della cultura; e, infine, ‘felice incontro’ di un fatto estetico e di uno sociale: i testi ‘autoreferenziali’ dell’intimita’ post-sovietica (forti dalla discesa coraggiosa nel paradosso culturale della post-Modernita’) hanno rivelato, come proprio motore l’io poetico dello scrittore, il quale, ‘autoleggendosi’, ha stilisticamente e strutturalmente ‘aperto’ il testo cosa che, insieme con l’intensa informatizzazione della sfera culturale, ha portato alla trasformazione della tradizionale comunità letteraria chiusa in società letteraria aperta.

Ungheria. Letteratura ungherese / B. Tottossy. - STAMPA. - (2002), pp. 684-684.

Ungheria. Letteratura ungherese

TOTTOSSY, BEATRIX
2002

Abstract

Ungheria. Letteratura --- Voce di aggiornamento redatta nel 2002 per ‘La Piccola Treccani. Dizionario Enciclopedico. Supplemento Inter-Z (direttore Mario Beccari)’. Il saggio propone, nei limiti della sintesi estrema di una voce enciclopedica, i tratti essenziali del profilo della letteratura ungherese così come essi si sono delineati nel 1989-2002, ricchi di interesse se visti con un impegnato interesse per lo sviluppo complessivo del contesto letterario europeo: conservazione di tutti i momenti del sistema letterario ereditato dal socialismo reale (comprese le opere ‘taciute’ perche’ ‘esiliate’ o ‘di minoranza’, underground o samizdat); riformulazione giuridica dei ‘beni letterari’; gestione ‘desideologizzata’ del patrimonio letterario ungherese (ora comprensivo di tutte le opere scritte nei decenni della ‘sovietizzazione’ in risposta a una immaginata fine del regime o almeno a sue corpose modifiche, e delle opere censurate dei precedenti e attuali classici del canone nazionale); rischiosa ma necessaria reinterpretazione di se’ e della storia (senza una netta distinzione tra documento e fiction); scelte tematiche e opzioni retorico-stilistiche (sempre, o quasi) interne al tentativo di trovare una soluzione autentica al dilemma dell’autonomia della letteratura, irrisolto fin dal 1919; in linea con quel che già avveniva grosso modo dal 1975, espressione variegata di un impellente, diffuso bisogno di intimita’ (con un’intensa e ampia innovazione nei procedimenti formali ‘provocata’ nel habitat di una scrittura ‘autoreferenziale’); serena assunzione del dilemma che si e’ ripresentato fortemente attuale (finora noto sostanzialmente nei termini delle problematiche presenti nel Bildungsroman socialista) tra il rischio insito nel ‘puro potere creativo’ che parla di liberta’ in una lingua ‘straniera’ incomprensibile a chi non e’ letterato, e il rischio della mediocrita’, del rosa e del trash, del (gia’ noto) ‘facile accesso’ alle forme letterarie della cultura; e, infine, ‘felice incontro’ di un fatto estetico e di uno sociale: i testi ‘autoreferenziali’ dell’intimita’ post-sovietica (forti dalla discesa coraggiosa nel paradosso culturale della post-Modernita’) hanno rivelato, come proprio motore l’io poetico dello scrittore, il quale, ‘autoleggendosi’, ha stilisticamente e strutturalmente ‘aperto’ il testo cosa che, insieme con l’intensa informatizzazione della sfera culturale, ha portato alla trasformazione della tradizionale comunità letteraria chiusa in società letteraria aperta.
2002
Istituto dell’Enciclopedia Italiana
Roma
M. Beccari
La Piccola Treccani. Dizionario Enciclopedico. Supplemento Inter-Z
B. Tottossy
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