Il cantiere del Duomo di Lucca offre per il XIII secolo una documentazione insolitamente ricca, pubblicata da Pietro Guidi e Graziano Concioni, ma finora esplorata con poca attenzione degli storici dell’arte. Lo stile delle sculture che impreziosiscono la facciata, sia sulla fronte del portico (fine del XII secolo) che nelle loggette della parte superiore del “frontespizio” (inizio XIII secolo, sotto la direzione di maestro Guidetto) nonché nella facciata all’interno del portico (dove emergono prima la personalità di Guido Bigarelli e poi quella di Nicola Pisano), è difficilmente raccordabile alla documentazione archivistica, che ci parla di un numero molto superiode di maestri, nessuno dei quali è peraltro ancorabile a opere precise. Si ha quindi la netta sensazione di trovarsi davanti ad un’impresa collettiva, tipica dei grandi cantieri delle cattedrali romaniche e gotiche europee. La questione attributiva – eccessivamente semplificata da un recente intervento di Laura Cavazzini che attribuisce più del dovuto a Guido Bigarelli – si interseca con le tormentate vicende politiche del Comune di Lucca, le quali forse imposero una soluzione di compromesso al progetto formulato prima del 1204.

La conformazione originaria del pulpito di Guglielmo nel Duomo di Pisa / G. Tigler. - In: COMMENTARI D'ARTE. - ISSN 1974-6385. - STAMPA. - XIV, 41:(2009), pp. 30-55.

La conformazione originaria del pulpito di Guglielmo nel Duomo di Pisa

TIGLER, GUIDO
2009

Abstract

Il cantiere del Duomo di Lucca offre per il XIII secolo una documentazione insolitamente ricca, pubblicata da Pietro Guidi e Graziano Concioni, ma finora esplorata con poca attenzione degli storici dell’arte. Lo stile delle sculture che impreziosiscono la facciata, sia sulla fronte del portico (fine del XII secolo) che nelle loggette della parte superiore del “frontespizio” (inizio XIII secolo, sotto la direzione di maestro Guidetto) nonché nella facciata all’interno del portico (dove emergono prima la personalità di Guido Bigarelli e poi quella di Nicola Pisano), è difficilmente raccordabile alla documentazione archivistica, che ci parla di un numero molto superiode di maestri, nessuno dei quali è peraltro ancorabile a opere precise. Si ha quindi la netta sensazione di trovarsi davanti ad un’impresa collettiva, tipica dei grandi cantieri delle cattedrali romaniche e gotiche europee. La questione attributiva – eccessivamente semplificata da un recente intervento di Laura Cavazzini che attribuisce più del dovuto a Guido Bigarelli – si interseca con le tormentate vicende politiche del Comune di Lucca, le quali forse imposero una soluzione di compromesso al progetto formulato prima del 1204.
2009
XIV, 41
30
55
G. Tigler
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