The data considered in this article illustrate the subtle variation that typically surfaces when the empirical sample includes a sufficient number of related languages, which share a similar grammar and differ from one another in minimal morpholexical choices. In particular we consider the lexicalization of 3rd person object clitics in some South-Italian dialects, where they are normally realized with lexical verbs, but not with the auxiliary to have. These cases of overt clitic drop could in principle provide evidence in favour of abstractly represented but unpronounced features or categories corresponding to the clitic – which is the account implied by a number of recent morphological and syntactic approaches (Halle & Marantz 1993, 1994, Grimshaw 1997, 2001, Kayne 2006). In reality, we will argue that they are best treated as interpretations at the LF interface, licenced by the lexical material that is overtly realized. The clitic drop phenomenon that we consider presents the same distribution as phenomena of enclisis in closely related dialects; in some dialects in fact, the two alternate according to person. We shall then account for enclisis first, through raising of the auxiliary to C, where the auxiliary precedes the clitic – which we take to be a fairly standard analysis (Kayne 1989). We argue that object clitic drop also depends on the raising of the auxiliary to C, i.e. in interpretive terms on the presence of a modal configuration, which licences the required object pronoun interpretation in connection with the intrinsic lexical properties of to have . ****************************************************** I dati considerati in questo articolo illustrano la sottile variazione che emerge quando la base empirica include un numero abbastanza largo di lingue strettamente relate, che condividono la stessa grammatica a parte scelte morfo-lessicali minime. In particolare si considera la lessicalizzazione dei clitici oggetto di 3° persona in alcuni dialetti meridionali italiani, dove queste forme sono normalmente realizzate con i verbi lessicali, ma non con l’ausiliare ‘avere’. Questi casi di apparente ‘drop’ del clitico potrebbero in linea di principio fornire un argomento a favore di tratti o categorie (corrispondenti al clitico) rappresentate in forma astratta e non pronunciate – il che corrisponde all’analisi suggerita da molti approcci recenti, sia sintattici sia morfologici (Halle & Marantz 1993, 1994, Grimshaw 1997, 2001, Kayne 2006). In realtà proponiamo che è meglio trattare il fenomeno in esame in termini di interpretazione all’interfaccia di LF, legittimata dal materiale apertamente presente. Il ‘drop’ del clitico considerato qui ha la stessa distribuzione dell’enclisi in dialetti strettamente relati; in alcuni dialetti, in effetti, scomparsa e enclisi si alternano a seconda della persona del verbo. Analizziamo quindi in primo luogo l’enclisi, come risultato del sollevamento dell’ausiliare alla posizione C dove precede il clitico, cioè tramite l’analisi standard (Kayne 1989). Proponiamo che il ‘drop’ dell’oggetto clitico dipende anch’esso dal sollevamento dell’ausiliare a C, cioè in termini interpretativi dalla presenza di una configurazione modale, che legittima la interpretazione del pronome oggetto in congiunzione con le proprietà lessicali di ‘avere’.

Lexicalization of 3rd person object clitics: clitic enclisis and clitic drop / L. Savoia; M.R.Manzini. - STAMPA. - (2010), pp. 102-118.

Lexicalization of 3rd person object clitics: clitic enclisis and clitic drop

SAVOIA, LEONARDO MARIA;MANZINI, MARIA RITA
2010

Abstract

The data considered in this article illustrate the subtle variation that typically surfaces when the empirical sample includes a sufficient number of related languages, which share a similar grammar and differ from one another in minimal morpholexical choices. In particular we consider the lexicalization of 3rd person object clitics in some South-Italian dialects, where they are normally realized with lexical verbs, but not with the auxiliary to have. These cases of overt clitic drop could in principle provide evidence in favour of abstractly represented but unpronounced features or categories corresponding to the clitic – which is the account implied by a number of recent morphological and syntactic approaches (Halle & Marantz 1993, 1994, Grimshaw 1997, 2001, Kayne 2006). In reality, we will argue that they are best treated as interpretations at the LF interface, licenced by the lexical material that is overtly realized. The clitic drop phenomenon that we consider presents the same distribution as phenomena of enclisis in closely related dialects; in some dialects in fact, the two alternate according to person. We shall then account for enclisis first, through raising of the auxiliary to C, where the auxiliary precedes the clitic – which we take to be a fairly standard analysis (Kayne 1989). We argue that object clitic drop also depends on the raising of the auxiliary to C, i.e. in interpretive terms on the presence of a modal configuration, which licences the required object pronoun interpretation in connection with the intrinsic lexical properties of to have . ****************************************************** I dati considerati in questo articolo illustrano la sottile variazione che emerge quando la base empirica include un numero abbastanza largo di lingue strettamente relate, che condividono la stessa grammatica a parte scelte morfo-lessicali minime. In particolare si considera la lessicalizzazione dei clitici oggetto di 3° persona in alcuni dialetti meridionali italiani, dove queste forme sono normalmente realizzate con i verbi lessicali, ma non con l’ausiliare ‘avere’. Questi casi di apparente ‘drop’ del clitico potrebbero in linea di principio fornire un argomento a favore di tratti o categorie (corrispondenti al clitico) rappresentate in forma astratta e non pronunciate – il che corrisponde all’analisi suggerita da molti approcci recenti, sia sintattici sia morfologici (Halle & Marantz 1993, 1994, Grimshaw 1997, 2001, Kayne 2006). In realtà proponiamo che è meglio trattare il fenomeno in esame in termini di interpretazione all’interfaccia di LF, legittimata dal materiale apertamente presente. Il ‘drop’ del clitico considerato qui ha la stessa distribuzione dell’enclisi in dialetti strettamente relati; in alcuni dialetti, in effetti, scomparsa e enclisi si alternano a seconda della persona del verbo. Analizziamo quindi in primo luogo l’enclisi, come risultato del sollevamento dell’ausiliare alla posizione C dove precede il clitico, cioè tramite l’analisi standard (Kayne 1989). Proponiamo che il ‘drop’ dell’oggetto clitico dipende anch’esso dal sollevamento dell’ausiliare a C, cioè in termini interpretativi dalla presenza di una configurazione modale, che legittima la interpretazione del pronome oggetto in congiunzione con le proprietà lessicali di ‘avere’.
2010
9780521517362
Syntactic Variation. The Dialects of Italy
102
118
L. Savoia; M.R.Manzini
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