Pur essendo l’opera di Libera da tempo oggetto di indagine critica, rimane tuttavia in gran parte in ombra il lavoro svolto in questa particolare esperienza che copre un periodo di nove anni, dal 1953 al 1962. Il lavoro critico e documentario che segue, frutto di una lunga indagine presso l’Archivio Libera del Centre Georges Pompidou di Parigi, costituisce un primo contributo alla ricostruzione di un’attività complessa, intrecciata tra insegnamento, riflessione teorica e professione, quest’ultima limitata a due opere: il quartiere residenziale Italsider a Piombino-Salivoli (Livorno) del 1959-61 e la nuova sede della Facoltà di Architettura di Firenze del 1955-56. La documentazione emersa dalla ricerca, per larga parte inedita, consente una verifica delle relazioni fra attività didattica, progettazione e specificità della condizione toscana, capitolo non secondario della vicenda architettonica del maestro trentino. Libera delinea, nel quartiere residenziale Italsider, la sua concezione organica dell’unità d’abitazione come dimensione fondamentale della città contemporanea. Libera visita il luogo nel 1959. Il materiale di progetto, conservato presso l’Archivio Libera al Centro Pompidou di Parigi, è costituito da 8 fogli di schizzi a matita su carta, 6 fotografie dell’area di progetto, 12 disegni tecnici e 4 modelli di studio. Quasi ogni foglio contiene allo stesso tempo un disegno, la sua verifica e la sua “definizione”: i dati di impostazione, le superfici, le densità, le ipotesi di “trama” (ossia di tessuto) per un determinato “punto” (ossia tipo edilizio). I moduli della trama sono poi ripetuti e combinati fino a soddisfare la domanda espressa dal rapporto “superficie-densità”. Libera svolge contemporaneamente rapidi sondaggi sul dimensionamento dei tipi edilizi: quanti piani, quanti vani per metro lineare dello sviluppo di un corpo di fabbrica. Infine, avvengono la posa degli schemi planimetrici sul rilievo aerofotogrammetrico e la costruzione del modello. Le verifiche prospettiche e assonometriche sono rarissime: ciò può essere interpretato come una grande fiducia nella funzionalità dell’impianto, che peraltro aderisce con precisione ai concetti del luogo, la qualità paesistica del luogo è elevata. La cura del dettaglio, come risoluzione plastica e materica di un fatto costruttivo, espunge di solito gli assunti decorativi e rivela tutta la passione di un mestiere fatto di attenzione costruttiva, di severa sincerità. L’interesse di Libera per la prefabbricazione è dimostrato anche in questo caso attraverso lo sviluppo di un modello del gruppo-scala. La coscienza dell’unità dell’organismo si applica anche alla riflessione sul tema del tetto, pensato per superare il tetto piano razionalista, arricchendolo con un cornicione che si traduce in valenza espressiva della facciata.

Adalberto Libera in Toscana: il quartiere residenziale Italsider a Piombino / M.Alpini.. - In: FIRENZE ARCHITETTURA. - ISSN 1826-0772. - STAMPA. - 2:(2006), pp. 150-161.

Adalberto Libera in Toscana: il quartiere residenziale Italsider a Piombino.

ALPINI, MAURO
2006

Abstract

Pur essendo l’opera di Libera da tempo oggetto di indagine critica, rimane tuttavia in gran parte in ombra il lavoro svolto in questa particolare esperienza che copre un periodo di nove anni, dal 1953 al 1962. Il lavoro critico e documentario che segue, frutto di una lunga indagine presso l’Archivio Libera del Centre Georges Pompidou di Parigi, costituisce un primo contributo alla ricostruzione di un’attività complessa, intrecciata tra insegnamento, riflessione teorica e professione, quest’ultima limitata a due opere: il quartiere residenziale Italsider a Piombino-Salivoli (Livorno) del 1959-61 e la nuova sede della Facoltà di Architettura di Firenze del 1955-56. La documentazione emersa dalla ricerca, per larga parte inedita, consente una verifica delle relazioni fra attività didattica, progettazione e specificità della condizione toscana, capitolo non secondario della vicenda architettonica del maestro trentino. Libera delinea, nel quartiere residenziale Italsider, la sua concezione organica dell’unità d’abitazione come dimensione fondamentale della città contemporanea. Libera visita il luogo nel 1959. Il materiale di progetto, conservato presso l’Archivio Libera al Centro Pompidou di Parigi, è costituito da 8 fogli di schizzi a matita su carta, 6 fotografie dell’area di progetto, 12 disegni tecnici e 4 modelli di studio. Quasi ogni foglio contiene allo stesso tempo un disegno, la sua verifica e la sua “definizione”: i dati di impostazione, le superfici, le densità, le ipotesi di “trama” (ossia di tessuto) per un determinato “punto” (ossia tipo edilizio). I moduli della trama sono poi ripetuti e combinati fino a soddisfare la domanda espressa dal rapporto “superficie-densità”. Libera svolge contemporaneamente rapidi sondaggi sul dimensionamento dei tipi edilizi: quanti piani, quanti vani per metro lineare dello sviluppo di un corpo di fabbrica. Infine, avvengono la posa degli schemi planimetrici sul rilievo aerofotogrammetrico e la costruzione del modello. Le verifiche prospettiche e assonometriche sono rarissime: ciò può essere interpretato come una grande fiducia nella funzionalità dell’impianto, che peraltro aderisce con precisione ai concetti del luogo, la qualità paesistica del luogo è elevata. La cura del dettaglio, come risoluzione plastica e materica di un fatto costruttivo, espunge di solito gli assunti decorativi e rivela tutta la passione di un mestiere fatto di attenzione costruttiva, di severa sincerità. L’interesse di Libera per la prefabbricazione è dimostrato anche in questo caso attraverso lo sviluppo di un modello del gruppo-scala. La coscienza dell’unità dell’organismo si applica anche alla riflessione sul tema del tetto, pensato per superare il tetto piano razionalista, arricchendolo con un cornicione che si traduce in valenza espressiva della facciata.
2006
2
150
161
M.Alpini.
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