“Che tipo di formazione professionale sarebbe appropriata ad un’epistemologia della pratica basata sulla riflessione in azione?” è l’interrogativo, lasciato intenzionalmente aperto nel precedente Il professionista riflessivo (1986, trad.it.1993) da cui parte questo lavoro di Schön. Nell’ambito degli scenari socio politici e culturali di una società in profondo cambiamento, è sempre più evidente una “crisi di fiducia” nelle professioni, determinata dalla necessità di una nuova visione dell’“epistemologia della pratica” che consenta ai professionisti di ripensarsi non più come “risolutori di problemi strumentali” ma come artefici creativi e “riflessivi” del proprio agire, delle proprie scelte e delle proprie mosse nei contesti di pratica visti come campi di esperienza problematica da esplorare, indagare, trasformare, attraverso l’esercizio di una “abilità artistica” connotata da competenze emergenti in situazioni uniche, incerte, conflittuali. Ciò richiede una profonda revisione delle epistemologie che informano i modelli della formazione professionalizzante allo scopo di disegnare nuove tipologie di percorsi formativi per “insegnare ed apprendere” il sapere professionale come sapere empiricamente situato, sostenuto da forme di “razionalità riflessiva”, indispensabili alla costruzione ed all’uso di conoscenze ed allo sviluppo di competenze che nascano dall’agire e che in esso funzionalmente si traducano.

Formare il professionista riflessivo. Per una nuova prospettiva della formazione e dell'apprendimento nelle professioni / Davide Capperucci. - STAMPA. - (2005), pp. 5-361.

Formare il professionista riflessivo. Per una nuova prospettiva della formazione e dell'apprendimento nelle professioni

CAPPERUCCI, DAVIDE
2005

Abstract

“Che tipo di formazione professionale sarebbe appropriata ad un’epistemologia della pratica basata sulla riflessione in azione?” è l’interrogativo, lasciato intenzionalmente aperto nel precedente Il professionista riflessivo (1986, trad.it.1993) da cui parte questo lavoro di Schön. Nell’ambito degli scenari socio politici e culturali di una società in profondo cambiamento, è sempre più evidente una “crisi di fiducia” nelle professioni, determinata dalla necessità di una nuova visione dell’“epistemologia della pratica” che consenta ai professionisti di ripensarsi non più come “risolutori di problemi strumentali” ma come artefici creativi e “riflessivi” del proprio agire, delle proprie scelte e delle proprie mosse nei contesti di pratica visti come campi di esperienza problematica da esplorare, indagare, trasformare, attraverso l’esercizio di una “abilità artistica” connotata da competenze emergenti in situazioni uniche, incerte, conflittuali. Ciò richiede una profonda revisione delle epistemologie che informano i modelli della formazione professionalizzante allo scopo di disegnare nuove tipologie di percorsi formativi per “insegnare ed apprendere” il sapere professionale come sapere empiricamente situato, sostenuto da forme di “razionalità riflessiva”, indispensabili alla costruzione ed all’uso di conoscenze ed allo sviluppo di competenze che nascano dall’agire e che in esso funzionalmente si traducano.
2005
Educating the reflective practitioner
Donald Alan Schon
Franco Angeli
Milano
Davide Capperucci
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