Il contributo apre il dibattito tra diversi ricercatori appositamente sviluppato intorno al libro di Stefano Moroni, La città del liberalismo attivo (Città Studi, Torino 2007). Il tetso sostiene che il libro di Moroni può essere considerato un vibrante e gustoso testo di critica alla pianificazione di sistema, così come questa ha preso corpo nei paesi ed economia di mercato dopo la rivoluzione industriale. Esso ha aperto un interessante dibattito su contenuti, ruolo e prospettive della pianificazione e del suo principale strumento: il piano. Sostiene la tesi che il libro di Moroni è un “palinsesto”, che stenta ad essere racchiuso in parole d’ordine stabili e in significati integralmente condivisi. “Palinsesto” perché si trovano in esso, e stratificati, i germi per una riflessione complessiva sulla pianificazione. Tuttavia non sembra risolvere il nodo principale della pianificazione, di qualsiasi pianificazione: quello dell'allocazione degli usi prevalente dei suoli. La pianificazione (che è una delibera scelta collettiva) è un mezzo per rappresentare (politicamente) uno spazio. Essa è il momento principale della costruzione delle regole (il sistema normativo del “negozio città”) che presiede alla rappresentazione (la distribuzione dei temi collettivi e le assunzioni “valoriali” a questi connessi) della città. Una volta posizionati sui suoli, i manufatti diventano beni posizionali, che non possono più essere intercambiati con altri suoli, salvo non vengano demoliti.
Per l'avvio di un dibattito / G. De Luca. - STAMPA. - (2008), pp. 9-16.
Per l'avvio di un dibattito
DE LUCA, GIUSEPPE
2008
Abstract
Il contributo apre il dibattito tra diversi ricercatori appositamente sviluppato intorno al libro di Stefano Moroni, La città del liberalismo attivo (Città Studi, Torino 2007). Il tetso sostiene che il libro di Moroni può essere considerato un vibrante e gustoso testo di critica alla pianificazione di sistema, così come questa ha preso corpo nei paesi ed economia di mercato dopo la rivoluzione industriale. Esso ha aperto un interessante dibattito su contenuti, ruolo e prospettive della pianificazione e del suo principale strumento: il piano. Sostiene la tesi che il libro di Moroni è un “palinsesto”, che stenta ad essere racchiuso in parole d’ordine stabili e in significati integralmente condivisi. “Palinsesto” perché si trovano in esso, e stratificati, i germi per una riflessione complessiva sulla pianificazione. Tuttavia non sembra risolvere il nodo principale della pianificazione, di qualsiasi pianificazione: quello dell'allocazione degli usi prevalente dei suoli. La pianificazione (che è una delibera scelta collettiva) è un mezzo per rappresentare (politicamente) uno spazio. Essa è il momento principale della costruzione delle regole (il sistema normativo del “negozio città”) che presiede alla rappresentazione (la distribuzione dei temi collettivi e le assunzioni “valoriali” a questi connessi) della città. Una volta posizionati sui suoli, i manufatti diventano beni posizionali, che non possono più essere intercambiati con altri suoli, salvo non vengano demoliti.File | Dimensione | Formato | |
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