L’articolo ripercorre le vicende relative al ritrovamento di un celeberrimo documento epigrafico in lingua osca, il Cippo Abellano, e alle prime pubblicazioni ad esso inerenti, a partire dall’editio princeps del testo, pubblicata da Mons. Passeri all’interno del II volume delle Memorie di varia erudizione della Società Colombaria fiorentina del 1752. Scopritore del cippo fu Padre Gianstefano Remondini che, per tramite del famoso erudito fiorentino Anton Francesco Gori, socio della Società Colombaria, entrò in contatto con Giambattista Passeri, il quale pubblicò il testo proprio sotto il patrocinio di Gori. L’intera vicenda viene letta alla luce delle pubblicazioni settecentesche (e delle critiche da esse ricevute) e di alcuni importanti documenti ancora inediti: si tratta in primo luogo della corrispondenza intercorsa tra i protagonisti di questa vicenda, dei disegni e delle trascrizioni realizzate da Passeri e Remondini, da cui possiamo ricavare letture ed interpretazioni, e, infine, delle redazioni manoscritte delle opere pubblicate da Passeri, tra cui le aggiunte e le correzioni all’editio princeps in vista della II edizione del testo.

La scoperta del Cippo Abellano e l’etruscheria. Notizie dal carteggio tra Gianstefano Remondini, Giambattista Passeri e Anton Francesco Gori / F. Murano. - In: ATTI E MEMORIE DELL'ACCADEMIA TOSCANA DI SCIENZE E LETTERE LA COLOMBARIA. - ISSN 0392-0836. - STAMPA. - LXXVI:(2012), pp. 267-324.

La scoperta del Cippo Abellano e l’etruscheria. Notizie dal carteggio tra Gianstefano Remondini, Giambattista Passeri e Anton Francesco Gori

MURANO, FRANCESCA
2012

Abstract

L’articolo ripercorre le vicende relative al ritrovamento di un celeberrimo documento epigrafico in lingua osca, il Cippo Abellano, e alle prime pubblicazioni ad esso inerenti, a partire dall’editio princeps del testo, pubblicata da Mons. Passeri all’interno del II volume delle Memorie di varia erudizione della Società Colombaria fiorentina del 1752. Scopritore del cippo fu Padre Gianstefano Remondini che, per tramite del famoso erudito fiorentino Anton Francesco Gori, socio della Società Colombaria, entrò in contatto con Giambattista Passeri, il quale pubblicò il testo proprio sotto il patrocinio di Gori. L’intera vicenda viene letta alla luce delle pubblicazioni settecentesche (e delle critiche da esse ricevute) e di alcuni importanti documenti ancora inediti: si tratta in primo luogo della corrispondenza intercorsa tra i protagonisti di questa vicenda, dei disegni e delle trascrizioni realizzate da Passeri e Remondini, da cui possiamo ricavare letture ed interpretazioni, e, infine, delle redazioni manoscritte delle opere pubblicate da Passeri, tra cui le aggiunte e le correzioni all’editio princeps in vista della II edizione del testo.
2012
LXXVI
267
324
F. Murano
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