In questo saggio la Vita nova è studiata dall’osservatorio della Pubblicazione e diffusione di testi, argomento del Convegno nel quale è stato presentato. Pertanto a comiciare dalla metafora iniziale, oggetto negli anni passati di varie interpretazioni da parte di molti studiosi, viene posto l’accento sull’identità, annunciata da Dante, tra le figure di auctor e di agens e anche su quella ulteriore di scriba, cioè trascrittore-editore del primo esemplare del libello, copiato dal libro della memoria e adeguatamente dotato della garanzia di fedeltà all’originale. In quest’ottica, non autobiografica, ma editoriale, la natura delle parole asemplate, di cui il Liber memoriae traduce metaforicamente la selezione, viene vista come riferibile ai ‘detti’ del poeta, cioè alle rime, e non agli ‘atti’, cioè ai suoi ricordi. Si è così gettata nuova luce sul duplice carattere del prosimetro dantesco e si sono visti rappresentati in esso, secondo le linee guida fornite da Dante, i due distinti stadi creativi del testo: un corpus di liriche selezionate e una prosa che da una parte descrive il lavoro del copista, usando tempi verbali presenti e futuri, e dall’altra ricostruisce in racconto, al tempo passato, le razos relative alle sole liriche scelte. Il resoconto dell’assemblaggio della Vita nova sembra eseguito dal poeta grazie a precise indicazioni e istruzioni, che rivelano la sua intenzione di comporre e pubblicare un’antologia blindata delle proprie rime giovanili, e risulta anche intrecciato agli esiti della sua riflessione sui testi trascritti.

Dante, Vita nova: "asemplare" il "libello" dal "libro della memoria" / C.Molinari. - In: MEDIOEVO E RINASCIMENTO. - ISSN 0394-7858. - STAMPA. - XXV / n.s. XXII:(2011), pp. 223-247.

Dante, Vita nova: "asemplare" il "libello" dal "libro della memoria"

MOLINARI, CARLA
2011

Abstract

In questo saggio la Vita nova è studiata dall’osservatorio della Pubblicazione e diffusione di testi, argomento del Convegno nel quale è stato presentato. Pertanto a comiciare dalla metafora iniziale, oggetto negli anni passati di varie interpretazioni da parte di molti studiosi, viene posto l’accento sull’identità, annunciata da Dante, tra le figure di auctor e di agens e anche su quella ulteriore di scriba, cioè trascrittore-editore del primo esemplare del libello, copiato dal libro della memoria e adeguatamente dotato della garanzia di fedeltà all’originale. In quest’ottica, non autobiografica, ma editoriale, la natura delle parole asemplate, di cui il Liber memoriae traduce metaforicamente la selezione, viene vista come riferibile ai ‘detti’ del poeta, cioè alle rime, e non agli ‘atti’, cioè ai suoi ricordi. Si è così gettata nuova luce sul duplice carattere del prosimetro dantesco e si sono visti rappresentati in esso, secondo le linee guida fornite da Dante, i due distinti stadi creativi del testo: un corpus di liriche selezionate e una prosa che da una parte descrive il lavoro del copista, usando tempi verbali presenti e futuri, e dall’altra ricostruisce in racconto, al tempo passato, le razos relative alle sole liriche scelte. Il resoconto dell’assemblaggio della Vita nova sembra eseguito dal poeta grazie a precise indicazioni e istruzioni, che rivelano la sua intenzione di comporre e pubblicare un’antologia blindata delle proprie rime giovanili, e risulta anche intrecciato agli esiti della sua riflessione sui testi trascritti.
2011
XXV / n.s. XXII
223
247
C.Molinari
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in FLORE sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificatore per citare o creare un link a questa risorsa: https://hdl.handle.net/2158/648455
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact