Scienza e processo penale non costituiscono due monadi separate ed autonome, bensì contesti suscettibili di una reciproca integrazione anche grazie ad una singolare contiguità epistemologica. Il principio dialettico rappresenta uno strumento conoscitivo idoneo ad avvicinare anche ambiti del sapere apparentemente divaricati tra di loro quanto a metodi e finalità. Siffatte acquisizioni di principio debbono confrontarsi con la molteplicità dei momenti nei quali la scienza entra nel processo, dalle acquisizioni irripetibili effettuate in occasioni del sopralluogo, alle multiformi operazioni conoscitive che il giudice deve compiere al momento della valutazione. Al tempo stesso, le regole generali debbono adeguarsi plasticamente alle peculiarità dei singoli strumenti scientifici che gradualmente fanno il loro ingresso sul palcoscenico processuale. Applicate nella prova del DNA, nella patologia forense, nella BPA, nelle ricostruzioni mediante computer, le nuove tecnologie mettono in tensione le categorie consolidate e richiedono un’approfondita disamina scevra da pregiudizi, sensibile alle peculiarità del sapere specifico coinvolto e costantemente attenta alle garanzie difensive. Questo complesso quadro, aperto alle variegate prospettive di riforma talora rese indispensabili da ambigui silenzi normativi, trae spunto e conforto dall’analisi comparatistica che considera, senza cadere nel massimalismo di un’entusiastica adesione o di una radicale presa di distanza, le esperienze di altri ordinamenti, talora ritenuti “pionieri” nell’applicazione processuale delle conoscenze scientifiche.

Scienza e processo penale. Nuove frontiere e vecchi pregiudizi / C. CONTI. - STAMPA. - (2011), pp. 3-504.

Scienza e processo penale. Nuove frontiere e vecchi pregiudizi

CONTI, CARLOTTA
2011

Abstract

Scienza e processo penale non costituiscono due monadi separate ed autonome, bensì contesti suscettibili di una reciproca integrazione anche grazie ad una singolare contiguità epistemologica. Il principio dialettico rappresenta uno strumento conoscitivo idoneo ad avvicinare anche ambiti del sapere apparentemente divaricati tra di loro quanto a metodi e finalità. Siffatte acquisizioni di principio debbono confrontarsi con la molteplicità dei momenti nei quali la scienza entra nel processo, dalle acquisizioni irripetibili effettuate in occasioni del sopralluogo, alle multiformi operazioni conoscitive che il giudice deve compiere al momento della valutazione. Al tempo stesso, le regole generali debbono adeguarsi plasticamente alle peculiarità dei singoli strumenti scientifici che gradualmente fanno il loro ingresso sul palcoscenico processuale. Applicate nella prova del DNA, nella patologia forense, nella BPA, nelle ricostruzioni mediante computer, le nuove tecnologie mettono in tensione le categorie consolidate e richiedono un’approfondita disamina scevra da pregiudizi, sensibile alle peculiarità del sapere specifico coinvolto e costantemente attenta alle garanzie difensive. Questo complesso quadro, aperto alle variegate prospettive di riforma talora rese indispensabili da ambigui silenzi normativi, trae spunto e conforto dall’analisi comparatistica che considera, senza cadere nel massimalismo di un’entusiastica adesione o di una radicale presa di distanza, le esperienze di altri ordinamenti, talora ritenuti “pionieri” nell’applicazione processuale delle conoscenze scientifiche.
2011
9788814171765
C. CONTI
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