Il Dipartimento di economia, ingegneria, scienze e tecnologie agrarie e forestali dell’Università di Firenze, in collaborazione con l’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione nel settore agricolo-forestale della Toscana, ha iniziato nella seconda metà degli anni 90, presso l’Azienda agricola regionale di Cesa in Val di Chiana (Arezzo), un’ attività di ricerca e sperimentazione finalizzata al miglioramento della gestione irrigua attraverso la tecnica del sussidio idrico limitato, o irrigazione deficitaria. L’attività è stata svolta su diverse colture, tra cui il mais da granelle, i cui risultati produttivi sono stati descritti nell’articolo «Ottime rese del mais possibili anche con poca acqua», pubblicato su L’Informatore Agrario n. 19/2009, che costituisce la base del presente lavoro prendendo in esame gli aspetti economici della stessa ricerca. Le prove in campo, svolte nelle annate 2007 e 2008, prevedevano il confronto fra la risposta della coltura a diversi regimi irrigui, corrispondenti a livelli di reintegro dell’evapotraspirazione definiti alto, medio e basso, con il testimone non irrigato. Gli interventi irrigui sono stati effettuati con impianto a pioggia stanziale e impianto a goccia con manichetta, secondo un programma che prevedeva per il trattamento «alto» il reintegro dell’evapotraspirazione a bilancio idrico sul soprassuolo (irrigazione pari alla differenza tra evapotraspirazione e pioggia), mentre per quelli «medio» e «basso» l’irrigazione privilegiava le fasi del ciclo colturale più sensibili allo stress idrico e comunque iniziava dopo che una parte della riserva idrica del suolo era stata utilizzata. Sulla risposta della coltura ai trattamenti medio e basso hanno influito sia l’entità degli apporti ridotti, sia le caratteristiche dei metodi utilizzati per la distribuzione dell’acqua, fornendo lo spunto per alcune considerazioni relative all’adattabilità dell’irrigazione deficitaria ai diversi metodi, pioggia e goccia, anch’essi descritti nell’articolo. Va precisato che per tutti i trattamenti sono state utilizzate le stesse tecniche colturali, con la sola differenziazione dell’irrigazione. Inoltre, poiché il protocollo di lavoro è rimasto invariato, si sono potute considerare le medie biennali per l’analisi di alcuni risultati. Da questa fase è stato escluso il testimone, avendo costi non confrontabili in quanto prevedeva il solo intervento irriguo alla semina. Per rendere confrontabili tra loro le produzioni dei due anni e dei diversi metodi e trattamenti irrigui, dato che queste differiscono anche notevolmente per il contenuto di umidità, esse sono state preventivamente normalizzate riportandole tutte a una umidità convenzionale del 15,5%, che è quella cui generalmente fanno riferimento le quotazioni di mercato. L’analisi statistica delle variazioni dell’umidità alla raccolta non ha mostrato alcuna correlazione tra umidità alla raccolta e metodo irriguo o livello di reintegrazione idrica e pertanto ai fini del loro confronto si è trascurato questo parametro.

Irrigazione a goccia o a pioggia? Confronto costi e plv su mais / G. Ghinassi; L. Zammarchi. - In: L'INFORMATORE AGRARIO. - ISSN 0020-0689. - STAMPA. - 23/2010:(2010), pp. 40-43.

Irrigazione a goccia o a pioggia? Confronto costi e plv su mais

GHINASSI, GRAZIANO;
2010

Abstract

Il Dipartimento di economia, ingegneria, scienze e tecnologie agrarie e forestali dell’Università di Firenze, in collaborazione con l’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione nel settore agricolo-forestale della Toscana, ha iniziato nella seconda metà degli anni 90, presso l’Azienda agricola regionale di Cesa in Val di Chiana (Arezzo), un’ attività di ricerca e sperimentazione finalizzata al miglioramento della gestione irrigua attraverso la tecnica del sussidio idrico limitato, o irrigazione deficitaria. L’attività è stata svolta su diverse colture, tra cui il mais da granelle, i cui risultati produttivi sono stati descritti nell’articolo «Ottime rese del mais possibili anche con poca acqua», pubblicato su L’Informatore Agrario n. 19/2009, che costituisce la base del presente lavoro prendendo in esame gli aspetti economici della stessa ricerca. Le prove in campo, svolte nelle annate 2007 e 2008, prevedevano il confronto fra la risposta della coltura a diversi regimi irrigui, corrispondenti a livelli di reintegro dell’evapotraspirazione definiti alto, medio e basso, con il testimone non irrigato. Gli interventi irrigui sono stati effettuati con impianto a pioggia stanziale e impianto a goccia con manichetta, secondo un programma che prevedeva per il trattamento «alto» il reintegro dell’evapotraspirazione a bilancio idrico sul soprassuolo (irrigazione pari alla differenza tra evapotraspirazione e pioggia), mentre per quelli «medio» e «basso» l’irrigazione privilegiava le fasi del ciclo colturale più sensibili allo stress idrico e comunque iniziava dopo che una parte della riserva idrica del suolo era stata utilizzata. Sulla risposta della coltura ai trattamenti medio e basso hanno influito sia l’entità degli apporti ridotti, sia le caratteristiche dei metodi utilizzati per la distribuzione dell’acqua, fornendo lo spunto per alcune considerazioni relative all’adattabilità dell’irrigazione deficitaria ai diversi metodi, pioggia e goccia, anch’essi descritti nell’articolo. Va precisato che per tutti i trattamenti sono state utilizzate le stesse tecniche colturali, con la sola differenziazione dell’irrigazione. Inoltre, poiché il protocollo di lavoro è rimasto invariato, si sono potute considerare le medie biennali per l’analisi di alcuni risultati. Da questa fase è stato escluso il testimone, avendo costi non confrontabili in quanto prevedeva il solo intervento irriguo alla semina. Per rendere confrontabili tra loro le produzioni dei due anni e dei diversi metodi e trattamenti irrigui, dato che queste differiscono anche notevolmente per il contenuto di umidità, esse sono state preventivamente normalizzate riportandole tutte a una umidità convenzionale del 15,5%, che è quella cui generalmente fanno riferimento le quotazioni di mercato. L’analisi statistica delle variazioni dell’umidità alla raccolta non ha mostrato alcuna correlazione tra umidità alla raccolta e metodo irriguo o livello di reintegrazione idrica e pertanto ai fini del loro confronto si è trascurato questo parametro.
2010
23/2010
40
43
G. Ghinassi; L. Zammarchi
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