Si sostiene che, contrariamente alla tesi corrente, il linguaggio delle scienze sociali risulta – ogni volta che è possibile fare il confronto su un termine – incomparabilmente meno preciso di quello comune. Si presentano una serie di motivi per cui questa minore precisione, apparentemente paradossale, è invece quasi scontata per tutti i linguaggi tecnici. In base a considerazioni sulla natura della comunità scientifica nelle scienze umane, si sostiene essere naturale che il linguaggio delle scienze sociali sia particolarmente polivoco. Si aggiunge che in realtà le guerre di scuola si combattono e si vincono (pro-tempore) non mostrando empiricamente corrette le proprie teorie, ma imponendo sul mercato i propri termini e le proprie accezioni dei termini correnti — il che contribuisce ad accrescere la torre di babele. Ma ogni richiamo alla necessità di dedicare maggiore attenzione al linguaggio e alla strumentazione concettuale è respinto con sufficienza da politologi e sociologi, per l’influenza della tesi circa la priorità del momento teorico. La sottovalutazione del sapere pre-assertorio (concetti, termini, classificazioni, etc.) rispetto a quello assertorio (teorie, leggi, spiegazioni, etc.) si giustifica solo in un quadro di realismo gnoseologico (ufficialmente ripudiato da tutti, ma evidentemente difficile da rimuovere in profondità) e di decidibilismo epistemologico (ogni asserto empirico può essere fondatamente dichiarato vero o falso).

Linguaggio scientifico o torre di Babele? / A. Marradi. - In: RIVISTA ITALIANA DI SCIENZA POLITICA. - ISSN 0048-8402. - STAMPA. - XVII:(1987), pp. 135-156.

Linguaggio scientifico o torre di Babele?

MARRADI, ALBERTO
1987

Abstract

Si sostiene che, contrariamente alla tesi corrente, il linguaggio delle scienze sociali risulta – ogni volta che è possibile fare il confronto su un termine – incomparabilmente meno preciso di quello comune. Si presentano una serie di motivi per cui questa minore precisione, apparentemente paradossale, è invece quasi scontata per tutti i linguaggi tecnici. In base a considerazioni sulla natura della comunità scientifica nelle scienze umane, si sostiene essere naturale che il linguaggio delle scienze sociali sia particolarmente polivoco. Si aggiunge che in realtà le guerre di scuola si combattono e si vincono (pro-tempore) non mostrando empiricamente corrette le proprie teorie, ma imponendo sul mercato i propri termini e le proprie accezioni dei termini correnti — il che contribuisce ad accrescere la torre di babele. Ma ogni richiamo alla necessità di dedicare maggiore attenzione al linguaggio e alla strumentazione concettuale è respinto con sufficienza da politologi e sociologi, per l’influenza della tesi circa la priorità del momento teorico. La sottovalutazione del sapere pre-assertorio (concetti, termini, classificazioni, etc.) rispetto a quello assertorio (teorie, leggi, spiegazioni, etc.) si giustifica solo in un quadro di realismo gnoseologico (ufficialmente ripudiato da tutti, ma evidentemente difficile da rimuovere in profondità) e di decidibilismo epistemologico (ogni asserto empirico può essere fondatamente dichiarato vero o falso).
1987
XVII
135
156
A. Marradi
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