In questa analisi del significato filosofico che l’abisso viene ad assumere nell’opera di Nietzsche, si documenta come in questa immagine confluiscano due diverse tradizioni: quella religiosa dell’abisso come assenza di Dio, che a partire da Pascal attraversa il Romanticismo tedesco; e quella greca del “chaos” come grembo materno ma anche come voragine che tutto inghiotte. Inoltre Nietzsche raccoglie sollecitazioni dei suoi modelli letterari, in particolare gli abissi interni e paesaggistici del Manfred di Byron o dell’Empedocle di Hölderlin, per rovesciare la rappresentazione tradizionale dell’abisso come “horror vacui”. L’immagine diventa così lo sfondo ideale di un pensiero sperimentante che rinuncia a qualsiasi appiglio o segnavia per avventurarsi nei percorsi più impervi e vertiginosi. Accanto alla dimensione del pericolo, l’abisso nietzscheano suggerisce anche quella di un’insondabile profondità della vita stessa, l’unica che potrebbe fare accettare la ripetizione infinita dell’etereno ritorno.

«Wo der Fels selbst schaudernd zur Tiefe blickt.» Nietzsches «Abgründe» / Vivetta Vivarelli. - In: ZEITSCHRIFT FÜR IDEENGESCHICHTE. - ISSN 1863-8937. - STAMPA. - 5:(2011), pp. 5-17.

«Wo der Fels selbst schaudernd zur Tiefe blickt.» Nietzsches «Abgründe»

VIVARELLI, VIVETTA
2011

Abstract

In questa analisi del significato filosofico che l’abisso viene ad assumere nell’opera di Nietzsche, si documenta come in questa immagine confluiscano due diverse tradizioni: quella religiosa dell’abisso come assenza di Dio, che a partire da Pascal attraversa il Romanticismo tedesco; e quella greca del “chaos” come grembo materno ma anche come voragine che tutto inghiotte. Inoltre Nietzsche raccoglie sollecitazioni dei suoi modelli letterari, in particolare gli abissi interni e paesaggistici del Manfred di Byron o dell’Empedocle di Hölderlin, per rovesciare la rappresentazione tradizionale dell’abisso come “horror vacui”. L’immagine diventa così lo sfondo ideale di un pensiero sperimentante che rinuncia a qualsiasi appiglio o segnavia per avventurarsi nei percorsi più impervi e vertiginosi. Accanto alla dimensione del pericolo, l’abisso nietzscheano suggerisce anche quella di un’insondabile profondità della vita stessa, l’unica che potrebbe fare accettare la ripetizione infinita dell’etereno ritorno.
2011
5
5
17
Vivetta Vivarelli
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