L'introduzione sintetizza i risultati di una ricerca condotta per 8 comuni chiantigiani e cofinanziata con fondi europei. La ricerca per la Carta del Chianti è stata promossa e finanziata dai Comuni di Barberino Val d’Elsa, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, S. Casciano in Val di Pesa, Tavarnelle in Val di Pesa, Radda in Chianti e da Eurochianti su fondi Leader plus e sviluppato dal Dipartimento di Urbanistica e pianificazione del territorio e dal Dipartimento di Scienze agronomiche e gestione del territorio agro-forestale dell’Università di Firenze nel 2006/2007. La “Carta del Chianti” nasce da un patto fra i Comuni e gli imprenditori agricoli sulla necessità di superare una pianificazione fatta prevalentemente di vincoli e l’opportunità di un collaborazione basata sul consenso rispetto ai valori ambientali e paesaggistici da tutelare e valorizzare. La ricerca ha elaborato una nuova carta in scala 1:10.000 di grande livello di dettaglio. Nella carta sono stati individuati i filari dei vigneti per il loro orientamento effettivo, le siepi, i filari di alberi, gli alberi isolati, la viabilità poderale, le strade e gli edifici presenti già nel Catasto del 1820. Tutte queste informazioni vanno ad integrarsi in un GIS basato sulla Carta digitale della Regione Toscana. Il GIS viene utilizzato per sviluppare studi e politiche che riguardano gli aspetti paesaggistici e ambientali del territorio. Rispetto al primo punto, il territorio è stato diviso in zone sulla base del tipo di paesaggio e del sistema degli insediamenti. Per ogni tipo sono stati definiti degli “obiettivi di qualità” e per ogni zona calcolati 5 indicatori con lo scopo di monitorare il percorso verso il raggiungimento degli obiettivi. Sono infine suggerite le politiche per raggiungere gli obiettivi di qualità. Rispetto al secondo punto, è stato calcolato per una maglia di 10m x 10 m il livello di erosione del suolo agrario in base alla pendenza, al tipo di suolo, alle sistemazioni idrauliche, alla lunghezza dei campi, etc. Questa informazione viene elaborata da un sistema esperto on line. Gli imprenditori possono così inserire i dati delle trasformazioni che vogliono compiere (ad esempio l’impianto di vigneti) e il sistema risponde se le trasformazioni sono sostenibili, sulla base di un semplice criterio che sta al base del patto fra amministrazioni e imprese: la quantità di terreno perso annualmente da ogni appezzamento non deve superare quella che si riforma per processi di pedogenesi, (nelle zone di Macigno e Alberese, circa 7 tn/ha anno). Nel caso che la trasformazione proposta non superi il controllo, il sistema suggerisce le modifiche da fare per la presentazione di un nuovo progetto.

Introduzione / P.Baldeschi. - STAMPA. - (2010), pp. 3-33.

Introduzione

BALDESCHI, PAOLO
2010

Abstract

L'introduzione sintetizza i risultati di una ricerca condotta per 8 comuni chiantigiani e cofinanziata con fondi europei. La ricerca per la Carta del Chianti è stata promossa e finanziata dai Comuni di Barberino Val d’Elsa, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, S. Casciano in Val di Pesa, Tavarnelle in Val di Pesa, Radda in Chianti e da Eurochianti su fondi Leader plus e sviluppato dal Dipartimento di Urbanistica e pianificazione del territorio e dal Dipartimento di Scienze agronomiche e gestione del territorio agro-forestale dell’Università di Firenze nel 2006/2007. La “Carta del Chianti” nasce da un patto fra i Comuni e gli imprenditori agricoli sulla necessità di superare una pianificazione fatta prevalentemente di vincoli e l’opportunità di un collaborazione basata sul consenso rispetto ai valori ambientali e paesaggistici da tutelare e valorizzare. La ricerca ha elaborato una nuova carta in scala 1:10.000 di grande livello di dettaglio. Nella carta sono stati individuati i filari dei vigneti per il loro orientamento effettivo, le siepi, i filari di alberi, gli alberi isolati, la viabilità poderale, le strade e gli edifici presenti già nel Catasto del 1820. Tutte queste informazioni vanno ad integrarsi in un GIS basato sulla Carta digitale della Regione Toscana. Il GIS viene utilizzato per sviluppare studi e politiche che riguardano gli aspetti paesaggistici e ambientali del territorio. Rispetto al primo punto, il territorio è stato diviso in zone sulla base del tipo di paesaggio e del sistema degli insediamenti. Per ogni tipo sono stati definiti degli “obiettivi di qualità” e per ogni zona calcolati 5 indicatori con lo scopo di monitorare il percorso verso il raggiungimento degli obiettivi. Sono infine suggerite le politiche per raggiungere gli obiettivi di qualità. Rispetto al secondo punto, è stato calcolato per una maglia di 10m x 10 m il livello di erosione del suolo agrario in base alla pendenza, al tipo di suolo, alle sistemazioni idrauliche, alla lunghezza dei campi, etc. Questa informazione viene elaborata da un sistema esperto on line. Gli imprenditori possono così inserire i dati delle trasformazioni che vogliono compiere (ad esempio l’impianto di vigneti) e il sistema risponde se le trasformazioni sono sostenibili, sulla base di un semplice criterio che sta al base del patto fra amministrazioni e imprese: la quantità di terreno perso annualmente da ogni appezzamento non deve superare quella che si riforma per processi di pedogenesi, (nelle zone di Macigno e Alberese, circa 7 tn/ha anno). Nel caso che la trasformazione proposta non superi il controllo, il sistema suggerisce le modifiche da fare per la presentazione di un nuovo progetto.
2010
9788836812585
La Carta del Chianti
3
33
P.Baldeschi
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Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/558312
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