La campagna di scavi condotta nel 2003 al “Lago degli Idoli” (Stia, AR) dalla Cooperativa co.idra sotto la direzione scientifica del Dr. Fedeli, e con la collaborazione del Gruppo Archeologico Casentinese ha portato al recupero di un’ingente quantità di materiale archeologico nonostante i saggi condotti abbiano interessato principalmente gli strati compromessi dai lavori di sterro eseguiti durante gli scavi del 1838 e fortemente danneggiati anche dalle incessanti attività di scavi clandestini che si sono protratte fino ai giorni nostri. Fra i materiali ritrovati si annoverano: numerose statuette bronzee in posa di offerente, riproduzioni in miniatura di organi e parti del corpo umano, centinaia di pezzi di Aes Rude, altrettante punte di freccia, oltre che materiale ceramico di varia fattura. L’abbondanza e la qualità dei materiali testimoniano l’importanza strategica del sito del Lago degli Idoli, collocato su una delle più importanti reti viarie che collocavano in epoca antica l’Etruria settentrionale con la Romagna. La maggior parte dei reperti recuperati appartengono ad un ambito cronologico compreso tra la fine del VI e il V sec. a.C. Nell’ambito di una collaborazione scientifica intercorsa fra il Dipartimento di Scienze della Terra di Firenze e gli Enti che hanno partecipato allo scavo archeologico del 2003, presso il laboratorio di Minerogenesi e Mineralogia Applicata del Dipartimento di Scienze della Terra di Firenze sono stati analizzati alcuni campioni appartenenti a tre diverse tipologie di materiali facenti parte della stipe votiva del Lago degli Idoli: Aes Rude, frammenti di bronzetti e punte di freccia. I campioni indagati provengono dai saggi 1, 2 e 6, eseguiti durante la campagna di scavo del 2003. La varietà dei reperti metallurgici analizzati delle loro caratteristiche mineralogiche, tessiturali e composizionali potrebbe indicare molteplici aree di produzione e/o di provenienza dei reperti stessi, tenuto conto che il Lago degli Idoli rappresentò con ogni probabilità un’importante area di culto posta lungo un’importante direttrice viaria che collegava l’Etruria settentrionale con la Pianura Padana (Settesoldi, in Autori Vari, 20041). Nei frammenti di bronzetti è stato evidenziato un elevato contenuto di piombo, in accordo con l’ipotesi che si tratti di statuette di scarso valore artistico prodotte per fusione piena e colata entro stampi preformati, senza ulteriori lavorazioni. L’aggiunta di piombo come fluidificante della lega bronzea può far pensare ad una produzione in serie di questi manufatti, che erano di dimensioni ridotte e non particolarmente elaborati. Le singolari caratteristiche composizionali e tessiturali dei campioni di “Aes Rude” ovvero le notevoli quantità di solfuri e di scorie presenti come inclusioni e soprattutto, gli elevati tenori di ferro o piombo, sono compatibili con un utilizzo di tipo “monetale”degli oggetti. Infatti, le scadenti proprietà meccaniche li rendevano inadatti per la produzione di manufatti ed il frammento metallico era pertanto utilizzato tal quale come merce di scambio. La presenza costante di impurità a solfuri, nelle tipologie (A) e (B) di Aes Rude indagati, suggerisce che il pane metallico, fosse ottenuto per riduzione di carica mineraria contenente solfuri misti. Non abbiamo per ora sufficienti elementi per rintracciare la mineralizzazione di provenienza; ulteriori dati potranno emergere dall’analisi della composizione isotopica (Pb) dei frammenti stessi, prevista in un prossimo futuro

Indagine archeometrica di manufatti metallici provenienti dal Lago degli Idoli (AR) / Chiarantini L.; Benvenuti M.; Tognelli M.; Lurci F.; Costagliola P.. - STAMPA. - (2007), pp. 97-103. (Intervento presentato al convegno Giornata di studio "Gli scavi e le indagini ambientali nel siti archeologico del Lago degli Idoli tenutosi a Poppi (Arezzo) nel 28 settembre 2006).

Indagine archeometrica di manufatti metallici provenienti dal Lago degli Idoli (AR)

CHIARANTINI, LAURA;BENVENUTI, MARCO;COSTAGLIOLA, PILARIO
2007

Abstract

La campagna di scavi condotta nel 2003 al “Lago degli Idoli” (Stia, AR) dalla Cooperativa co.idra sotto la direzione scientifica del Dr. Fedeli, e con la collaborazione del Gruppo Archeologico Casentinese ha portato al recupero di un’ingente quantità di materiale archeologico nonostante i saggi condotti abbiano interessato principalmente gli strati compromessi dai lavori di sterro eseguiti durante gli scavi del 1838 e fortemente danneggiati anche dalle incessanti attività di scavi clandestini che si sono protratte fino ai giorni nostri. Fra i materiali ritrovati si annoverano: numerose statuette bronzee in posa di offerente, riproduzioni in miniatura di organi e parti del corpo umano, centinaia di pezzi di Aes Rude, altrettante punte di freccia, oltre che materiale ceramico di varia fattura. L’abbondanza e la qualità dei materiali testimoniano l’importanza strategica del sito del Lago degli Idoli, collocato su una delle più importanti reti viarie che collocavano in epoca antica l’Etruria settentrionale con la Romagna. La maggior parte dei reperti recuperati appartengono ad un ambito cronologico compreso tra la fine del VI e il V sec. a.C. Nell’ambito di una collaborazione scientifica intercorsa fra il Dipartimento di Scienze della Terra di Firenze e gli Enti che hanno partecipato allo scavo archeologico del 2003, presso il laboratorio di Minerogenesi e Mineralogia Applicata del Dipartimento di Scienze della Terra di Firenze sono stati analizzati alcuni campioni appartenenti a tre diverse tipologie di materiali facenti parte della stipe votiva del Lago degli Idoli: Aes Rude, frammenti di bronzetti e punte di freccia. I campioni indagati provengono dai saggi 1, 2 e 6, eseguiti durante la campagna di scavo del 2003. La varietà dei reperti metallurgici analizzati delle loro caratteristiche mineralogiche, tessiturali e composizionali potrebbe indicare molteplici aree di produzione e/o di provenienza dei reperti stessi, tenuto conto che il Lago degli Idoli rappresentò con ogni probabilità un’importante area di culto posta lungo un’importante direttrice viaria che collegava l’Etruria settentrionale con la Pianura Padana (Settesoldi, in Autori Vari, 20041). Nei frammenti di bronzetti è stato evidenziato un elevato contenuto di piombo, in accordo con l’ipotesi che si tratti di statuette di scarso valore artistico prodotte per fusione piena e colata entro stampi preformati, senza ulteriori lavorazioni. L’aggiunta di piombo come fluidificante della lega bronzea può far pensare ad una produzione in serie di questi manufatti, che erano di dimensioni ridotte e non particolarmente elaborati. Le singolari caratteristiche composizionali e tessiturali dei campioni di “Aes Rude” ovvero le notevoli quantità di solfuri e di scorie presenti come inclusioni e soprattutto, gli elevati tenori di ferro o piombo, sono compatibili con un utilizzo di tipo “monetale”degli oggetti. Infatti, le scadenti proprietà meccaniche li rendevano inadatti per la produzione di manufatti ed il frammento metallico era pertanto utilizzato tal quale come merce di scambio. La presenza costante di impurità a solfuri, nelle tipologie (A) e (B) di Aes Rude indagati, suggerisce che il pane metallico, fosse ottenuto per riduzione di carica mineraria contenente solfuri misti. Non abbiamo per ora sufficienti elementi per rintracciare la mineralizzazione di provenienza; ulteriori dati potranno emergere dall’analisi della composizione isotopica (Pb) dei frammenti stessi, prevista in un prossimo futuro
2007
Atti della Giornata di studio "Gli scavi e le indagini ambientali nel sito archeologico del Lago degli Idoli"
Giornata di studio "Gli scavi e le indagini ambientali nel siti archeologico del Lago degli Idoli
Poppi (Arezzo)
28 settembre 2006
Chiarantini L.; Benvenuti M.; Tognelli M.; Lurci F.; Costagliola P.
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Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/493257
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