Il problema del trasporto e del sollevamento di grandi fusti monolitici si presenta sulla scena dell’architettura rinascimentale fin dalle prime imprese brunelleschiane, quando le grandi colonne della navata di San Lorenzo impongono a Filippo di elaborare soluzioni tecniche adeguate. Il desiderio di emulare gli Antichi nell’uso di grandi elementi lapidei monolitici impegna per tutto il secolo gli architetti quattrocenteschi nello studio di macchine da cantiere che amplino l’orizzonte tradizionale. In questo tipo di ricerche si distingue Francesco di Giorgio, autore di progetti e schizzi per numerosissimi congegni meccanici, tra i quali macchine per il trasporto e il sollevamento di colonne monolitiche e di obelischi. Il corpus di macchine concepito da Francesco di Giorgio ha una vastissima circolazione grazie alle copie dei suoi disegni, eseguite o riprese da personalità come Giuliano da Sangallo, Leonardo, Bonaccorso Ghiberti e Antonio da Sangallo il Giovane. Tuttavia queste invenzioni meccaniche costituiscono per lo più solo un tentativo di approccio teorico al problema. L’analisi dei documenti rivela come in cantiere si continuino a utilizzare sistemi tradizionali, opportunamenti adattati allo scopo, anche per risolvere problemi eccezionali. Il caso dello spostamento dell’obelisco vaticano, effettuato da Domenico Fontana tra il 1585 e il 1586, ne fornisce convincentemente la prova.
Notes sur le transport et le soulèvement des colonnes dans l’architecture des XVee et XVIe siècles, in La colonne. Nouvelle histoire de la construction / G. Belli. - STAMPA. - (2008), pp. 90-115.
Notes sur le transport et le soulèvement des colonnes dans l’architecture des XVee et XVIe siècles, in La colonne. Nouvelle histoire de la construction
BELLI, GIANLUCA
2008
Abstract
Il problema del trasporto e del sollevamento di grandi fusti monolitici si presenta sulla scena dell’architettura rinascimentale fin dalle prime imprese brunelleschiane, quando le grandi colonne della navata di San Lorenzo impongono a Filippo di elaborare soluzioni tecniche adeguate. Il desiderio di emulare gli Antichi nell’uso di grandi elementi lapidei monolitici impegna per tutto il secolo gli architetti quattrocenteschi nello studio di macchine da cantiere che amplino l’orizzonte tradizionale. In questo tipo di ricerche si distingue Francesco di Giorgio, autore di progetti e schizzi per numerosissimi congegni meccanici, tra i quali macchine per il trasporto e il sollevamento di colonne monolitiche e di obelischi. Il corpus di macchine concepito da Francesco di Giorgio ha una vastissima circolazione grazie alle copie dei suoi disegni, eseguite o riprese da personalità come Giuliano da Sangallo, Leonardo, Bonaccorso Ghiberti e Antonio da Sangallo il Giovane. Tuttavia queste invenzioni meccaniche costituiscono per lo più solo un tentativo di approccio teorico al problema. L’analisi dei documenti rivela come in cantiere si continuino a utilizzare sistemi tradizionali, opportunamenti adattati allo scopo, anche per risolvere problemi eccezionali. Il caso dello spostamento dell’obelisco vaticano, effettuato da Domenico Fontana tra il 1585 e il 1586, ne fornisce convincentemente la prova.File | Dimensione | Formato | |
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