A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, il mercato dei colori, e in particolare dei pigmenti verdi, registrò un rilevante incremento grazie allo sviluppo dell’industria chimica che seppe sfruttare le scoperte di nuovi composti, tra cui quelli a base di cromo. Questo elemento era stato in effetti scoperto nel 1797 dal chimico francese Nicolas Louis Vauquelin, che lo aveva individuato nei giacimenti minerari della regione del Var (Francia) sotto forma di cromato di ferro (cromite). Le successive ricerche di Vauquelin resero possibile la produzione di nuovi colori. In particolare, il chimico francese aveva rilevato che esponendo l’ossido di cromo (Cr2O3) ad alte temperature si otteneva «un vert extremement beau, qu’on avait jamais pu obtenir avec d’autres metaux». Fu solo però a partire dagli anni ‘40, e diffusamente dal 1860, che i pittori poterono trovare in commercio il verde ossido di cromo: un colore di tonalità media, abbastanza opaco ma molto stabile. L’uso del verde ossido di cromo è stato accertato, ad esempio, nei dipinti di Giovanni Fattori “Carica di cavalleria” (1873; in cui è mescolato con il verde smeraldo, arsenicato di rame, 3Cu(AsO2)2*Cu(COOCH3)2) e “Il salto delle pecore” (1883; mescolato con verde smeraldo, verde cobalto, giallo cromo e giallo di zinco).

Test preliminari per la valutazione di metodologie innovative per la pulitura di tinte labili: i verdi e i neri nella pittura italiana del XIX secolo / M.Vervat; P.Baglioni; D.Chelazzi; M.Favaro; R.Giorgi; V.Mosto; P.A.Vigato; A.Vigna. - STAMPA. - (2006), pp. 87-93. (Intervento presentato al convegno IV Congresso Nazionale IGIIC (Italian Group of the International Institute for Conservation)-Lo Stato dell'Arte 4 tenutosi a Siena nel 28-30 Settembre 2006).

Test preliminari per la valutazione di metodologie innovative per la pulitura di tinte labili: i verdi e i neri nella pittura italiana del XIX secolo

BAGLIONI, PIERO;CHELAZZI, DAVID;GIORGI, RODORICO;
2006

Abstract

A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, il mercato dei colori, e in particolare dei pigmenti verdi, registrò un rilevante incremento grazie allo sviluppo dell’industria chimica che seppe sfruttare le scoperte di nuovi composti, tra cui quelli a base di cromo. Questo elemento era stato in effetti scoperto nel 1797 dal chimico francese Nicolas Louis Vauquelin, che lo aveva individuato nei giacimenti minerari della regione del Var (Francia) sotto forma di cromato di ferro (cromite). Le successive ricerche di Vauquelin resero possibile la produzione di nuovi colori. In particolare, il chimico francese aveva rilevato che esponendo l’ossido di cromo (Cr2O3) ad alte temperature si otteneva «un vert extremement beau, qu’on avait jamais pu obtenir avec d’autres metaux». Fu solo però a partire dagli anni ‘40, e diffusamente dal 1860, che i pittori poterono trovare in commercio il verde ossido di cromo: un colore di tonalità media, abbastanza opaco ma molto stabile. L’uso del verde ossido di cromo è stato accertato, ad esempio, nei dipinti di Giovanni Fattori “Carica di cavalleria” (1873; in cui è mescolato con il verde smeraldo, arsenicato di rame, 3Cu(AsO2)2*Cu(COOCH3)2) e “Il salto delle pecore” (1883; mescolato con verde smeraldo, verde cobalto, giallo cromo e giallo di zinco).
2006
Lo Stato dell'Arte 4
IV Congresso Nazionale IGIIC (Italian Group of the International Institute for Conservation)-Lo Stato dell'Arte 4
Siena
28-30 Settembre 2006
M.Vervat; P.Baglioni; D.Chelazzi; M.Favaro; R.Giorgi; V.Mosto; P.A.Vigato; A.Vigna
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