1. Premessa L’introduzione dell’assetto istituzionale «Impresa sociale» - da ora IS - nel panorama giuridico nazionale appare piuttosto recente. Seppure parte della dottrina tende a ricondurre al 1991, e segnatamente alla L. 381 sulla cooperazione sociale (Travaglini, 1997), il riconoscimento dell’imprenditorialità sociale, è soltanto con il D.lgs 155/2006 e i collegati Dd.Mm. 24.01.08 che risulta espressamente disciplinata l’IS (De Giorgi, 2007). Per tale forma di esercizio di un’attività economica con fini di utilità sociale viene previsto, per quanto di interesse in questa sede, un sistema articolato di rendicontazione che risponde all’esigenza di soddisfare precise aspettative in termini di accountability (Marano, 2007; Matacena, 2007). A livello europeo si assiste ad una situazione molto diversificata (Cafaggi e Iamiceli, 2008). Le formule di imprenditorialità sociale si presentano estremamente variegate, così come sono diverse le riserve di attività previste e concretizzate, spaziando dall’integrazione lavorativa all’interesse della comunità inteso in senso lato (Defourny e Nyssens, 2008; Borzaga e Defourny, 2001). Allo stesso modo, vi è una certa varietà di obblighi rendicontativi. In definitiva, manca ancora per l’IS quell’attenzione comunitaria che ha portato in altri casi, quali quello della cooperazione, a proporre dei modelli europei. Alla luce di queste considerazioni, si procede ad analizzare le diverse previsioni di imprenditorialità sociale che caratterizzano gli stati europei approfondendo l’analisi delle regole di rendicontazione. Scopo dell’indagine è quello di evidenziare il modo in cui i legislatori nazionali hanno ritenuto di interpretare gli obblighi di accountability e trasparenza connaturati alla gestione di un’IS. Il conseguente quadro d’insieme dovrebbe permettere, nelle intenzioni degli autori, di descrivere le caratteristiche di fondo dei sistemi di rendicontazione evidenziandone gli elementi comuni. In merito alla metodologia di ricerca impiegata, si parte da un assunto di base: il concetto di IS sotto il profilo teorico-dottrinale si identifica con un’impresa che risponde alla comunità piuttosto che a ben determinati shareholder, generando ricavi attraverso il perseguimento di fini sociali (Emes.net; Pearce, 2003; Bielefeld, 2008; Bagnoli e Megali, 2009). Ne consegue la necessità di indagare come tale assunto sia recepito a livello locale, adottando un percorso tipicamente deduttivo. In particolare, si farà riferimento a quelle previsioni normative nazionali che identificano in via immediata e indubbia sotto il profilo terminologico l’assetto IS. Ove mancante, si procederà ad individuare eventuali forme giuridiche - preferibilmente di tipo societario commerciale – le quali si avvicinano al concetto di IS così come sopra definita (Spear et al., 2009). Una volta circoscritti gli assetti istituzionali corrispondenti all’idealtipo IS, l’attenzione va ai rispettivi modelli rendicontativi obbligatori, al fine di mapparne le principali caratteristiche a livello di singoli stati europei.

Un bilancio per l’impresa sociale in Europa: evidenze empiriche e possibili convergenze / L. Bagnoli; S. Toccafondi. - STAMPA. - atti XXXIII convegno Aidea, editore Il Mulino:(2011), pp. 100-125. (Intervento presentato al convegno Pubblico & non profit per un mercato responsabile e solidale tenutosi a Milano nel 21-22 ottobre 2010).

Un bilancio per l’impresa sociale in Europa: evidenze empiriche e possibili convergenze

BAGNOLI, LUCA;TOCCAFONDI, SIMONE
2011

Abstract

1. Premessa L’introduzione dell’assetto istituzionale «Impresa sociale» - da ora IS - nel panorama giuridico nazionale appare piuttosto recente. Seppure parte della dottrina tende a ricondurre al 1991, e segnatamente alla L. 381 sulla cooperazione sociale (Travaglini, 1997), il riconoscimento dell’imprenditorialità sociale, è soltanto con il D.lgs 155/2006 e i collegati Dd.Mm. 24.01.08 che risulta espressamente disciplinata l’IS (De Giorgi, 2007). Per tale forma di esercizio di un’attività economica con fini di utilità sociale viene previsto, per quanto di interesse in questa sede, un sistema articolato di rendicontazione che risponde all’esigenza di soddisfare precise aspettative in termini di accountability (Marano, 2007; Matacena, 2007). A livello europeo si assiste ad una situazione molto diversificata (Cafaggi e Iamiceli, 2008). Le formule di imprenditorialità sociale si presentano estremamente variegate, così come sono diverse le riserve di attività previste e concretizzate, spaziando dall’integrazione lavorativa all’interesse della comunità inteso in senso lato (Defourny e Nyssens, 2008; Borzaga e Defourny, 2001). Allo stesso modo, vi è una certa varietà di obblighi rendicontativi. In definitiva, manca ancora per l’IS quell’attenzione comunitaria che ha portato in altri casi, quali quello della cooperazione, a proporre dei modelli europei. Alla luce di queste considerazioni, si procede ad analizzare le diverse previsioni di imprenditorialità sociale che caratterizzano gli stati europei approfondendo l’analisi delle regole di rendicontazione. Scopo dell’indagine è quello di evidenziare il modo in cui i legislatori nazionali hanno ritenuto di interpretare gli obblighi di accountability e trasparenza connaturati alla gestione di un’IS. Il conseguente quadro d’insieme dovrebbe permettere, nelle intenzioni degli autori, di descrivere le caratteristiche di fondo dei sistemi di rendicontazione evidenziandone gli elementi comuni. In merito alla metodologia di ricerca impiegata, si parte da un assunto di base: il concetto di IS sotto il profilo teorico-dottrinale si identifica con un’impresa che risponde alla comunità piuttosto che a ben determinati shareholder, generando ricavi attraverso il perseguimento di fini sociali (Emes.net; Pearce, 2003; Bielefeld, 2008; Bagnoli e Megali, 2009). Ne consegue la necessità di indagare come tale assunto sia recepito a livello locale, adottando un percorso tipicamente deduttivo. In particolare, si farà riferimento a quelle previsioni normative nazionali che identificano in via immediata e indubbia sotto il profilo terminologico l’assetto IS. Ove mancante, si procederà ad individuare eventuali forme giuridiche - preferibilmente di tipo societario commerciale – le quali si avvicinano al concetto di IS così come sopra definita (Spear et al., 2009). Una volta circoscritti gli assetti istituzionali corrispondenti all’idealtipo IS, l’attenzione va ai rispettivi modelli rendicontativi obbligatori, al fine di mapparne le principali caratteristiche a livello di singoli stati europei.
2011
Collaborare e competere per un mercato responsabile e solidale. Amministrazioni pubbliche, enti non profit, fondazioni, imprese cooperative, imprese sociali
Pubblico & non profit per un mercato responsabile e solidale
Milano
21-22 ottobre 2010
L. Bagnoli; S. Toccafondi
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