Dopo aver sinteticamente ricostruito i presupposti in conseguenza dei quali l'economia si è costituita come disciplina autonoma dalle altre discipline sociali, viene svolta un'analisi finalizzata a rintracciare il ruolo di tali presupposti nell'ambito del dibattito neoclassico sulle problematiche delle esternalità. Vengono quindi proposte alcune osservazioni relative al rapporto tra economia e politica che consegue all'applicazione della definizione paretiana dell'efficienza e alla proposizione del riferimento al mercato anche per le tematiche del costo sociale. In sintesi nel saggio viene messo in evidenza come l'applicazione del criterio paretiano (cioè di un criterio logico ripreso dai rapporti sociali che si stabiliscono in modo specifico nel mercato) a delle problematiche esterne al mercato, tradizionalmente affrontate con strumenti di tipo giuridico, si risolva nella proposizione di un sistema di "scambi imposti" regolati sulla base delle potenziali capacità di pagamento delle parti. Si ravvisa cioè un esito antitetico alle originarie finalità del criterio paretiano stesso che, in sostanza, avrebbe dovuto escludere dall'ambito della teoria economica la possibilità di effettuare confronti interpersonali.

La teoria economica e il costo sociale: una critica all'impostazione liberista / A. Ventura. - STAMPA. - (1996), pp. 1-21.

La teoria economica e il costo sociale: una critica all'impostazione liberista

VENTURA, ANDREA
1996

Abstract

Dopo aver sinteticamente ricostruito i presupposti in conseguenza dei quali l'economia si è costituita come disciplina autonoma dalle altre discipline sociali, viene svolta un'analisi finalizzata a rintracciare il ruolo di tali presupposti nell'ambito del dibattito neoclassico sulle problematiche delle esternalità. Vengono quindi proposte alcune osservazioni relative al rapporto tra economia e politica che consegue all'applicazione della definizione paretiana dell'efficienza e alla proposizione del riferimento al mercato anche per le tematiche del costo sociale. In sintesi nel saggio viene messo in evidenza come l'applicazione del criterio paretiano (cioè di un criterio logico ripreso dai rapporti sociali che si stabiliscono in modo specifico nel mercato) a delle problematiche esterne al mercato, tradizionalmente affrontate con strumenti di tipo giuridico, si risolva nella proposizione di un sistema di "scambi imposti" regolati sulla base delle potenziali capacità di pagamento delle parti. Si ravvisa cioè un esito antitetico alle originarie finalità del criterio paretiano stesso che, in sostanza, avrebbe dovuto escludere dall'ambito della teoria economica la possibilità di effettuare confronti interpersonali.
1996
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