Il contributo indaga la ristrutturazione, risalente al 1460 circa, del Palazzo Arcivescovile di Pisa, voluta da Filippo de’ Medici come espressione del controllo di Firenze sulla città, da pochi decenni sottomessa. Dalla critica avvicinato al Palazzo di Cosimo il Vecchio realizzato da Michelozzo, l’analisi spaziale, strutturale e stilistica della fabbrica ha invece messo in luce l’orienamento ‘progressivo’ di questa sulla tipologia del nuovo palazzo umanistico esemplato sulla domus romana. In effetti la fabbrica risulta distribuita sui quattro lati di un grande cortile che, riprendendo l’andamento distributivo del palazzo degli Antichi (documentato da Vitruvio e ripreso da Alberti), si presenta come un luminoso peristilio (sul tipo di quello del palazzo di Federico da Montefeltro ad Urbino, coevo e anch’esso di stretta matrice albertiana), contrapposto agli ‘angusti’ cortili del palazzo ‘cubico’ fiorentino (Palazzi Medici o Strozzi). Nel rinnovamento della precedente residenza arcivescovile risalente al Medioevo, è stata poi evidenziata la presenza sia di un nuovo, originale nucleo quattrocentesco (ala nord) destinato ad ospitare i locali dell’amministrazione e i magazzini, sia di un grandioso scalone (poi non eseguito) sul tipo sempre di quello della residenza dei Montefeltro, sia di una ‘moderna’ facciata con avancorpi angolari (sul tipo di quella dell’‘albertiano’ Palazzo della Cancelleria, edificato a Roma alla fine del secolo da Raffaele Riario, tra l’altro in gioventù proprio Arcivescovo di Pisa).
La "domus Cardinalis" di Filippo de' Medici Arcivescovo di Pisa. Una 'prova generale' del nuovo palazzo umanistico all'antica di metà Quattrocento: tra Vitruvio e Alberti / G. Morolli. - STAMPA. - (2010), pp. 56-82. (Intervento presentato al convegno Associazione Dimore Storiche Italiane, Sezione Toscana tenutosi a Pisa, Palazzo Blu nel 6-9 ottobre 2009).
La "domus Cardinalis" di Filippo de' Medici Arcivescovo di Pisa. Una 'prova generale' del nuovo palazzo umanistico all'antica di metà Quattrocento: tra Vitruvio e Alberti
MOROLLI, GABRIELE
2010
Abstract
Il contributo indaga la ristrutturazione, risalente al 1460 circa, del Palazzo Arcivescovile di Pisa, voluta da Filippo de’ Medici come espressione del controllo di Firenze sulla città, da pochi decenni sottomessa. Dalla critica avvicinato al Palazzo di Cosimo il Vecchio realizzato da Michelozzo, l’analisi spaziale, strutturale e stilistica della fabbrica ha invece messo in luce l’orienamento ‘progressivo’ di questa sulla tipologia del nuovo palazzo umanistico esemplato sulla domus romana. In effetti la fabbrica risulta distribuita sui quattro lati di un grande cortile che, riprendendo l’andamento distributivo del palazzo degli Antichi (documentato da Vitruvio e ripreso da Alberti), si presenta come un luminoso peristilio (sul tipo di quello del palazzo di Federico da Montefeltro ad Urbino, coevo e anch’esso di stretta matrice albertiana), contrapposto agli ‘angusti’ cortili del palazzo ‘cubico’ fiorentino (Palazzi Medici o Strozzi). Nel rinnovamento della precedente residenza arcivescovile risalente al Medioevo, è stata poi evidenziata la presenza sia di un nuovo, originale nucleo quattrocentesco (ala nord) destinato ad ospitare i locali dell’amministrazione e i magazzini, sia di un grandioso scalone (poi non eseguito) sul tipo sempre di quello della residenza dei Montefeltro, sia di una ‘moderna’ facciata con avancorpi angolari (sul tipo di quella dell’‘albertiano’ Palazzo della Cancelleria, edificato a Roma alla fine del secolo da Raffaele Riario, tra l’altro in gioventù proprio Arcivescovo di Pisa).File | Dimensione | Formato | |
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