I riferimenti d’obbligo di una serie di composizioni poetiche umbratili su Lisbona, nella poesia contemporanea portoghese, non possono non essere trovati in Cesário Verde e in Fernando Pessoa, i quali con il loro reiterato e avvolgente discorso poetico sulla città, modulano e coniugano sapientemente rêverie e spleen in una nuova personalissima e nostalgica sua visione. È come se i due maestri, con il loro canto poetico, venissero sentiti come i protagonisti di una sorta di codificazione del discorso poetico sulla città di Lisbona, fissandone nella metaforizzazione delle immagini canoni di enunciazione e di ricezione, in cui la memoria è chiamata a un’alta funzione di veicolazione di una disposizione psicologica che, allontanandosi dal presente e riallacciandosi a quella del passato, ritrova e torna a percepire l’intimo flusso vitale di questo: ne scioglie l’aspetto pietrificato ed esso – il passato – ricomincia a pulsare nel fondo dell’anima e, poi, nella pagina scritta con i battiti di un tempo, mutando le spleen in rêverie, la noia in nostalgia, il tedio in evocazione. È quello che, in qualche misura, compie Miguel Barbosa con la sua intensa attività artistica, dalla pittura alla scultura, dalla ricerca archeologica all’attività letteraria, assunta, nelle molteplicità dei generi, prestando ascolto alle voci del passato, recuperate e fatte riemergere dalle profondità fantasmatiche dell’oblio, proprio e altrui. Esemplare in tal senso appare il volume Lisboa da janela dos meus olhos che, dato alle stampe nel 1997, raccoglie 33 componimenti poetici di diversa lunghezza e di disuguale, eloquente disposizione grafica: tutti, comunque, impreziositi da avvolgenti modulazioni ritmiche e da sapiente struttura discorsiva. In essi il soggetto poetico, fin dal titolo della raccolta, Lisboa da janela dos meus olhos, inserendosi coscientemente nel solco della tradizione portoghese accennata, traduce evidenti accenti intertestuali pessoani; accenti relativi alla funzione quasi di medium della finestra stessa. Tuttavia i testi poetici di Barbosa oltrepassano il semplice ruolo di mera evocazione nostalgica, configurandosi come elemento nodale di quei complessi sistemi simbolici, connessi alle relazioni intrinseche tra uomo e il proprio ambiente, mediante le quali le cose osservate cessano di essere semplici cose e acquisiscono un’anima o, se si vuole, un significato intellegibile e di compartecipazione.

O olho da memória. O olhar desfocado em Lisboa da janela dos meus olhos / P.Ceccucci. - STAMPA. - (2009), pp. 25-38.

O olho da memória. O olhar desfocado em Lisboa da janela dos meus olhos

CECCUCCI, PIERO
2009

Abstract

I riferimenti d’obbligo di una serie di composizioni poetiche umbratili su Lisbona, nella poesia contemporanea portoghese, non possono non essere trovati in Cesário Verde e in Fernando Pessoa, i quali con il loro reiterato e avvolgente discorso poetico sulla città, modulano e coniugano sapientemente rêverie e spleen in una nuova personalissima e nostalgica sua visione. È come se i due maestri, con il loro canto poetico, venissero sentiti come i protagonisti di una sorta di codificazione del discorso poetico sulla città di Lisbona, fissandone nella metaforizzazione delle immagini canoni di enunciazione e di ricezione, in cui la memoria è chiamata a un’alta funzione di veicolazione di una disposizione psicologica che, allontanandosi dal presente e riallacciandosi a quella del passato, ritrova e torna a percepire l’intimo flusso vitale di questo: ne scioglie l’aspetto pietrificato ed esso – il passato – ricomincia a pulsare nel fondo dell’anima e, poi, nella pagina scritta con i battiti di un tempo, mutando le spleen in rêverie, la noia in nostalgia, il tedio in evocazione. È quello che, in qualche misura, compie Miguel Barbosa con la sua intensa attività artistica, dalla pittura alla scultura, dalla ricerca archeologica all’attività letteraria, assunta, nelle molteplicità dei generi, prestando ascolto alle voci del passato, recuperate e fatte riemergere dalle profondità fantasmatiche dell’oblio, proprio e altrui. Esemplare in tal senso appare il volume Lisboa da janela dos meus olhos che, dato alle stampe nel 1997, raccoglie 33 componimenti poetici di diversa lunghezza e di disuguale, eloquente disposizione grafica: tutti, comunque, impreziositi da avvolgenti modulazioni ritmiche e da sapiente struttura discorsiva. In essi il soggetto poetico, fin dal titolo della raccolta, Lisboa da janela dos meus olhos, inserendosi coscientemente nel solco della tradizione portoghese accennata, traduce evidenti accenti intertestuali pessoani; accenti relativi alla funzione quasi di medium della finestra stessa. Tuttavia i testi poetici di Barbosa oltrepassano il semplice ruolo di mera evocazione nostalgica, configurandosi come elemento nodale di quei complessi sistemi simbolici, connessi alle relazioni intrinseche tra uomo e il proprio ambiente, mediante le quali le cose osservate cessano di essere semplici cose e acquisiscono un’anima o, se si vuole, un significato intellegibile e di compartecipazione.
2009
9789726999348
Miguel Barbosa. Simbologia na unidade
25
38
P.Ceccucci
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