La prima parte del saggio analizza l’importanza della problematica del montaggio per la poetica surrealista, come appare chiaro sin da un contributo di Breton che precede la pubblicazione del Manifesto surrealista: già nel 1921, infatti, in occasione della prima personale parigina di Max Ernst, il futuro capofila del surrealismo aveva evocato il criterio dell’assemblaggio delle immagini come modalità di accesso al “meraviglioso”, stabilendo una connessione tra scrittura automatica, fotografia e cinema. Breton continuerà a sottolineare l’importanza, sia teorica che pratica, di tale principio non solo in occasione della pubblicazione del citato Manifesto, nel 1924, ma anche nel biennio 1929/1930, periodo di cruciale importanza per il movimento. Si esamina quindi nel dettaglio la mostra dedicata al collage tenutasi presso la galleria parigina Goemans nel 1930, il cui catalogo è introdotto da un saggio di Aragon: il clima politico acceso e la particolare inclinazione ideologica di Aragon in quel periodo spiegano il tono polemico e veemente del contributo critico, teso a cogliere il carattere rivoluzionario e innovativo del collage, e chiariscono alcune scelte del corredo iconografico del catalogo in cui, oltre ad opere degli artisti in mostra, vengono riprodotti anche due fotomontaggi sovietici. Al saggio di Aragon si contrappone la recensione alla mostra di Carl Einstein, che si inserisce nell’ambito della sua collaborazione con la rivista “Documents” e si caratterizza per un accento più critico, da attribuire in parte alla rivalità tra le due opposte fazioni del gruppo surrealista, in parte a una visione riduttiva della tecnica in questione da parte del critico tedesco, che la considera ormai sull’orlo di naufragare in un décor piccolo-borghese. Vengono poi presi in esame alcuni collage particolarmente significativi dei seguenti autori: Dalí, Miró, Magritte ed Ernst. Di Dalí si analizzano in particolare le opere presentate alla prima personale parigina nel 1929 e la relativa contrapposizione critica tra Breton da un lato, e Bataille ed Einstein dall’altro. Di Magritte si esaminano i collage e i fotomontaggi del 1929, realizzati in occasione della sua collaborazione all’ultimo numero de “La Révolution surréaliste”: si passa in particolare al vaglio la funzione svolta dal linguaggio anche all’interno di alcuni collage dell’artista belga e si individua in una pubblicità realizzata nel 1927 per la pellicceria Samuel di Bruxelles un precedente per il fotomontaggio realizzato intorno al suo dipinto “La Femme cachée”, pubblicato nel 1929 nella predetta rivista. Per Miró si concentra in particolare l’attenzione su un collage del 1929: in questo caso, grazie a una fotografia d’epoca pubblicata in un quotidiano spagnolo, si può infatti fare luce sul procedimento esecutivo del collage da parte dell’artista catalano, che sembra pensare – nel caso specifico ma anche in generale – piuttosto a un work in progress che a un’opera definitivamente compiuta; un particolare del collage in questione, inoltre, rinvia nuovamente al cinema, secondo un orientamento che, come si è visto, Breton aveva precisato sin dal 1921. Della vasta produzione di collage di Max Ernst, infine, viene messa soprattutto a fuoco la serie dei tre romanzi-collage che appaiono tra il 1929 e il 1934: di tali opere si passa in rassegna l’ampio ventaglio di riferimenti che le sottende, dalle componenti autobiografiche al contesto surrealista, dagli aspetti più specificamente editoriali e redazionali all’analisi del repertorio delle fonti iconografiche e delle molteplici influenze letterarie cui l’artista attinge (dalla letteratura d’appendice, a quella agiografica, fino alle contemporanee opere di Aragon e Breton e all’ “Hebdomeros” di De Chirico), per concludere con una rassegna della fortuna critica dagli anni Trenta ai giorni nostri.

Notes on Surrealist collage: between mixed media and polysemy / A. Nigro. - STAMPA. - (2007), pp. 280-299.

Notes on Surrealist collage: between mixed media and polysemy

NIGRO, ALESSANDRO
2007

Abstract

La prima parte del saggio analizza l’importanza della problematica del montaggio per la poetica surrealista, come appare chiaro sin da un contributo di Breton che precede la pubblicazione del Manifesto surrealista: già nel 1921, infatti, in occasione della prima personale parigina di Max Ernst, il futuro capofila del surrealismo aveva evocato il criterio dell’assemblaggio delle immagini come modalità di accesso al “meraviglioso”, stabilendo una connessione tra scrittura automatica, fotografia e cinema. Breton continuerà a sottolineare l’importanza, sia teorica che pratica, di tale principio non solo in occasione della pubblicazione del citato Manifesto, nel 1924, ma anche nel biennio 1929/1930, periodo di cruciale importanza per il movimento. Si esamina quindi nel dettaglio la mostra dedicata al collage tenutasi presso la galleria parigina Goemans nel 1930, il cui catalogo è introdotto da un saggio di Aragon: il clima politico acceso e la particolare inclinazione ideologica di Aragon in quel periodo spiegano il tono polemico e veemente del contributo critico, teso a cogliere il carattere rivoluzionario e innovativo del collage, e chiariscono alcune scelte del corredo iconografico del catalogo in cui, oltre ad opere degli artisti in mostra, vengono riprodotti anche due fotomontaggi sovietici. Al saggio di Aragon si contrappone la recensione alla mostra di Carl Einstein, che si inserisce nell’ambito della sua collaborazione con la rivista “Documents” e si caratterizza per un accento più critico, da attribuire in parte alla rivalità tra le due opposte fazioni del gruppo surrealista, in parte a una visione riduttiva della tecnica in questione da parte del critico tedesco, che la considera ormai sull’orlo di naufragare in un décor piccolo-borghese. Vengono poi presi in esame alcuni collage particolarmente significativi dei seguenti autori: Dalí, Miró, Magritte ed Ernst. Di Dalí si analizzano in particolare le opere presentate alla prima personale parigina nel 1929 e la relativa contrapposizione critica tra Breton da un lato, e Bataille ed Einstein dall’altro. Di Magritte si esaminano i collage e i fotomontaggi del 1929, realizzati in occasione della sua collaborazione all’ultimo numero de “La Révolution surréaliste”: si passa in particolare al vaglio la funzione svolta dal linguaggio anche all’interno di alcuni collage dell’artista belga e si individua in una pubblicità realizzata nel 1927 per la pellicceria Samuel di Bruxelles un precedente per il fotomontaggio realizzato intorno al suo dipinto “La Femme cachée”, pubblicato nel 1929 nella predetta rivista. Per Miró si concentra in particolare l’attenzione su un collage del 1929: in questo caso, grazie a una fotografia d’epoca pubblicata in un quotidiano spagnolo, si può infatti fare luce sul procedimento esecutivo del collage da parte dell’artista catalano, che sembra pensare – nel caso specifico ma anche in generale – piuttosto a un work in progress che a un’opera definitivamente compiuta; un particolare del collage in questione, inoltre, rinvia nuovamente al cinema, secondo un orientamento che, come si è visto, Breton aveva precisato sin dal 1921. Della vasta produzione di collage di Max Ernst, infine, viene messa soprattutto a fuoco la serie dei tre romanzi-collage che appaiono tra il 1929 e il 1934: di tali opere si passa in rassegna l’ampio ventaglio di riferimenti che le sottende, dalle componenti autobiografiche al contesto surrealista, dagli aspetti più specificamente editoriali e redazionali all’analisi del repertorio delle fonti iconografiche e delle molteplici influenze letterarie cui l’artista attinge (dalla letteratura d’appendice, a quella agiografica, fino alle contemporanee opere di Aragon e Breton e all’ “Hebdomeros” di De Chirico), per concludere con una rassegna della fortuna critica dagli anni Trenta ai giorni nostri.
2007
9788837059279
Collage/Collages from Cubism to New Dada
280
299
A. Nigro
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