Giovanna Ceccatelli. Università di Firenze. La difficile sopravvivenza dell’università italiana, fra complessità e semplificazioni. In : « Nuova Antologia » n.2247, Luglio-Settembre 2008, Le Monnier, Firenze pp. 284-300 Il saggio, inserito in un numero dedicato dalla rivista alle riforme dell’Università italiana, dove compaiono anche altri testi di analisi storica di docenti universitari, prende spunto, esaminandole da un punto di vista socioculturale e politico, le norme riguardanti l’università contenute nel D.L . 212 del 25.06.08 « Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria », e analizza, nel metodo e nel merito, le loro conseguenze sulla struttura, sulle prospettive e sugli sviluppi futuri del nostro sistema universitario. A questo scopo viene ricostruito sia il clima demagogico e qualunquistico di attacco alla Pubblica Amministrazione, con la campagna di criminalizzazione degli Atenei italiani, sia la storia più recente delle trasformazioni universitarie, dal “Processo di Bologna” e dalla riforma Berlinguer fino agli ultimi provvedimenti riduttivi di “razionalizzazione” dell’offerta formativa, realizzati prevalentemente a colpi di decreti, talvolta inutilmente punitivi, quasi sempre restrittivi sul piano finanziario, che sono andati a sovrapporsi gli uni sugli altri e hanno investito di nuove responsabilità, di decisioni difficili, di scelte coattive (capaci di pregiudicare futuri sviluppi o di innescare processi irreversibili), le facoltà, gli organi collegiali, i docenti e gli stessi studenti. Del D.L. 212, in particolare, vengono analizzati i tre principali e devastanti interventi “finanziari”, attraverso i quali viene decretata di fatto la fine del sistema universitario pubblico: la drastica riduzione del finanziamento ordinario nei successivi cinque anni, una ulteriore contrazione del turnover del personale con quasi totale recupero da parte dell’amministrazione centrale dei risparmi realizzati, e la “possibilità” di trasformare gli Atenei in fondazioni private. L’esito di una diminuzione e di un ancora più accentuato invecchiamento dei docenti, insieme ad una drastica contrazione di risorse economiche già ora al limite della sopravvivenza (fra l’altro gli investimenti nell’alta formazione, pari allo 0.88% del PIL sono in Italia, già oggi, un terzo in meno rispetto alla media europea, due terzi in meno rispetto al sistema universitario americano) unito alla possibilità di collocare l’istruzione universitaria sul mercato privato, innescherà infatti inesorabilmente un progressivo logoramento di tutto il sistema, e il completo ribaltamento di un modello, quello dell’ università pubblica, che da almeno un paio di secoli caratterizza il sistema dell’istruzione superiore in Italia e in Europa. Oltre ad accentuare iniqui processi di discriminazione fra giovani di diversa estrazione sociale e fra aree povere e ricche del paese e a prefigurare, attraverso la distribuzione differenziata delle residue risorse pubbliche o, in alternativa, la dipendenza da sponsor privati, un progressivo declino verso il conformismo e la connotazione politico ideologica di vario segno, che è esattamente il contrario della missione critica, libera e pluralista dell’insegnamento universitario. Alla fine, quello che rimane totalmente fuori da questo processo di trasformazione indiretta e coattiva dei sistemi di formazione superiore, attuato surrettiziamente attraverso norme di semplificazione e riduzione finanziaria e organizzativa, è infatti proprio un’ analisi della complessità, e un progetto educativo alternativo, capace di leggerne i significati profondi in relazione alla nuova realtà sociale della condizione giovanile, del suo futuro e del ruolo della conoscenza all’interno di esso. Un sistema/mondo diversificato e complesso, ibrido e globalizzato, che può essere conosciuto, o interpretato, solo attraverso un processo di autorganizzazione del sapere che procede a spirale, con meccanismi di retro-azione: dall’esperienza alle teorie, dai risultati ai principi e alle regole, modificando via via gli uni e le altre, in una progressiva costruzione e decostruzione della realtà e della conoscenza. ABstract in inglese The difficult existence of the Italian University between complexity and simplification In New Anthology » n.2247, July-September 2008, Le Monnier, Firenze. pp. 284-300 ENGLISH ABSTRACT The text was published together with other historical analytical essays by university professors in a number of the magazine Nuova Antologia dedicated to the reforms of the Italian University. It takes cue from the norms regarding the university education contained in D.L.212 del 25.06.08 “ Urgent dispositions for the economic development, simplification, competitiveness, stabilization of the public finances and the fiscal order” and analyses from different points of view the consequences and the perspectives over the future developments of our university system. In this relation it describes the attack of the Public Administration and the criminalization of the Italian universities and, is presented the recent history of the university transformations from the “ Processo di Bologna” and the reform Berlinguer until the last provisions for “rationalization” of the educational offer. From D.L. 212, in particular way, the three main financial destructive interventions are analysed since they are considered, de facto, the reason and the beginning of the end of the public university system. They consist in drastic decrease of the ordinary financing in the following five years, decrease of the turnover of the personnel and the new possibility to transform the universities in private foundations. The consequence is a remarkable aging of the university professors and drastic decrease of the economic resources already very limited (the investments in the higher education is equal 0,88% of the GDP just in Italy which is one third less than the European average and two thirds less than the American university system). Moreover the possibility to place the education in the private sector will produce a progressive wearing down of the whole system and a transformation of the public university, which is for almost two ages, characterizes the higher education in Italy and Europe. In the end of this process of transformation, the university system completed with norms for financial and organizational simplifications and reductions will exclude the analyses of the complexity of the matter and at the same time, one alternative educational project capable to read the deep meanings of the complexity in relation of the new social reality and the conditions of the youth. One system/world diversified and complex, hybrid and globalized which can be known or interpreted only with a process of self-organization of the knowledge.

La difficile sopravvivenza dell’Università italiana. Fra complessità e semplificazioni / G. Ceccatelli. - In: NUOVA ANTOLOGIA. - ISSN 0029-6147. - STAMPA. - 2247:(2008), pp. 284-300.

La difficile sopravvivenza dell’Università italiana. Fra complessità e semplificazioni

CECCATELLI, GIOVANNA
2008

Abstract

Giovanna Ceccatelli. Università di Firenze. La difficile sopravvivenza dell’università italiana, fra complessità e semplificazioni. In : « Nuova Antologia » n.2247, Luglio-Settembre 2008, Le Monnier, Firenze pp. 284-300 Il saggio, inserito in un numero dedicato dalla rivista alle riforme dell’Università italiana, dove compaiono anche altri testi di analisi storica di docenti universitari, prende spunto, esaminandole da un punto di vista socioculturale e politico, le norme riguardanti l’università contenute nel D.L . 212 del 25.06.08 « Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria », e analizza, nel metodo e nel merito, le loro conseguenze sulla struttura, sulle prospettive e sugli sviluppi futuri del nostro sistema universitario. A questo scopo viene ricostruito sia il clima demagogico e qualunquistico di attacco alla Pubblica Amministrazione, con la campagna di criminalizzazione degli Atenei italiani, sia la storia più recente delle trasformazioni universitarie, dal “Processo di Bologna” e dalla riforma Berlinguer fino agli ultimi provvedimenti riduttivi di “razionalizzazione” dell’offerta formativa, realizzati prevalentemente a colpi di decreti, talvolta inutilmente punitivi, quasi sempre restrittivi sul piano finanziario, che sono andati a sovrapporsi gli uni sugli altri e hanno investito di nuove responsabilità, di decisioni difficili, di scelte coattive (capaci di pregiudicare futuri sviluppi o di innescare processi irreversibili), le facoltà, gli organi collegiali, i docenti e gli stessi studenti. Del D.L. 212, in particolare, vengono analizzati i tre principali e devastanti interventi “finanziari”, attraverso i quali viene decretata di fatto la fine del sistema universitario pubblico: la drastica riduzione del finanziamento ordinario nei successivi cinque anni, una ulteriore contrazione del turnover del personale con quasi totale recupero da parte dell’amministrazione centrale dei risparmi realizzati, e la “possibilità” di trasformare gli Atenei in fondazioni private. L’esito di una diminuzione e di un ancora più accentuato invecchiamento dei docenti, insieme ad una drastica contrazione di risorse economiche già ora al limite della sopravvivenza (fra l’altro gli investimenti nell’alta formazione, pari allo 0.88% del PIL sono in Italia, già oggi, un terzo in meno rispetto alla media europea, due terzi in meno rispetto al sistema universitario americano) unito alla possibilità di collocare l’istruzione universitaria sul mercato privato, innescherà infatti inesorabilmente un progressivo logoramento di tutto il sistema, e il completo ribaltamento di un modello, quello dell’ università pubblica, che da almeno un paio di secoli caratterizza il sistema dell’istruzione superiore in Italia e in Europa. Oltre ad accentuare iniqui processi di discriminazione fra giovani di diversa estrazione sociale e fra aree povere e ricche del paese e a prefigurare, attraverso la distribuzione differenziata delle residue risorse pubbliche o, in alternativa, la dipendenza da sponsor privati, un progressivo declino verso il conformismo e la connotazione politico ideologica di vario segno, che è esattamente il contrario della missione critica, libera e pluralista dell’insegnamento universitario. Alla fine, quello che rimane totalmente fuori da questo processo di trasformazione indiretta e coattiva dei sistemi di formazione superiore, attuato surrettiziamente attraverso norme di semplificazione e riduzione finanziaria e organizzativa, è infatti proprio un’ analisi della complessità, e un progetto educativo alternativo, capace di leggerne i significati profondi in relazione alla nuova realtà sociale della condizione giovanile, del suo futuro e del ruolo della conoscenza all’interno di esso. Un sistema/mondo diversificato e complesso, ibrido e globalizzato, che può essere conosciuto, o interpretato, solo attraverso un processo di autorganizzazione del sapere che procede a spirale, con meccanismi di retro-azione: dall’esperienza alle teorie, dai risultati ai principi e alle regole, modificando via via gli uni e le altre, in una progressiva costruzione e decostruzione della realtà e della conoscenza. ABstract in inglese The difficult existence of the Italian University between complexity and simplification In New Anthology » n.2247, July-September 2008, Le Monnier, Firenze. pp. 284-300 ENGLISH ABSTRACT The text was published together with other historical analytical essays by university professors in a number of the magazine Nuova Antologia dedicated to the reforms of the Italian University. It takes cue from the norms regarding the university education contained in D.L.212 del 25.06.08 “ Urgent dispositions for the economic development, simplification, competitiveness, stabilization of the public finances and the fiscal order” and analyses from different points of view the consequences and the perspectives over the future developments of our university system. In this relation it describes the attack of the Public Administration and the criminalization of the Italian universities and, is presented the recent history of the university transformations from the “ Processo di Bologna” and the reform Berlinguer until the last provisions for “rationalization” of the educational offer. From D.L. 212, in particular way, the three main financial destructive interventions are analysed since they are considered, de facto, the reason and the beginning of the end of the public university system. They consist in drastic decrease of the ordinary financing in the following five years, decrease of the turnover of the personnel and the new possibility to transform the universities in private foundations. The consequence is a remarkable aging of the university professors and drastic decrease of the economic resources already very limited (the investments in the higher education is equal 0,88% of the GDP just in Italy which is one third less than the European average and two thirds less than the American university system). Moreover the possibility to place the education in the private sector will produce a progressive wearing down of the whole system and a transformation of the public university, which is for almost two ages, characterizes the higher education in Italy and Europe. In the end of this process of transformation, the university system completed with norms for financial and organizational simplifications and reductions will exclude the analyses of the complexity of the matter and at the same time, one alternative educational project capable to read the deep meanings of the complexity in relation of the new social reality and the conditions of the youth. One system/world diversified and complex, hybrid and globalized which can be known or interpreted only with a process of self-organization of the knowledge.
2008
2247
284
300
G. Ceccatelli
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