Il progetto del Tempio di cremazione a Parma di Paolo Zermani, pubblicato sul numero 791 della rivista internazionale Casabella è corredato da uno scritto di Massimo Ferrari, Recinto degli addii. Figure nella nebbia. La pubblicazione si compone di 8 pagine, all'interno delle quali si notano le numerose fotografie che raccontano l'edificio, come in un percorso di avvicinamento, dal paesaggio agricolo di Valera al silenzio dei due chiostri, fino alla grande Sala del Commiato; a corredo del testo e delle immagini, si trovano i disegni della planimetria, in cui si legge il rapporto dell'edificio con la città, la pianta e sei sezioni. Nel testo di Ferrari si evince un aspetto centrale della poetica dell'architetto: la sacralità dell'edificio deve manifestarsi nel paesaggio: «Il crematorio di Parma, nel progetto di Paolo Zermani, appena distaccato dalla città compatta, assume Valera come scena fissa e quella terra, che è memoria per frammenti, indirizza la qualità delle sue ragioni, suggerisce suggestioni, propone confronti tanto da permettere al tempio di diventare parte di quel paesaggio padano che ritrova nei segni più significativi e persistenti la natura della propria identità». Il Tempio, visto da lontano, assume l'aspetto di «un altare in cui la città celebra la memoria di sé». Il progetto di Zermani si fonda su pochi ma precisi elementi: «il recinto e il tempio di cremazione che nel loro disporsi a terra costruiscono il percorso, la sequenza degli spazi evocativi del rito fino alla dispersione delle ceneri. [...] Il recinto costituisce l'immagine consueta di un luogo di sepoltura». Progetto pubblicato all'interno della rivista CASABELLA n. 791. Articolo di Massimo Ferrari.

Tempio di cremazione a Parma / P. Zermani. - STAMPA. - , pp. 26-33.

Tempio di cremazione a Parma

P. Zermani

Abstract

Il progetto del Tempio di cremazione a Parma di Paolo Zermani, pubblicato sul numero 791 della rivista internazionale Casabella è corredato da uno scritto di Massimo Ferrari, Recinto degli addii. Figure nella nebbia. La pubblicazione si compone di 8 pagine, all'interno delle quali si notano le numerose fotografie che raccontano l'edificio, come in un percorso di avvicinamento, dal paesaggio agricolo di Valera al silenzio dei due chiostri, fino alla grande Sala del Commiato; a corredo del testo e delle immagini, si trovano i disegni della planimetria, in cui si legge il rapporto dell'edificio con la città, la pianta e sei sezioni. Nel testo di Ferrari si evince un aspetto centrale della poetica dell'architetto: la sacralità dell'edificio deve manifestarsi nel paesaggio: «Il crematorio di Parma, nel progetto di Paolo Zermani, appena distaccato dalla città compatta, assume Valera come scena fissa e quella terra, che è memoria per frammenti, indirizza la qualità delle sue ragioni, suggerisce suggestioni, propone confronti tanto da permettere al tempio di diventare parte di quel paesaggio padano che ritrova nei segni più significativi e persistenti la natura della propria identità». Il Tempio, visto da lontano, assume l'aspetto di «un altare in cui la città celebra la memoria di sé». Il progetto di Zermani si fonda su pochi ma precisi elementi: «il recinto e il tempio di cremazione che nel loro disporsi a terra costruiscono il percorso, la sequenza degli spazi evocativi del rito fino alla dispersione delle ceneri. [...] Il recinto costituisce l'immagine consueta di un luogo di sepoltura». Progetto pubblicato all'interno della rivista CASABELLA n. 791. Articolo di Massimo Ferrari.
P. Zermani
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