Nel più ampio contesto del bacino del Mediterraneo la vicenda della “nazione tabarkina” diventa un simbolo tangibile di diffusione di una cultura “minoritaria” mediante l’esportazione dei suoi caratteri peculiari e dei suoi modelli architettonici. Dietro ai complessi avvenimenti che hanno indotto parte della popolazione di Pegli (Genova) a migrare sull’isola tunisina di Tabarka, e da lì verso le isole di San Pietro e Sant’Antioco in Sardegna e l’Isla Plana di fronte ad Alicante, è possibile leggere l’evoluzione e la trasformazione dei tratti distintivi dell’insediamento urbano originario riproposti e reinterpretati nelle successive colonie mediterranee. Se da un punto di vista sociale e storico gli studi delle vicende tabarkine hanno permesso una completa comprensione delle dinamiche e delle modalità secondo le quali ha avuto luogo il progressivo trasferimento di uomini, conoscenza e cultura, la mancanza di un adeguato approfondimento in campo architettonico ed urbano ha reso fino ad oggi parziali i risultati di questa ricerca multidisciplinare. L’indagine svolta dall’unità di ricerca del Dipartimento di Architettura di Firenze in collaborazione con quella dell’Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Valencia1 sugli insediamenti di Tabarka (Tunisia), Carloforte (isola di San Pietro), Calasetta (isola di Sant’Antioco) e Nueva Tabarca (Isla Plana) mediante l’impiego degli strumenti del disegno e del rilievo ha consentito di evidenziare le principali costanti e variabili di tale processo, inequivocabilmente impresse nella conformazione del tessuto urbano e nella tipologia edilizia ripetuta nei differenti centri urbani.
Modelli digitali per lo studio del Patrimonio Intangibile: il caso di Carloforte, Sardegna / Giorgio Verdiani, Stefania Iurilli, Gaia Lavoratti. - STAMPA. - (2010), pp. 137-146.
Modelli digitali per lo studio del Patrimonio Intangibile: il caso di Carloforte, Sardegna
Giorgio Verdiani;Stefania Iurilli;Gaia Lavoratti
2010
Abstract
Nel più ampio contesto del bacino del Mediterraneo la vicenda della “nazione tabarkina” diventa un simbolo tangibile di diffusione di una cultura “minoritaria” mediante l’esportazione dei suoi caratteri peculiari e dei suoi modelli architettonici. Dietro ai complessi avvenimenti che hanno indotto parte della popolazione di Pegli (Genova) a migrare sull’isola tunisina di Tabarka, e da lì verso le isole di San Pietro e Sant’Antioco in Sardegna e l’Isla Plana di fronte ad Alicante, è possibile leggere l’evoluzione e la trasformazione dei tratti distintivi dell’insediamento urbano originario riproposti e reinterpretati nelle successive colonie mediterranee. Se da un punto di vista sociale e storico gli studi delle vicende tabarkine hanno permesso una completa comprensione delle dinamiche e delle modalità secondo le quali ha avuto luogo il progressivo trasferimento di uomini, conoscenza e cultura, la mancanza di un adeguato approfondimento in campo architettonico ed urbano ha reso fino ad oggi parziali i risultati di questa ricerca multidisciplinare. L’indagine svolta dall’unità di ricerca del Dipartimento di Architettura di Firenze in collaborazione con quella dell’Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Valencia1 sugli insediamenti di Tabarka (Tunisia), Carloforte (isola di San Pietro), Calasetta (isola di Sant’Antioco) e Nueva Tabarca (Isla Plana) mediante l’impiego degli strumenti del disegno e del rilievo ha consentito di evidenziare le principali costanti e variabili di tale processo, inequivocabilmente impresse nella conformazione del tessuto urbano e nella tipologia edilizia ripetuta nei differenti centri urbani.File | Dimensione | Formato | |
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