Stable isotope analysis of carbon (d13C), nitrogen (d15N) and sulphur (d34S) were carried out on one of the largest assemblages of Late Upper Palaeolithic human remains in Southern Europe, at Grotta del Romito (Cosenza), Italy. The burials were stratigraphically dated from ca. 18,000 to 13,000 cal BP, which was confirmed by a series of new AMS dates made directly on the bone collagen. Dietary reconstruction from carbon and nitrogen stable isotopes revealed that eight of the nine individuals analysed, dating to the Final Epigravettian, had very consistent diets, rich in terrestrial animal protein, regardless of their age or sex. These included two individuals who were suffering from severe pathologies. A single individual, dating to the Evolved Epigravettian had a more variable diet, which was significantly enriched in protein from marine or freshwater fish compared to the later burials. Overall, the results are consistent with the very limited number of other studies which describe a change to more specialised and less variable subsistence strategies, in this case the hunting of large herbivores, towards the end of the Palaeolithic period. Sulphur isotope values of all of the nine burials and several faunal samples were notably consistent, showing no evidence of long-distance migration to the site from a different geological zone. Analisi di isotopi stabili del carbonio (d13C), azoto (d15N) e zolfo (D34S) sono state effettuate su una delle più grandi serie resti umani del tardo Paleolitico Superiore nel sud Europa, a Grotta del Romito (Cosenza), Italia. Le sepolture sono state stratigraficamente datate in un periodo cpmpreso tra 18.000 a 13.000 cal BP, circa, tale cronologia è stata confermata da una serie di nuove date AMS effettuate direttamente sul collagene osseo. La ricostruzione alimentare da isotopi stabili del carbonio e dell'azoto ha rivelato che otto dei nove individui analizzati, risalenti al Epigravettiano finale, hanno avuto diete ricche di proteine animali terrestri, indipendentemente dalla loro età o dal sesso. Tra questi vi sono due individui che sono stati affetti da patologie gravi. Un solo individuo, risalente al Epigravettiano evoluto ha una dieta più variabile, che è risultata essere notevolmente arricchita in proteine marine o pesci d'acqua dolce rispetto alle sepolture successive. Complessivamente, i risultati sono coerenti con il numero molto limitato di altri studi che descrivono verso la fine del Paleolitico un cambiamento verso strategie di sussistenza più specializzate e meno variabili, in questo caso la caccia di grandi erbivori. I valori degli isotopi di zolfo di tutti i nove gli individui inumati e numerosi campioni faunistici si sono rivelati coerenti, mostrando l’assenza di prove a favore di migrazioni di lunga distanza verso una diversa zona geologica.

Stable isotope analysis of Late Upper Palaeolithic humans and fauna remains from Grotta del Romito (Cosenza), Italy / CRAIG O. E.; BIAZZO M.; COLONESE A. C.; DI GIUSEPPE Z.; MARTINEZ LABARGA C.; LO VETRO D.; LELLI R.; MARTINI F.; RICKARDS O.. - In: JOURNAL OF ARCHAEOLOGICAL SCIENCE. - ISSN 0305-4403. - STAMPA. - 37:(2010), pp. 2504-2512. [10.1016/j.jas.2010.05.010]

Stable isotope analysis of Late Upper Palaeolithic humans and fauna remains from Grotta del Romito (Cosenza), Italy

LO VETRO, DOMENICO;MARTINI, FABIO;
2010

Abstract

Stable isotope analysis of carbon (d13C), nitrogen (d15N) and sulphur (d34S) were carried out on one of the largest assemblages of Late Upper Palaeolithic human remains in Southern Europe, at Grotta del Romito (Cosenza), Italy. The burials were stratigraphically dated from ca. 18,000 to 13,000 cal BP, which was confirmed by a series of new AMS dates made directly on the bone collagen. Dietary reconstruction from carbon and nitrogen stable isotopes revealed that eight of the nine individuals analysed, dating to the Final Epigravettian, had very consistent diets, rich in terrestrial animal protein, regardless of their age or sex. These included two individuals who were suffering from severe pathologies. A single individual, dating to the Evolved Epigravettian had a more variable diet, which was significantly enriched in protein from marine or freshwater fish compared to the later burials. Overall, the results are consistent with the very limited number of other studies which describe a change to more specialised and less variable subsistence strategies, in this case the hunting of large herbivores, towards the end of the Palaeolithic period. Sulphur isotope values of all of the nine burials and several faunal samples were notably consistent, showing no evidence of long-distance migration to the site from a different geological zone. Analisi di isotopi stabili del carbonio (d13C), azoto (d15N) e zolfo (D34S) sono state effettuate su una delle più grandi serie resti umani del tardo Paleolitico Superiore nel sud Europa, a Grotta del Romito (Cosenza), Italia. Le sepolture sono state stratigraficamente datate in un periodo cpmpreso tra 18.000 a 13.000 cal BP, circa, tale cronologia è stata confermata da una serie di nuove date AMS effettuate direttamente sul collagene osseo. La ricostruzione alimentare da isotopi stabili del carbonio e dell'azoto ha rivelato che otto dei nove individui analizzati, risalenti al Epigravettiano finale, hanno avuto diete ricche di proteine animali terrestri, indipendentemente dalla loro età o dal sesso. Tra questi vi sono due individui che sono stati affetti da patologie gravi. Un solo individuo, risalente al Epigravettiano evoluto ha una dieta più variabile, che è risultata essere notevolmente arricchita in proteine marine o pesci d'acqua dolce rispetto alle sepolture successive. Complessivamente, i risultati sono coerenti con il numero molto limitato di altri studi che descrivono verso la fine del Paleolitico un cambiamento verso strategie di sussistenza più specializzate e meno variabili, in questo caso la caccia di grandi erbivori. I valori degli isotopi di zolfo di tutti i nove gli individui inumati e numerosi campioni faunistici si sono rivelati coerenti, mostrando l’assenza di prove a favore di migrazioni di lunga distanza verso una diversa zona geologica.
2010
37
2504
2512
CRAIG O. E.; BIAZZO M.; COLONESE A. C.; DI GIUSEPPE Z.; MARTINEZ LABARGA C.; LO VETRO D.; LELLI R.; MARTINI F.; RICKARDS O.
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